31 agosto 2011


Parlamento pulito. In pullman da Bari a Roma il 10 Settembre

Per evitare la catastrofe economica e ripartire, è necessario fare tre cose:
1) cambiare la legge elettorale,
2) avere un governo di salute pubblica senza i condannati che legiferano.
3) ritornare alle urne.

Sabato 10 Settembre saremo tutti a Roma, di fronte a Montecitorio con Beppe Grillo per chiedere ai nostri politici di discutere la proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" che chiede 3 cose semplicissime:

1) cacciare i condannati in via definitiva dal parlamento
2) introdurre il voto di preferenza
3) introdurre un limite massimo di 2 legislature ai politici.




E' stato organizzato un pullmann che partirà da Bari, il costo è di € 30,00. In linea di massima il programma sarà il seguente:

- partenza prevista per le ore 02.00 del 10/09/2011 dall'extramurale Capruzzi (zona stazione);
- arrivo in mattinata a Roma presso il luogo di sosta dei bus all'ingresso della città;
- raggiungimento di Montecitorio mediante la metropolitana (costo circa € 3,00 a/r);
- rientro previsto a Bari nel medesimo giorno alle ore 23.00 circa.

Chiunque volesse partecipare può inviarci una mail a polignanorevolution@gmail.com oppure contattare il Sig. Vincenzo Madetti (membro dell'associazione amici di beppe grillo Bari) al numero 348.3558173, vi saranno comunicate disponibilità e modalità di pagamento. Siete cortesemente invitati a comunicarci la vostra partecipazione velocemente visti i tempi ristretti.

Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
 
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29 agosto 2011


Si va a Montecitorio...



Ricordate il 2007? Quando a sollevare la questione “morale” sulla presenza di condannati in parlamento furono circa 350.000 cittadini italiani firmatari della legge di iniziativa popolare “Parlamento Pulito“?

Rinfreschiamoci la memoria. La proposta consisteva (e consiste) in:

- nessun condannato deve sedere in Parlamento a rappresentanza dei cittadini;
- ciascun parlamentare deve esercitare per massimo due legislature;
- abolizione della legge elettorale attuale e ripristino della votazione per preferenza diretta.

Allora l’iniziativa fu ignorata dai media, o al massimo tacciata di giustizialismo qualunquista. Oggi, che il calderone della crisi e’ saltato, che si sentono da più parti rombare i tamburi della rivolta, sono tutti pronti a rispolverare un’etica della politica fino a ieri evidentemente “non necessaria”.

In realtà la strada è già stata chiaramente indicata: perchè non considerare finalmente le proposte che da 4 anni, senza giustificazioni, attendono considerazione in parlamento?




E’ questo che andremo a chiedere sabato 10 settembre 2011 a Roma, davanti a Montecitorio. Ci stiamo organizzando, stiamo cercando di fare dei pullman per l’andata e il ritorno. Se vuoi partecipare insieme a noi facci avere notizie quanto prima scrivendo a polignanorevolution@gmail.com, segnalandoci i tuoi dati. Pubblicheremo sempre su questo blog maggiori informazioni.

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I Maya avevano ragione

Dopo aver spiegato le principali cause macroeconomiche che hanno portato all'attuale crisi, chiudiamo la nostra rubrica con quest'ultimo articolo in cui cercheremo di spiegare quali risvolti sociali avremo nel prossimo futuro.

Ci aspetta una medicina molto amara. Gli italiani non si immaginano minimamente che cosa li aspetterà al ritorno dalle vacanze. Si dovrà dire basta alla Sanità tutto gratis, ai piani di prepensionamento, al costante aumento dei costi della Pubblica Amministrazione.

Ci attende un pesante ridimensionamento del welfare e la possibilità di licenziamenti nella Pubblica Amministrazione.

Poi arriverà la mazzata dell'Agenzia delle Entrate. E cioè la patrimoniale e i prelievi coatti dai depositi. Aumenterà la tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, entro l'anno sarà reintrodotta l'ICI sulla prima casa e una super-patrimoniale sulla seconda casa, e non si esclude anche un'imposta per tassare le giacenze liquide sui conti correnti.





Queste sono le parole di Eugenio Benetazzo, un noto economista che è riuscito a prevedere la crisi già nel 2005.

