31 ottobre 2011


Gli IGNAVI si evolvono

I cosiddetti IGNAVI sono una categoria di peccatori incontrati da Dante Alighieri nell'Antinferno .
Questi dannati sono coloro che, nella vita terrena non agirono né in direzione del bene né nel male , non osarono mai avere una propria idea, ma si adeguarono sempre ai flussi delle maggioranze.

Non a caso Dante definisce queste anime come coloro "che mai non fur vivi".
Traspare da queste parole il massimo disprezzo del poeta verso tali peccatori.
Non siamo certamente noi a stabilire cos'è il bene e cos'è il male e tanto meno vogliamo usare un linguaggio da predicatori idoneo ad altre epoche storiche. Abbiamo riportato il pensiero di Dante sull'ignavia, soltanto per rimarcare che la mancata partecipazione dei cittadini su problematiche che li riguardano, rallenta o affossa la possibilità di trasformazione della società.
Anche nel Medioevo schierarsi e partecipare alla vita del Comune erano considerate azioni fondamentali nella vita di un cittadino.


Siamo nel 2011 e gli IGNAVI non sono più quelli descritti dal Sommo Poeta, ma hanno subito una mutazione antropologica.
Non solo sono indifferenti a tutto, ma si adoperano con solerzia a rompere i c******i a chi sta faticando per produrre qualche cambiamento in positivo. Li potremmo definire IGNAVI EVOLUTI.
Ci rendiamo conto che molti ritengono che esista una via individuale alla soluzione dei propri problemi, senza capire che i suoi problemi sono anche quelli degli altri e si risolvono in maniera collettiva o semplicemente, non si risolvono.

Gli IGNAVI devono “portare il pane a casa”, non si espongono, non prendono mai posizione e si riconoscono dalle loro risposte.
Gli IGNAVI EVOLUTI (vedi sopra) non si limitano all'indifferenza, ma creano problemi in modo strumentale per portare acqua al proprio mulino. Si arrampicano sugli specchi e non danno mai una spiegazione consequenziale agli interlocutori.

Se dici loro che ti stai organizzando per rendere l'acqua un bene comune grazie ad una proposta di modifica allo statuto comunale, e che chiunque ha la volontà di farlo è ben accetto, loro ti rispondono: “Ma è solo un codicillo, non è importante e c'è il
referendum che ha abrogato le leggi in materia”.
Il referendum, però, ha creato un vuoto legislativo in cui gli ignavi sguazzano. Non pretendiamo di spostare gli altri sulle nostre posizioni, ma almeno seguano l'esempio di altri comuni (vedi Napoli) .





Esistono poi gli IGNAVI EVOLUTI ANONIMI BENALTRISTI che rispondono sistematicamente ad ogni questione che tu poni con un “c'è ben altro di importante da fare”.
Potremmo continuare per ore, ma ormai avete capito l'andamento delle discussioni con questi personaggi.

La pena del contrapasso per gli ignavi, non a caso, è seguire nudi un vessillo stracciato ed essere pungolati da mosche e vespe, poichè nella vita, non sono stati pungolati da niente. In poche parole, non hanno vissuto.

La pena per gli IGNAVI moderni è peggiore, ed applicata già in vita, non hanno più un futuro, non avranno la pensione, sono condannati a vivere sotto il peso di un enorme debito pubblico che loro non hanno creato, ma non hanno fatto nulla per opporsi.
Assistono ogni giorno alla cementificazione del loro territorio, vedono peggiorare inesorabilmente le loro condizioni di vita, ma non se ne curano. Nelle urne scelgono il meno peggio o vendono il loro voto al miglior offerente.

Per quanto tempo ancora???

Noi, con i nostri limiti e le nostre possibilità, ci proviamo, speriamo che qualche ignavo si risvegli ed abbia voglia di partecipare.

