26 dicembre 2016


La beffa dell'antenna del silenzio-assenso


L’antenna della Vodafone di via Magnesi, quella del famoso silenzio-assenso di Palazzo di Città, non solo si farà ma il Comune è stato condannato a pagare spesa di lite per 1.500 euro. Ora quei soldi li paghi il Sindaco Vitto. Intestardendosi con un ricorso che tutti sapevano, carte alla mano, che il nostro Comune avrebbe perso, la Giunta di centrosinistra ha rinunciato a qualsiasi soluzione di altro tipo che magari avrebbe portato ad alcune contropartite da parte della stessa compagnia telefonica. Politicamente, infatti, si è detto ‘no’ a soluzioni tecniche che, pur mantenendo l’antenna della discordia da via Magnesi, avrebbero potuto allontanare la Vodafone dalla scuola elementare San Giovanni Bosco nonché la Tim dall’attuale sede privata per andare su suolo comunale.

FAX - 31.12.2016


Con il peccato originale di non aver mai attuato il Piano di Zonizzazione, facendo perdere migliaia di euro ai polignanesi, e perpetrando queste scelte scellerate Vitto si è andato a schiantare contro un muro, preferendo la soluzione più scontata. Non ci stupiremmo se adesso il Sindaco dichiarasse pure: ‘prendetevela con il TAR, noi abbiamo fatto ricorso’. Quando tutti sapevano che avrebbe perso. Una sconfitta strumentale a trovare un capro espiatorio, dunque, ma che non cela la totale incompetenza del proprio operato.

BLU - 13.01.2017


Sarebbe stato più opportuno che il Comune, piuttosto che fare ricorso direttamente al Tribunale amministrativo, avesse intavolato una “trattativa politica” con la compagnia telefonica per ottenere quantomeno altro. Con il silenzio-assenso, il coltello dalla parte del manico lo aveva la Vodafone. Era lampante. Ma molto probabilmente, trattandosi solamente di interessi collettivi della nostra comunità, a Palazzo di Città hanno pensato bene di sperperare soldi pubblici perdendo dinanzi al TAR. Che incompetenza!


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."