27 febbraio 2012


Il silenzio sui rifiuti

Comunichiamo che le osservazioni sulla questione “Bando dei Rifiuti” da noi inviate alle istituzioni competenti (Sindaco e Polizia Municipale) in data 24 gennaio 2012, non hanno prodotto alcuna risposta nonostante il termine di 30 giorni previsto sia decorso.
Crediamo che sia fondamentale per il principio di trasparenza rispondere a quesiti sollevati da cittadini, dato che sono in gioco milioni di euro di soldi pubblici e la tutela della salute e dell'ambiente.
A noi dispiace molto che, al di là delle scadenze burocratiche, la nostra iniziativa Rifiuti Zero , del 14 dicembre 2011 presentata presso la sala conferenze del comando della Polizia Municipale, che ha richiesto anche un notevole impegno, non abbia prodotto stimolo alcuno, un minimo di dibattito o anche critiche.
L'atteggiamento disinteressato di istituzioni, partiti, associazioni, cittadini, etc, è abbastanza mortificante.
Come se non fossero problemi che riguardano direttamente tutti noi!

Ci fa piacere, comunque, che qualcuno “scopiazzi” le nostre osservazioni al bando. Evidentemente qualcosa di interessante l'abbiamo proposta. Vorremmo peraltro, che si partorisse qualche idea con il proprio cervello e con l'impegno nell'approfondire i problemi!


Domani 28 febbraio 2012 alle ore 18.30 ci sarà un consiglio comunale monotematico sulla questione dei rifiuti richiesto dall'opposizione che si è risvegliata dopo la scadenza del bando e prima delle elezioni politiche, con una tempistica perfetta!

Noi ci saremo e invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare.


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Trivellazioni petrolifere in Adriatico: inviate osservazioni ai Ministri

Comunichiamo che in data 27 febbraio 2012 abbiamo inviato al Ministero dell'Ambiente ed al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a mezzo raccomandata, le nostre osservazioni sulla questione trivellazioni petrolifere in Adriatico. Per conoscenza abbiamo inviato tali osservazioni anche al Sindaco del Comune di Polignano a Mare ed all'Assessore alle Politiche del Territorio, dell'Ambiente e dell'Agricoltura.
Ricordiamo che il trattato di Aarhus, recepito anche dall’Italia, afferma che le popolazioni, anche tramite le proprie istituzioni, hanno il diritto di esprimere la propria opinione e che questa deve essere vincolante.
Siamo convinti che quando ci sono in gioco gli interessi vitali di una comunità (ambiente, energia, salute, ecc) e quindi l'obiettivo è comune, la cosa più stupida è quella di dividersi in chiese e chiesette, partiti e partitini, gruppetti, associazioni e quant'altro.
In questi casi i partiti devono rinunciare alla loro identità specifica che sfocia quasi sempre in interessi elettorali. Una democrazia forte, nei momenti difficili deve tendere ad unire le forze e non a parcellizzarle.
Sulla questione trivellazioni noi vorremmo che la comunità fosse unita, però notiamo che, al di là delle chiacchiere, azioni concrete e passi importanti non ce ne sono stati.
Rinnoviamo l'appello all'intera comunità ad unire tutte le forze presenti sul territorio al fine di avere un “potere contrattuale” più alto nei confronti di centri di interesse molto potenti.
Ricordiamo che il termine di scadenza per presentare osservazioni è imminente.


SVEGLIA!!!




 

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23 febbraio 2012


Asbestosi verbale

Ricordate la mega grandinata dell'8 giugno scorso? Come dimenticarla, ha turbato i sogni di molti polignanesi. E tutti i danni che provocò? Quelli li stiamo, ahinoi, ancora pagando.
Tra tutti i danni provocati, denunciammo presso il Comando dei Vigili Urbani quelli subiti dalla tettoia della stazione ferroviaria, poiché sembrava fatta di eternit (amianto).
Durante la conferenza sui rifiuti (in cui proponemmo all'Amministrazione e ai cittadini un piano alternativo di gestione integrata dei rifiuti stessi), tenutasi il 14 dicembre scorso, dal pubblico si levò una richiesta di chiarimento in merito al pericolo amianto, relativo alla tettoia della stazione.
La dottoressa Maria Centrone, dirigente del Comune, tranquillizzò tutti sostenendo che la tettoia in causa non conteneva amianto perché un ispettore della ASL l'aveva rassicurata in merito (vedi video in allegato).