Come abbiamo capito quindi, siamo alla fine di un'epoca e questa è una cosa importante che è meglio sottolineare. La fine di un'era significa che entro breve, noi saremo coinvolti in un cambiamento di vita importante. Nel 2012 scadrà una mole di obbligazioni da rinnovare superiore circa 3 volte alla media degli ultimi anni. I Maya avevano ragione...



Ora se questo cambiamento noi lo assecondiamo e ci prepariamo, probabilmente riusciremo ad affrontarlo senza traumi.

La nostra società è strutturata in maniera sbagliata, le merci percorrono mediamente 5000 km (le nostre patate ad esempio vanno in Germania e poi ritornano), questo perché il sistema di oggi è basato su una economia che non ha più l'Uomo come punto cardine. Il sistema economico attuale sovrasta le nostre vite rendendole problematiche.

Oggi però ha raggiunto il suo limite in quanto è un sistema basato sul debito. Questo debito proviene essenzialmente dal mezzo di scambio che noi utilizziamo, ovvero dalla moneta, perché l'emissione della stessa avviene creando debito. Questo ovviamente porta al fatto che più produciamo più abbiamo bisogno di moneta, e più abbiamo bisogno di moneta più ci indebitiamo.

A un certo punto però questo gioco arriva al capolinea. Nel 2007 il debito mondiale è arrivato al suo limite strutturale ed è crollato, è stato ripreso ed oggi ha raggiunto il suo secondo limite.



Tutto ciò è voluto da un sistema che pone il profitto, e quindi la sopraffazione degli uni contro gli altri, come scopo primario e che si basa su degli squilibri: deve necessariamente trovare delle sacche nel mondo in cui produrre a basso costo e rivendere a molto di più. Tutto ciò produce le conseguenze che oggi stiamo pagando.

Ora cambiare lo stile di vita nei prossimi mesi (attenzione non parliamo di anni ma di mesi) sarà importantissimo, perché tante cose stanno cambiando: persone che perdono il lavoro, amministrazioni che vedono ridotti i proventi dallo stato, non dando più servizi alla comunità e chiedendo nuove tasse.

È arrivato il momento di cambiare registro, oppure questo sistema nel suo tracollo ci travolgerà come sta facendo in Grecia.

Bisogna cercare di recuperare il buon senso nell'economia e nelle imprese organizzando le comunità, perché se la comunità non si farà carico di quelli che sono le persone che staranno peggio sarà un grande problema nel prossimo futuro.

Quali sono quindi le misure da adottare immediatamente?

Per prima cosa abbiamo introdotto lo SCEC che è un buono locale che consente di mettere fine al drenaggio monetario che la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) purtroppo compie. Nel senso che noi produciamo il nostro reddito sul territorio poi andiamo alla GDO che lo sparge nei quattro angoli del mondo. Si comporta praticamente come un grande aspiratore che porta via ricchezza, la quale invece deve restare sul territorio organizzando le attività. Lo SCEC consente inoltre di recuperare le attività artigianali e l'agricoltura.

Un'altra cosa importante è quella di organizzare i comuni all'efficienza energetica per la riduzione dei bilanci. Il consumo energetico è infatti uno dei maggiori costi delle amministrazioni. È calcolato che ristrutturando gli immobili rendendoli efficienti energeticamente, si metterebbero in moto 250 miliardi di euro e si creerebbe circa 1 milione di nuovi posti di lavoro.

Bisogna organizzare le comunità tramite gruppi di acquisto, ad esempio dell'energia elettrica in modo da avere dei prezzi vantaggiosi e lavorare per tagliare le dipendenze con i monopolisti, ad esempio delle telecomunicazioni. Attraverso queste azioni si viene così a sviluppare la solidarietà reciproca e si recuperano i rapporti umani.

Queste sono solo alcune misure che bisogna intraprendere subito per cambiare il sistema e rendere la vita più umana basandola sulla felicità.

Bisogna ritrovare il senso di stare insieme e di aiutarci gli uni con gli altri. In questo momento di cambiamento dobbiamo farlo e affrontare la situazione con consapevolezza e coscienza.

 

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12 agosto 2011


La tonnara sociale

Le 4 principali tematiche macroeconomiche che hanno generato la crisi del 2008 sono: la politica sociale degli Stati Uniti d'America, le conseguenze del WTO, la politica monetaria degli USA e gli effetti della titolarizzazione del debito. Nel precedente articolo abbiamo descritto le prime 2 adesso discutiamo le altre.



