26 ottobre 2012


Intervista rilasciata a "La Voce del Paese"


1) Il caso Pedone tiene ancora banco. Al di là della vicenda legale, vi è un problema di tutela e fruibilità della costa. Secondo lei è normale che una grotta (Rondinelle) possa un giorno diventare di proprietà privata?
Al di là degli aspetti legali di cui non mi occupo vi è indubbiamente un problema di tutela e gestione della costa, ma è un problema generale che riguarda tutto il nostro litorale, poco fruibile, e non solo il caso specifico della Grotta delle Rondinelle o della Grotta Ardito.

2) Ha in mente idee e progetti per aprire Grotta Rondinelle (e altre grotte) al pubblico? Cosa si potrebbe fare nel frattempo?
Per riaprire le grotte al pubblico bisognerebbe anzitutto, e laddove ce ne fosse bisogno, metterle in sicurezza con interventi il meno invasi possibili e che tengano conto seriamente degli aspetti ecologici e paesaggistici, e questo sarebbe un discorso da generalizzare all’intera costa, soprattutto quella urbanizzata. In una fase successiva si potrebbe pensare di approntare passerelle, pontili galleggianti o altre soluzioni, sempre seguendo le dovute precauzioni in materia ambientale, e aumentare cosi la fruibilità della costa. Ancora, si potrebbero istruire delle guide per percorsi naturalistici: penso non solo al litorale e alle grotte marine, ma anche alle lame, alle grotte dell’entroterra e alla nostra campagna. Abbiamo la fortuna di avere un territorio ricco dal punto di vista naturalistico, geologico, paesaggistico che deve essere opportunamente pubblicizzato, magari rivolgendosi ai non pochi appassionati escursionisti: basta fare una ricerca in rete per rendersi conto di quanti siti e blog si occupano di turismo geologico e naturalistico in generale (esistono anche vere e proprie discipline scientifiche specifiche, come la Geomorfologia turistica e la Geomorfologia culturale). Un paio di settimane fa si è concluso a Bari il 7° Simposio Internazionale sul patrimonio Geologico, la sua protezione e condivisione, organizzato dalla SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale) con tanto di mostra fotografica; diverse delle tavole esposte riguardavano appunto Polignano e mi chiedevo: se qualche studioso o appassionato (la stragrande maggioranza stranieri) che vi ha partecipato avesse voluto visitare Polignano come avrebbe fatto? Sarebbe arrivato nel nostro paese…e poi? Abbandonato o quasi! Penso che stiamo perdendo tempo non sfruttando in questo modo le nostre risorse naturali, che hanno anche il vantaggio di esserci tutto l’anno…non solo d’estate.

3) Quali sono i pericoli che si corrono modificando l'aspetto tipico ambientale e paesaggistico di un tratto di costa?
Modificando l’aspetto paesaggistico si deturpa quel bene, appunto il paesaggio, che si vorrebbe sfruttare, e questo è il rischio che si corre nel trasformare un bene naturale in bene economico, si perde di vista il fatto che è irripetibile. Diverso è il discordo quando si modifica l’assetto della costa, lì i pericoli ci potrebbero essere e riguardare seriamente l’incolumità dell’ecosistema e dell’uomo.

4) Lei conosce Grotta Rondinelle? Cosa si stanno perdendo i polignanesi?
Conosco bene la Grotta delle Rondinelle ed è certamente tra le grotte più ammirate. Geologicamente parlando, inoltre, è anche molto interessante: la sua genesi, legata ai movimenti tettonici che interessavano la nostra regione, risulta strettamente connessa anche al fenomeno carsico e all’incessante azione del mare (come testimoniato dalla spiaggetta di ciottoli levigati), in una sinergia di forze che ci ha regalato una delle grotte più suggestive del nostro litorale. In aggiunta a ciò va detto che all’interno della Grotta a inizio anni ’70 fu fatta un’importante scoperta di un nuovo minerale, chiamato Francoanellite in onore allo scopritore delle Grotte di Castellana, minerale riconosciuto a livello scientifico internazione nel 1974 dalla Commission of New Minerals and Minerals Names. Ai più questo potrebbe non interessare, ma, ritornando al discorso precedente, c’è chi organizza viaggi con questi scopi!

5) L'amministrazione ha ingaggiato avvocati e "007" per risolvere casi come questi. Ma dove sono i geologi? Che ruolo hanno nelle scelte amministrative?
Il ruolo dei geologi nelle scelte amministrative dovrebbe essere la base sulla quale poi approntare le decisioni in materia ambientale, di gestione del territorio e pianificazione, soprattutto in termini di pericoli e risorse naturali di un territorio. Fermo restando che non è l’unica figura professionale che dovrebbe operare in certi ambiti, non è tanto meno l’unica figura professionale che spesso latita (penso agli agronomi, ai forestali, ai biologi, agli archeologi). Nel caso specifico dei geologi, dovremmo essere considerati come dei medici del territorio, che sanno valutare le condizioni di salute e approntare le cure del caso o meglio ancora cercare di prevenire i possibili danni. Purtroppo quella del geologo è ancora vista come una figura enigmatica della quale non si sa bene quale sia lo scopo dell’esistenza…fino alla prossima alluvione o al prossimo crollo (un po’ come avviene a livello nazionale nei giorni successivi ai terremoti).



6) Stando alle promesse, a breve dovrebbe partire l'iter per il piano della costa. Come andrebbe gestita, dai privati, la nostra costa? Come unire la voglia di profitto alla tutela della costa?
Non esiste a mio modo di vedere un modo privato o pubblico di gestire la costa; esiste solo un modo ed è quello della tutela, sempre e comunque, della fruibilità che deve essere garantita e del rispetto delle dinamiche ambientali (e dei pericoli). Detto diversamente, per gestire questo bene non si dovrebbero seguire solo la normativa, ma anche, e soprattutto, si dovrebbero usare il buon senso e le conoscenze di chi opera in certi settori e ambiti. La voglia di profitto del privato e la tutela della costa si possono tranquillamente unire, basta che il privato di turno accetti il bene naturale cosi com’è, con i suoi pregi e i suoi difetti e non tenti esclusivamente di assoggettarlo al proprio volere, ovvero, non si deve considerare solo il ritorno economico e giustificare tutto, qualsiasi cosa, con un “tanto porta lavoro” (frase cara a molti).

7) Dalle nostre colonne ha più volte lanciato il pericolo crolli. Parole rimaste inascoltate. Vuole ribadire i pericoli e gli interventi urgenti da fare?
C’è veramente poco o niente altro da dire oltre a quello che diverse volte ho già detto da queste colonne: il pericolo di crollo esiste su quasi tutto il litorale di Polignano e il rischio maggiore riguarda certamente la falesia del Centro Storico. Il problema non risiede nell’azione del mare ma riguarda essenzialmente l’ammasso roccioso, in altri termini, si dovrebbe operare dapprima sulla costa e poi, eventualmente con i frangiflutti (ma sono scettico sulla loro fattibilità economica) o meglio ancora con interventi mirati e di piccola entità sulle cavità carsiche. Il problema dei crolli è che non sono prevedibili, ma, se di fortuna si può parlare, abbiamo la fortuna di osservare situazioni di incipiente instabilità, quindi, non si potrà dire di essere stati colti di sorpresa. Di certo sappiamo che si deve intervenire e prima lo si fa meglio è!

Intervista pubblicata sul numero de "La Voce del Paese" in edicola giovedì 18 ottobre 2012, rilasciata dall'attivista Vito Pellegrini.