 


Per maggiore chiarezza, il 17 febbraio 2012 abbiamo fatto richiesta di copia di documentazione che certificasse l'assenza di amianto (Ricordiamo l'amianto è stato messo aI bando con l'emanazione della Legge 257/1992 e che la cattiva manutenzione dei manufatti in fibra di amianto provoca la dispersione nell’area di filamenti di amianto provocanti, con l’inalazione da parte dell’uomo, il mesotelioma, un tumore che si manifesta anche in soggetti che abbiano inalato piccole quantità di amianto, dipendendo il suo verificarsi non dalla quantità di fibre di amianto assorbita, bensì dalla reattività dei singoli individui. L’amianto ancora oggi ha un pesante impatto sanitario sulla popolazione: ogni anno in Italia si registrano tra le 2.000 e le 4.000 morti a causa della sua esposizione professionale, ambientale e domestica).
La Comandante, gentilmente, ci risponde che la ASL – SPESAL, comunicò verbalmente (sic!) che “la rimozione delle tettoie in eternit dalla stazione ferroviaria e la conseguente bonifica del sito dall'amianto è avvenuta parecchi mesi addietro”. Il tutto, ripetiamo, verbalmente e dopo ben 3 richieste scritte da parte del Comando dei Vigili Urbani.
Intanto, noi vorremmo sapere se la gente deve morire di asbestosi soltanto “verbalmente” o che gli si conceda almeno uno straccio di certificazione.
Ripetiamo che, nonostante la mancanza di documenti scritti, la Comandante durante la conferenza sui rifiuti sostenne, assumendosene la responsabilità, che nella stazione ferroviaria di amianto non c'era traccia.
Insomma, la questione a noi risulta nei seguenti termini: la Comandante fa 3 richieste alla ASL di documentazione cartacea, la ASL per ben 3 volte non trasmette alcun documento ma, qualche personaggio fantomatico, verbalmente, comunica che non ci sono problemi.
La Comandante, scoraggiata, desiste dal fare altre richieste. Eppure un amministratore pubblico (includendo anche ogni amministratore politico) dovrebbe ben sapere che è stato attribuito effetto vincolante alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea dove, nel capo V dedicato ai diritti di cittadinanza, viene espressamente previsto il diritto di accesso ai documenti: «Ogni cittadino dell'Unione nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di accedere ai documenti delle istituzioni, organi e organismi dell’Unione, a prescindere dal loro supporto»; inoltre, il nuovo articolo 15 del TFUE, posto nel Titolo II “Disposizioni di applicazione generale”, stabilisce «Al fine di promuovere il buon governo e garantire la partecipazione della società civile, le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione operano nel modo più trasparente possibile».
Tutelare vuol dire difendere, salvaguardare, proteggere. Queste tre funzioni, di rilevanza triunivoca in quanto a risultato, assumono significati diversi quando ci si riferisce ai contenuti che possono assumere in tema di tutela della salute dell’individuo come un fondamentale diritto. La ormai universalmente accertata pericolosità dell’amianto e il suo massiccio utilizzo in tutti i settori economici e produttivi del nostro Paese, per oltre un cinquantennio, ha reso indispensabili misure volte a proteggere la salute pubblica. Infatti le caratteristiche proprie del materiale e il suo costo contenuto ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale, con estese e svariate applicazioni in edilizia, in ambito domestico e nei mezzi di trasporto.
Questo rende necessario l’intervento delle Istituzioni dello Stato, al fine di porre in essere attività di Tutela della salute attraverso misure di Prevenzione e Protezione dai Rischi relativi. Attraverso interventi capaci di garantire la tutela dell’uomo e dell’ambiente i quali possono agire su due livelli: uno mirato a ridurre o eliminare il danno manifesto, l’altro diretto a ridurre o eliminare la presenza dell’entità che costituisce il rischio o le cause che possono attivare i rischi identificati; nel primo caso si parla di misure di protezione, che non impediscono il prodursi dell’evento dannoso, ma attenuano solo i suoi effetti;e nel secondo di misure di prevenzione, che tendono ad eliminare la frequenza degli eventi non desiderati.
In risposta alla nostra richiesta, la Comandante sostiene che la nostra “Associazione può acquisire l'esito delle analisi effettuate al materiale rimosso rivolgendosi alla ASL/BA o direttamente a RFI”.
Noi ringraziamo per l'autorevolezza che immeritatamente ci viene riconosciuta ma, vi sembra normale che un'associazione possa ottenere ciò che un Ente Pubblico, un Comune non riesce ad ottenere?
Ci teniamo a sottolineare le gravissime responsabilità della ASL e di RFI e non sottovalutiamo quelle della Polizia Urbana per l'atteggiamento ultimo che sa di rinunciatario.
In ogni caso noi ci proviamo, abbiamo inviato infatti alla ASL richiesta di documentazione del caso. Se non avremo risposte solleveremo la questione a livelli istituzionali più alti. Passiamo ora dalla modalità “verba volant” alla modalità “scripta manent“!