- Titolarizzazione del debito
Il montante di massa finanziata in questi ultimi anni è stata talmente imponente che gli istituti di credito sono arrivati a un punto di saturazione, oltre non potevano più erogare. Questo perché vi sono dei quozienti di patrimonio che stabiliscono quanto una banca può prestare in base alle proprie risorse e quando arriva ad essere satura, non può far altro che fermarsi.
Siccome il volano, in termini di erogazione di credito, volava talmente veloce per farlo fermare, le banche si sono inventate le titolarizzazioni, cioè hanno creato dei meccanismi che gli hanno consentito, tramite uno snellimento di bilanci, di continuare a far debito.
Quindi la banca ha creato le titolarizzazioni, non per liberarsi dei titoli tossici, come oggi ci raccontano, ma per continuare ad erogare sempre più credito, perché erogando si guadagna tramite le commissioni e lo spread.
Oggi la migliore rappresentazione degli effetti della titolarizzazione è data da un serpente che si morde la coda, ovvero che si autoavvelena, perché il mercato sta portando a questo tipo di dimensione.






- La politica monetaria degli USA

Dopo il 2001, e cioè dopo la caduta delle Torri Gemelle, si sono verificate le condizioni per cui il mercato sembrava arrestarsi.
Alan Greenspan (ex governatore della FED) abbassando violentemente i tassi di interesse dal 6% all'1% in neanche 2 anni non ha fatto altro che invogliare la gente e le aziende ad indebitarsi perché il denaro costava poco. Nel giro di altri 2 anni, il suo successore Ben Bernanke (attuale governatore della FED), ha iniziato a rialzarli quasi alla stessa velocità, creando così una spaventosa tonnara sociale.
Negli anni di discesa dei tassi coppie giovani, famiglie, padri di famiglie e anche aziende hanno rinegoziato e si sono indebitati, considerando che i piani di ammortamento e di rientro fossero pari a quelli degli ultimi 2 anni. Purtroppo non è stato così, perché quello che è accaduto tra il 2003 e il 2005 è stata un'epoca completamente e se stante e che probabilmente non rivedremo più. In questa rete ci sono caduti tutti, e come i tonni, sono stati percossi.
Tutto ciò ci induce a pensare che questa situazione sia stata voluta ovvero che qualcuno abbia fatto di tutto per far si che la maggior parte della gente si indebitasse per tenerli a vita con il cappio alla gola.
Questo perché quando una persona è indebitata è continuamente sotto pressione, e il continuo terrore di soccombere finanziariamente, perdendo così tutto ciò che ha costruito, lo porta a perdere la serenità. In queste condizioni nessuno ha voglia di controbattere il sistema, di studiare e di informarsi, quindi nessuno ha voglia di togliere alle banche centrali l'egemonia del sistema.

Queste sono le 4 tematiche che, tutte in epoche temporali diverse, adesso stanno producendo delle conseguenze che percepiamo tutti quanti.
Dopo il '29 una delle prime soluzioni che vennero proposte da quasi tutti gli stati per ovviare ai problemi, fu il protezionismo. Oggi però non è più possibile, perché abbiamo un pianeta privo di compartimenti stagni, quindi nessun paese può chiudersi su se stesso. Questo ci fa capire che questa crisi è molto più grave rispetto a quella del 1929.
Nel prossimo articolo spiegheremo le conseguenze che questa emergenza porterà alla nostra economia locale, e quali secondo noi potranno essere le soluzioni applicabili che ci consentiranno di uscirne quasi indenni. Vi anticipiamo che come sempre i nostri politici stanno prendendo decisioni diametralmente opposte e che purtroppo ci stanno portando verso uno scenario argentino.

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5 agosto 2011


Una casa per tutti

Continuiamo la nostra rassegna di articoli cercando di spiegare cosa ha scaturito la crisi del 2008.
Come già annunciato nel precedente articolo (“Un nuovo 1929”) l'attuale scenario economico si è presentato per una spiacevole convergenza, in termini epocali, di 4 variabili macroeconomiche distinte. Queste 4 variabili, verificatesi in momenti di mercato diversi, sono: la politica sociale degli Stati Uniti d'America, le conseguenze del WTO, la politica monetaria degli USA e gli effetti della titolarizzazione del debito. In questo articolo esamineremo le prime 2 cause, partendo da quella più lontana.