 
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18 ottobre 2011


Polignano a Mare - Svizzera




Ad alcuni di noi sarà capitato di leggere o di sentir parlare di fantomatici turisti che quest’estate hanno paragonato la nostra Polignano ad una piccola Svizzera per via della pulizia (sic!) della nostra cittadina.
C’è da chiedersi se si trattasse di buontemponi, probabilmente ipovedenti o semplicemente molto ironici. Che la nostra Polignano sia bella, forse anche più della Svizzera verde, è noto a tutti. Ma sulla pulizia permetteteci di sollevare qualche dubbio.
Le foto che potete vedere sono state scattate qualche giorno fa, presso il lungomare Marco Polo (per intenderci: tra il campo sportivo e il nuovo ‘ponte’), che come tutti sanno è la meta preferita di chi vuole passeggiare o fare jogging: in ogni caso un luogo pieno di gente, e soprattutto turisti.
È bene precisare che le foto sono state scattate in un giorno di vento. Questo, lungi dal peggiorare una situazione già critica di suo, ha forse migliorato le cose spazzando via i rifiuti più piccoli (finiti con ogni probabilità nel nostro bellissimo mare). I bidoni caduti, invece, sono una realtà abituale anche nei giorni di brezza leggera, probabilmente per opera del solito teppista o forse perché si tratta di strutture leggerissime, fatte praticamente di fil di ferro, che chissà come sono state ritenute idonee per la location da parte di chi ha progettato il tutto (dimostrando, per altro, un senso del gusto assai poco sviluppato).
 


È chiaro, questo è solo un angolo (e che angolo!) della nostra amata città. Ma sappiamo tutti come stanno le cose nella gran parte degli altri angoli meravigliosi che dovrebbero fare la nostra fortuna, ed invece fanno la nostra vergogna. Tanto per fare un esempio, basta uscire di qualche centimetro dai confini urbani, andando verso Casello Cavuzzi, per rendersi conto di cosa giace ai lati delle strade o nei campi. Uno schifo (concedeteci il termine), eppure abbiamo avuto il coraggio di lasciarlo là bene in vista anche in occasione della Targa Crocifisso.
Ora, è bene rendersi conto che i problemi sono due: da un lato la diseducazione di cittadini e non che nel 2011 continuano ancora a gettare per terra i rifiuti, come se fossimo nel medioevo. Per questo servirebbe un cambiamento culturale profondo, un’educazione al senso civico, che non possiamo delegare ad altri, ma che spetta a ciascuno di noi nel proprio piccolo. Dall’altro lato, è evidente che a Polignano non esiste alcun piano efficace di gestione dei rifiuti (e questo, ammettiamolo, lo sapevamo già un po’ tutti).
Resta il fatto che la situazione è sempre più inaccettabile, ed è arrivato (e da tempo) il momento di fare qualcosa sul serio.
Noi il 20 settembre abbiamo protocollato la richiesta di ottenere alcuni dati relativi all'attuale raccolta rifiuti, perché vogliamo presentare una piano di raccolta diverso da quello attuale. Ad oggi non abbiamo ottenuto ancora risposta.
Speriamo di ottenerla in questi giorni, a meno che non si preferisca essere paragonati a Napoli, piuttosto che alla Svizzera.




 
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3 ottobre 2011


Modifica statuto comunale, persa in un bicchier d'acqua ???


Onofrio Torres, Presidente del Consiglio del Comune di Polignano a Mare, ha risposto alla lettera aperta che gli abbiamo indirizzato attraverso il blog. E' un gesto importante, non frequente da parte di chi rappresenta le Istituzioni. Torres ci ha subito contattati telefonicamente dicendo che non è mai stata protocollata la richiesta di modifica dello statuto comunale, da parte dei consiglieri di opposizione, da quando lui ha assunto il mandato.
Eppure in merito a un nostro vecchio post, Nicola Menna, allora coordinatore del Comitato per il Sì, ci rispose che "La richiesta è nelle mani dei consiglieri comunali che devono protocollarla per i prossimi consigli comunali, che sono una rarità a Polignano inoltre è sempre il presidente del Consiglio che fa l'ordine del giorno."

A questo punto le riflessioni sono due:

1) se i consiglieri hanno protocollato la richiesta, e chissà come al comune è andata persa, si facessero avanti con la copia protocollata;
2) i partiti di opposizione si sono presi gioco dei cittadini creando un comitato che servisse solo a dargli un po' di visibilità. E questa dovrebbe essere l'alternativa di governo?

Ecco i consiglieri comunali appartenenti al "COMITATO PER IL SI" :

Sig. Mario MAZZONE - PD
Rag. Domenico VITTO - PD
Sig. Angelo FOCARELLI - PD
Sig. Saverio TEOFILO - Italia dei Valori
Dott. Domenico LOMELO - I Verdi


fonte: http://www.comune.polignanoamare.ba.it/index.php?id=0|1&idS=59

A loro chiediamo che fine ha fatto la richiesta di modifica dello statuto comunale. Se non dovesse saltare fuori la copia protocollata, sarà evidente la presa per i fondelli attuata ai danni dei cittadini.

La dichiarazione che l'acqua è un bene pubblico deve essere sancita nello statuto, sull'acqua non si transige.
Vigileremo finché non si passerà dalle parole ai fatti.

 

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