P.S. Abbiamo appena inviato per raccomandata alla ASL competente la richiesta di documentazione relativa al caso. Copia della richiesta è stata consegnata anche alla Comandante della Polizia Municipale per conoscenza.



 
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8 febbraio 2012


Attenti, sta scoppiando una bolla...

In questo momento di mercato capire cosa è una bolla speculativa, come si forma e quali conseguenze potrebbe produrre è importante.
Esamineremo in dettaglio la bolla immobiliare, perché si tratta della più grande bolla speculativa mai avuta, e sarà probabilmente la più distruttiva.
L'esplosione delle bolle speculative è sempre un fenomeno traumatico per le società. Tensioni sociali, politiche ed economiche seguono sempre queste bolle e la ricchezza viene colpita in maniera pesante.
A circa 10 anni di distanza dall'esplosione della bolla delle dot com, stiamo assistendo allo scoppio della bolla immobiliare. Questo ha dell'incredibile ed è senza precedenti, perché non si sono mai avute due bolle in un lasso di tempo così ristretto.
Come possiamo accorgerci di essere in una bolla speculativa? Come si presentano e cosa ci possiamo aspettare quando scoppiano?
Le Banche Centrali come la FED o la BCE, notoriamente amano dichiarare che non si può riconoscerne una se non quando esplode. In realtà possiamo farlo, e la maniera è anche piuttosto semplice: una bolla esiste quando l'inflazione cresce più velocemente dei redditi.
Ci sono tre fattori che caratterizzano una bolla:
1) si autoalimenta in fase crescente, nel senso che i prezzi alti diventano la giustificazione per prezzi ancora più alti;
2) una volta che l'illusione svanisce, il gioco finisce di colpo;
3) è circa simmetrica nel tempo e nel prezzo, ovvero indipendentemente da quanto tempo serve per formare la bolla, il tempo per il suo rientro sarà più o meno lo stesso della sua formazione. I prezzi solitamente ritornano ai livelli pre-bolla, se non più bassi.

Torniamo a parlare specificamente della bolla immobiliare e cerchiamo di capire come si sia evoluta. In questo articolo faremo riferimento a grafici e dati relativi agli USA, ma in Europa e in Italia la situazione è analoga, ciò che differisce è solo la tempistica in quanto gli USA anticipano sempre di qualche anno qualsiasi situazione economica.
Tutto ha avuto inizio quando la gente ha cominciato a credere che una casa fosse automaticamente indice di ricchezza.
I valori di mercato quando sono gonfiati in maniera artificiosa (vedi finanza, borsa, ecc.), e non vengono rapportati ai valori reali ed al valore d'uso del bene, creano un livello virtuale dell'economia che è qualcosa che rassomiglia di più alla follia e non ha alcun riscontro con le esigenze della vita reale delle persone.
Questo grafico dei prezzi immobiliari corretti per l'inflazione, creato da Robert Shiller, rivela che tra il 1890 e il 1998, i prezzi hanno seguito strettamente il tasso d'inflazione.

 

Dal grafico si possono notare le due bolle del 1979 e del 1989 e come esse si siano evolute in modo simmetrico avendo prima una salita, un picco e poi una discesa che ha riportato i prezzi delle case al valore iniziale.
Se quelle che abbiamo appena citato, le abbiamo definite bolle immobiliari, il picco riportato sul grafico all'anno 2006 come lo dobbiamo definire?
Questa bolla immobiliare non ha precedenti storici ed è esageratamente sproporzionata rispetto a qualsiasi altra conosciuta in passato.
Storicamente non esiste nulla di simile, quindi non possiamo basarci su esperienze passate per prevedere i suoi effetti.
Guardando sempre questo grafico, qual è il punto in cui potremmo prevedere definire la fine di questa bolla?
La simmetria di cui parlavamo, suggerisce che la fine sarà più o meno intorno al 2015, mentre la storia suggerisce che i prezzi scenderanno circa del 50% in termini di valore reale.
L'altro modo di vedere ciò è in termini di sostenibilità. Nel lungo periodo è impossibile che il costo medio di una casa cresca più velocemente del reddito medio, perché le cifre che le persone possono permettersi di pagare determinano il limite dei prezzi delle case.
Il grafico seguente mette a confronto il reddito medio e il costo medio delle case. Dal 1999 si vede come essi si siano discostati di molto, ed anche questa volta, non abbiamo precedenti storici che ci possano aiutare.