- La politica sociale degli stati uniti: La casa per tutti
Per ragioni razziali gli USA hanno una popolazione che è poco omogenea, sempre a rischio di sommosse, tumulti e profondo disagio sociale. Fin dal primo governo Reagan si era stabilito che se un individuo avesse avuto una abitazione, questo scatenava in lui 2 comportamenti sociali: quello di sentirsi ricco e quello di evitare di delinquere. Questo perché avendo una casa, un individuo può pianificare la propria vita (sposarsi, trovarsi un lavoro, ecc.).
Quella di mettere le persone in condizioni di acquistarsi una abitazione, venne così individuata come potenzialità socioeconomica. Come fece lo stato americano a far sì che ciò accadesse? Vennero create 2 agenzie federative, Fannie Mae e Freddie Mac, che si occupavano di erogare e garantire ipoteche nei confronti dell'erogazione di mutui. Lo stato quindi attraverso queste società garantiva i mutui che una banca regolarmente non avrebbe mai potuto dare.
Si è arrivato oggi al punto che circa 1 su 2 dei prestiti ipotecari rilasciati dalle banche, sono garantite da queste aziende.
Nell'estate del 2008 queste società sono state salvate dallo stato USA per due motivi principali: 1) perché altrimenti molti cittadini americani avrebbero perso la propria casa; 2) perché questi mutui americani sono in carico a circa i 3/4 del pianeta.





- Conseguenza sociali del WTO (World Trade Organization)
La crisi che stiamo vivendo parte da qui, cioè da quella scellerata manovra che appoggiarono i grandi del G7. Essa consentì al mondo intero di poter scambiare merci e servizi senza alcuni vincoli, portando a quelle spiacevoli conseguenze che abbiamo conosciuto tutti come le delocalizzazioni produttive.
Perché le delocalizzazioni hanno una diretta conseguenza con la crisi? Perché queste hanno trasferito posti di lavoro tra USA e Europa portandoli nelle due fabbriche del pianeta ovvero Cina e India. Chi occupava questi posti di lavoro, che improvvisamente sono stati polverizzati, si è dovuto reinventare la vita, trasformandosi da lavoratore a tempo indeterminato a lavoratore precario.
Con questo tipo di dinamica, nessuno può pianificare la propria vita.
Si sta interamente frantumando il tessuto socio economico. La gente è costretta a cambiare il proprio stile di vita, non potendo più risparmiare, creando così un disagio sociale legato al fatto di sentirsi inutile, di sentirsi agganciati ai genitori.
Molte coppie giovani con figli a carico, se non sono supportate economicamente dai genitori non riescono a sostenere la propria famiglia.
La possibilità di pianificare la propria vita è stato il segreto del famoso miracolo economico italiano. Infatti, il fatto che 12 milioni di persone tra pubblico e privato hanno potuto contare di un lavoro ben retribuito e certo ha permesso di risparmiare, di indebitarsi con quozienti sensati, di mandare i figli a scuola e mettere così in moto un volano che adesso si sta fermando.
Altra spiacevole conseguenza del WTO è lo sfruttamento delle popolazioni più povere, le quali producono quasi tutte le merci che oggi ci ritroviamo nei nostri negozi, costrette a lavorare a costi bassissimi e in condizioni disumane.
Il WTO però pur portando povertà, ha creato le conseguenze perché questi soggetti, anche se precari, continuassero a consumare finanziando tutti in qualsiasi modo (prestiti al consumo, leasing, ecc.) e ciò sarà la causa di un altro problema che affronteremo più avanti.
Le politiche del WTO stanno adesso investendo anche il settore alimentare, distruggendo così la provenienza e certificazione degli alimenti. Tra un po', se non già da adesso, non sapremo più cosa mangiamo.

Ci siamo limitati per adesso a descrivere le prime 2 variabili macroeconomiche, ma già lo scenario appare inquietante. Nel prossimo articolo analizzeremo le restanti 2 variabili e cercheremo di tirare qualche conclusione in merito al momento storico che purtroppo siamo costretti ad affrontare.

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