23 febbraio 2018


Replica a Lomelo su La Voce del Paese


Egregio Direttore,

ci duole disturbarla per l’ennesima dichiarazione campata in aria dell’ex vicesindaco Mimmo Lomelo, colonna del partito dei Verdi per cui è stato anche Onorevole. Nello scorso numero de “La Voce del Paese”, in un’intervista, l’attuale candidato per il coacervo elettorale “Insieme” in cerca di visibilità riferendosi al microcredito sostenuto dal M5S ha tuonato: “Roba da mentecatti! Sta storia non finisce qui. I piccoli crediti li hanno decisi loro. Una grande operazione per creare voto clientelare o no? Ma suvvia!”. Niente di più falso! E spieghiamo perché, anche a rischio di ripeterci.
Innanzitutto ricordiamo che il contributo dato dai parlamentari ai partiti di cui tanto si vanta Lomelo non c’entra nulla con la restituzione agli italiani di metà degli stipendi e dell’eccedenza dei rimborsi dei portavoce M5S al fondo per il microcredito. Mentre i partiti hanno intascato 1 miliardo e 753 milioni di euro nella II Repubblica, nonostante l’esito schiacciante del referendum che li aboliva, compresi i suoi Verdi che, solo dal 2000 al 2017, hanno incassato 20.610.780 euro (dati OpenPolis), il M5S ha già fatto a meno complessivamente di oltre 80 milioni di euro. Lomelo si vanta di aver finanziato un partito che aveva già incassato dallo Stato – quindi da tutti noi – oltre 20 milioni di euro? Contento lui, immaginiamo che per un normale cittadino sia roba da mentecatti!
Ma come funziona il Fondo? Previsto sin dal 1993 (decreto legislativo 385) fu attivato con molto ritardo con 3 decreti ministeriali successivi emanati solo negli ultimi anni. Interamente in capo al Ministero dello Sviluppo economico, il fondo per le piccole e medie imprese svolge un ruolo di garanzia e come spiegano i tecnici del Ministero intervistati dal Corriere è la banca a concedere il prestito in base alla sua istruttoria mentre la garanzia del Fondo scatta su richiesta della stessa banca se ricorrono i requisiti. Sinora sono state accolte 7.461 domande per un finanziamento medio di 22.138 euro e una stima di 18.100 posti di lavoro creati. Tutti dati pubblici e pubblicati sul sito del Ministero.
A Polignano, invece, hanno usufruito delle donazioni del M5S ben 6 imprese per un totale di 127mila euro (fondi MISE) anche grazie ai 233.133,30 euro di Emanuele Scagliusi e i 201.597,09 euro di Giuseppe L’Abbate restituiti in questi anni. Non un centesimo in meno di quel che avrebbero dovuto ridare. Anzi, dalla certificazione del Ministero dello Sviluppo economico è emerso pure che L’Abbate ha bonificato persino 172,75 euro in più.
L’esperto Mimmo Lomelo, che gode dall’età di 56 anni di un vitalizio di 9.606,04 euro (che percepisce dal giugno 2010) a fronte dei 12 anni di servizio in Regione Puglia a cui ha sommato 1.700 euro circa negli anni da Vicesindaco, suggerisce di scrivere al Fondo per farseli bonificare indietro o di lasciarli lì al servizio delle piccole e medie imprese?
In conclusione, Direttore, fosse falso il Fondo e il suo funzionamento, le assicuriamo che Le Iene ci avrebbero già sbertucciato gli zebedei con 7.000 servizi sotto elezioni. Strano non ricordare, comunque, strali del simpaticissimo Mimmo Lomelo per i 20 miliardi di euro regalati alle banche dagli ultimi Governi e approvati dalle forze politiche con lui in coalizione.
Ad iniziare da Matteo Renzi, il cui PD potrebbe giovare dei suoi voti se, malauguratamente e noi non glielo auguriamo, “Insieme” non dovesse superare la soglia del 3% a livello nazionale: proprio quel Renzi che ci regala le “trivellazioni” nel nostro mare e che tanto a parole i Verdi hanno vituperato.

M5S Polignano


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