Se ci basiamo sui soli redditi, di quanto dovrebbero calare i prezzi delle case per far ricongiungere queste due linee? La risposta è: del 34% - a livello nazionale - e ciò indica che c'è ancora molta strada da fare. Ma ciò non esclude che ci potrà essere un calo anche del 40-50%.
Potremmo anche stimare approssimativamente che i prezzi delle case toccheranno il fondo verso il 2013-2015.
Se però, nonostante questi grafici, abbiamo ancora dubbi, una riflessione importante da fare è in merito all'ultima manovra del governo Monti, la quale porterà un aumento del valore catastale degli immobili, sia uso abitazione che commerciali, nonostante tale valore, ad oggi, sia quasi il quadruplo di quello reale. Tradotto in altri termini: scoppio della bolla immobiliare, giusto epilogo di un paese da troppo tempo governato da palazzinari speculatori. Già nel 2012, grazie alle tasse sulla prima casa, sulle seconde (giustamente), l'aumento della disoccupazione e degli occupati a basso reddito, il prezzo degli immobili crollerà significativamente.

A questo punto potremmo essere tentati di dar la colpa alla bolla immobiliare per ciò che sta accadendo, tuttavia è importante ricordare che l'aumento drammatico dei prezzi delle case era di per sé solo un sintomo di una bolla creditizia fuori controllo che ha portato ad un massiccio aumento dei debiti.
Uscire da questa baldoria multigenerazionale a base di debito richiederà notevoli cambiamenti negli atteggiamenti e abitudini delle persone.
La ragione per cui ogni bolla, specialmente immobiliare come questa, è così distruttiva, risiede nella quantità di pessimi investimenti fatti durante il suo sviluppo. Troppe case sono state costruite, troppi centri commerciali, troppi appartamenti, e quasi tutti troppo grandi e in posizioni non adatte a un futuro di energia a caro prezzo.
Dispiace dirlo ma tutti quei milioni di euro sono stati buttati via e, ancora peggio, si è persa l'occasione di investire quei soldi in cose più necessarie.
Secondo Ludwig Von Mises, un economista austriaco: "Non c'è modo di evitare il collasso finale di una bolla prodotta da un'espansione del credito. L'alternativa riguarda solo se la crisi arriva presto, se vi è una rinuncia volontaria ad espandere ancora il credito, o se arriva più tardi, con la catastrofe totale del sistema monetario coinvolto".
Quindi, cosa dobbiamo aspettarci dallo scoppio di una bolla creditizia? Per farla semplice, ogni cosa che si sia alimentata e sia cresciuta grazie a credito facile, crollerà. In particolare le azioni finanziarie, i bonds di basso livello e naturalmente le proprietà immobiliari.
 
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2 febbraio 2012


L'arte raffinata di essere “DIVERSAMENTE UGUALI”



Non ci sfuggono, ovviamente, il peso delle diverse responsabilità tra maggioranza e opposizione, non fosse altro che da un punto di vista oggettivo. La maggioranza decide, la minoranza controlla, propone modifiche, alternative, e segue in maniera puntigliosa le attività della maggioranza a 360°. L'opposizione deve rispettare i contenuti del mandato elettorale proposti ai cittadini. Soltanto così si può candidare a classe dirigente nei confronti della cittadinanza.
Non siamo né qualunquisti, né massimalisti, ma riteniamo che ognuno debba svolgere seriamente il suo ruolo in base al mandato che ha ricevuto.
Se si va ad una manifestazione, si presume che prima e dopo la stessa, ci sia un impegno politico costante e incisivo.
L'impegno sul tema delle trivellazioni e non solo, nel nostro caso c'è stato prima della manifestazione e ci sarà dopo. Non eravamo presenti alla manifestazione come MoVimento, ma abbiamo sentito il dovere di essere presenti a livello individuale, proprio perché come MoVimento ci saremmo sentiti a disagio. Vedi articolo “Riflessioni sulla manifestazione “NO PETROLIO” a Monopoli”.
Come ebbe a dire Nadia Urbinati su La Repubblica del 7 maggio 2009 “l’opposizione non pare avere altro ruolo che quello di testimoniare i perdenti presso il pubblico dei vincitori. E il perdente in una competizione che registra solo chi vince è certamente inutile o impotente; non conta nulla”.
Partiamo dal presupposto che i consiglieri di minoranza servono a fare quelli che, in gergo anglosassone, si dicono “checks and balances”.
 


