Attuare la strategia rifiuti zero a Polignano è possibile. L'abbiamo dimostrato il 14 dicembre scorso, alla conferenza “Volere è Potere! Rifiuti Zero? Si Può !!!”, presentando un piano alternativo e dettagliato tecnicamente, la cui fattibilità è ampiamente dimostrata dai progetti realizzati in altri comuni.
L'amministrazione, però, sembra essere intenzionata a seguire la strada tracciata fino ad oggi, cioè quella di assegnare ad una ditta esterna la gestione del servizio per ben 6 anni, più 1 di eventuale proroga.
Questa ci sembra una scelta poco responsabile da parte dell'amministrazione perché un'amministrazione uscente, non può prendere decisioni per conto di altri a 4 mesi dalla fine del suo mandato. Farlo solo perché la legge lo permette non l'assolve da un punto di vista etico, morale e della più elementare correttezza politica. Come dire: “Io decido quello che voglio, poi sono cavoli vostri per altri 6 anni”.
Dai risultati ottenuti fino ad oggi, è evidente che l'attuale modello di gestione dei rifiuti è fallimentare. Cambiare è inevitabile.
La gara non ci garantisce più efficienza a minor costo. Perché questo è il vero nodo da sciogliere: qual è l'opzione che permette di raggiungere una gestione efficiente con costi più bassi per l'ente pubblico e soprattutto tariffe meno care per i cittadini?
Secondo noi la scelta migliore è quella di creare una società in house a totale capitale pubblico.
La vittoria del «Sì» al referendum del 12-13 giugno scorso ha tagliato la testa al toro. Il 1° quesito referendario ha appunto fatto decadere l'obbligo di vendere le azioni delle Spa pubbliche entro fine anno. Chi afferma il contrario mente, consapevolmente o inconsapevolmente!
L'art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000, prevede il ricorso ad Enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni).
La legge lo permette e la dimostrazione è data dal movimento Acqua Bene Comune.
C'è un'aspettativa popolare, che si è manifestata nel referendum, che non va delusa. Non esiste un dogma, la differenza la fanno le persone e i modelli. Esistono società pubbliche, come al comune di Ponte nelle Alpi, con costi industriali al di sotto di quelli stabiliti dalle gare.
Sostenere, da parte di chi opera nelle istituzioni, che tutto ciò che è pubblico funziona male, è un atto grave di autoaccusa.
Chiediamo dunque all'amministrazione di rivedere le sue posizioni. Perché non camminare nel solco tracciato dai comuni virtuosi?
Il MoVimento 5 Stelle annuncia che è partita l'operazione “Fiato sul Collo” con la quale ci autonominiamo “pungolatori a fin di bene” nei riguardi dell'amministrazione. Vogliamo collaborare, criticare, denunciare, divulgare, condizionare, proporre, riproporre, quando sarà il caso boicottare...etc...etc... Il fine ultimo è quello di migliorare la qualità della vita di tutti, noi compresi, ed è per questo che ci sentiamo coinvolti.
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L'amministrazione, però, sembra essere intenzionata a seguire la strada tracciata fino ad oggi, cioè quella di assegnare ad una ditta esterna la gestione del servizio per ben 6 anni, più 1 di eventuale proroga.
Questa ci sembra una scelta poco responsabile da parte dell'amministrazione perché un'amministrazione uscente, non può prendere decisioni per conto di altri a 4 mesi dalla fine del suo mandato. Farlo solo perché la legge lo permette non l'assolve da un punto di vista etico, morale e della più elementare correttezza politica. Come dire: “Io decido quello che voglio, poi sono cavoli vostri per altri 6 anni”.
Dai risultati ottenuti fino ad oggi, è evidente che l'attuale modello di gestione dei rifiuti è fallimentare. Cambiare è inevitabile.
La gara non ci garantisce più efficienza a minor costo. Perché questo è il vero nodo da sciogliere: qual è l'opzione che permette di raggiungere una gestione efficiente con costi più bassi per l'ente pubblico e soprattutto tariffe meno care per i cittadini?
Secondo noi la scelta migliore è quella di creare una società in house a totale capitale pubblico.
La vittoria del «Sì» al referendum del 12-13 giugno scorso ha tagliato la testa al toro. Il 1° quesito referendario ha appunto fatto decadere l'obbligo di vendere le azioni delle Spa pubbliche entro fine anno. Chi afferma il contrario mente, consapevolmente o inconsapevolmente!
L'art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000, prevede il ricorso ad Enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni).
La legge lo permette e la dimostrazione è data dal movimento Acqua Bene Comune.
C'è un'aspettativa popolare, che si è manifestata nel referendum, che non va delusa. Non esiste un dogma, la differenza la fanno le persone e i modelli. Esistono società pubbliche, come al comune di Ponte nelle Alpi, con costi industriali al di sotto di quelli stabiliti dalle gare.
Sostenere, da parte di chi opera nelle istituzioni, che tutto ciò che è pubblico funziona male, è un atto grave di autoaccusa.
Chiediamo dunque all'amministrazione di rivedere le sue posizioni. Perché non camminare nel solco tracciato dai comuni virtuosi?
Il MoVimento 5 Stelle annuncia che è partita l'operazione “Fiato sul Collo” con la quale ci autonominiamo “pungolatori a fin di bene” nei riguardi dell'amministrazione. Vogliamo collaborare, criticare, denunciare, divulgare, condizionare, proporre, riproporre, quando sarà il caso boicottare...etc...etc... Il fine ultimo è quello di migliorare la qualità della vita di tutti, noi compresi, ed è per questo che ci sentiamo coinvolti.