Le cose che l’opposizione poteva fare:

- svolgere un’attività volta al controllo dell’azione della giunta, alla formulazione ed all'esternazione di un indirizzo politico alternativo;

- proporre la redazione di osservazioni ai vari progetti di petrolizzazione che negli ultimi anni sono arrivati presso il nostro Comune, fino all’espressione di un parere di non compatibilità (se davvero si crede che siano incompatibili!) dei progetti con il nostro territorio, che più volte l’Assessorato Regionale all’Ambiente ha richiesto.
Ricordiamo che l’art. 24, comma 4, D. Lgs. 152/2006 stabilisce che, entro il termine di 60 giorni dalla presentazione delle domanda di VIA, chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale (depositato nei casi di ricerca idrocarburi presso la Regione Puglia e i Comuni coinvolti), presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi valutativi. A norma del successivo comma 5, il provvedimento di valutazione di impatto ambientale deve tenere in conto le osservazioni pervenute. Pertanto, l’autorità competente, nell’adottare il provvedimento di VIA, ha l’obbligo di fornire espressa motivazione in ordine alle osservazioni fatte pervenire dal “pubblico interessato” e, laddove non lo faccia, il provvedimento sarà annullabile per difetto di motivazione.

- redigere una Deliberazione di Consiglio Comunale come si è fatto nel Comune di Monopoli, dove su suggerimento di un esperto (dott. ing. Deleonibus), si è tracciato un atto di indirizzo che impegna il Sindaco ad intraprendere ogni utile iniziativa per tutelare, proteggere e salvaguardare la salute pubblica ed il patrimonio naturalistico di tutto il territorio. La delibera di cui sopra prevede ovviamente, che tutta la faccenda vada seguita giorno per giorno, passo per passo, nel suo esplicarsi da un punto di vista tecnico, politico, burocratico. Essenziale risulta, vista la partecipazione attiva dei cittadini, una comunicazione puntuale e dettagliata, onde evitare discrasie ed incomprensioni.
Ricordiamo che la Delibera n° 14 del 18/03/2011 del Comune di Monopoli è stata trasmessa dallo stesso Comune di Monopoli a tutti i Sindaci dei Comuni pugliesi affinché potesse essere presa d’esempio dagli stessi Comuni, per la redazione di un proprio atto di indirizzo.

A questo punto c’è da dire che dopo la manifestazione c’è ancora tanto da fare. Come sostiene il dott. ing. Deleonibus (in un’intervista del 20/01/2012) “I cittadini, purtroppo, manifestano in strada, in spiaggia, non davanti al Parlamento. La classe politica li sostiene in strada, in spiaggia, ma non in Parlamento”. Aggiungiamo noi, nelle istituzioni locali.
Naturalmente saremmo felici di essere smentiti punto per punto. Ricordiamo che il nostro atteggiamento è di collaborazione fattiva sui singoli problemi. La critica è l'anima stessa della Politica.
 
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1 febbraio 2012


Politica double-face



Siamo ancora in attesa di una risposta in merito alla documentazione che andava prodotta entro il 4 ottobre 2011 e il 13 dicembre 2011, al fine di svolgere compiutamente le azioni necessarie per opporsi alla trivellazione dei fondali del nostro mare.

Ricordiamo la documentazione che era da produrre:
- formulazione di osservazioni (andavano espletate entro il 4 ottobre 2011);
- formulazione del parere di compatibilità ambientale, come richiesto dalla Regione Puglia, relativamente alla Spectrum Geo Ltd (andava espletato entro il 13 dicembre 2011).

Noi abbiamo formulato richiesta protocollata (vedi fine post) all'Ass. Fabio Colella (Assessore alle Politiche del Territorio, dell'Ambiente e dell'Agricoltura) per ricevere copia della documentazione.
Se è stata prodotta, aspettiamo (anche se oltre il termine) che ci venga recapitata. Se non è stata prodotta riteniamo che si tratti di un comportamento grave, sintomo di incapacità politica, di disprezzo del territorio e della popolazione.
Se è vera la seconda ipotesi, la partecipazione della maggioranza ed anche dell'opposizione a manifestazioni di piazza, è ridicola, paradossale e motivata esclusivamente da finalità di tipo elettorale. Siamo sempre allo stesso punto!


 
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