14 novembre 2012


Se Sorella Acqua ci costa quanto il Wi-Fi per 2 anni


Un tempo a Noci “si era persuasi che bastasse pregare tre volte i Santi Medici per veder scendere acqua dal cielo” come racconta lo storico alberobellese Angelo Martellotta in “La sete in un angolo di Puglia aspettando l’acquedotto”. A Castellana Grotte, invece, lo storico Michele Viterbo ad inizio secolo assistette in prima persona alla “più strana delle processioni”: “la popolazione, senza il consenso del clero locale, aveva preso la statua della Madonna e l’aveva trasportata per le strade del paese, piangendo e riconoscendosi peccatrice, e chiedendo il miracolo della pioggia”.

Un vero dramma quello della siccità, per il quale subito dopo l’Unità d'Italia si cominciò a pensare a una serie di soluzioni, inapplicabili a causa delle cospicue spese, volte a favorire la presenza di acqua in Puglia, come la canalizzazione o lo sbarramento dell’Ofanto.
È con questi presupposti che, fra il 1906 ed il 1916, fu costruito l'Acquedotto Pugliese, ultimato definitivamente nel 1933, coinvolgendo moltissime personalità: dall’Ing. Camillo Rosalba all’Ing. friulano Francesco Zampari, dal deputato Renato Imbriani, che per sostenere in Parlamento la proposta di legge a favore della costruzione dell’Acquedotto si servì di parole significative – «vengo dalla Puglia, assetata di acqua e di giustizia» – a Gioacchino Poli, che paragonò lo sgorgare dell’acqua da un rubinetto di Castel del Monte nel 1915 alla manna che gli ebrei aspettavano nel deserto.

A Polignano, però, le ultime generazioni sembrano averlo dimenticato. Passeggiando sul Lungomare Cristoforo Colombo, infatti, si può notare la presenza una fontane a ciclo continuo che eroga acqua potabile 24/24 ore.
Armati di bottiglia vuota e cronometro, abbiamo verificato l’ammontare di acqua sprecata da questa singola fontanella. I conti sono presto fatti: ben 0,5 litri ogni 20 secondi! Ovvero, un litro e mezzo al minuto! Tradotti in un’ora sono 90 litri; in una giornata ben 2.160 litri.
Parliamo di acqua potabile – quell’oro blu di cui tutti gli studiosi parlano che sarà al centro dei prossimi conflitti internazionali – che, indisturbata e nel disinteresse di chi gestisce la “cosa pubblica”, finisce la sua corsa nella fogna.
Fa specie pensare che l’indifferenza colpisce anche coloro che nel giugno 2011 hanno impegnato tutte le loro forze per creare un “Comitato per il Sì” in vista del referendum sull'acqua bene pubblico.
Per non parlare dello spreco economico che si perpetua nelle casse comunali. Con una sola fontanella, infatti, il Comune di Polignano potrebbe permettersi di ingaggiare un altro giovane come stagista oppure installare il Wi-Fi gratuito in tutto il paese! Con l’acqua che costa 2 euro al mc e un costo della fogna pari ad 1 euro al mc per la depurazione, si ottiene uno spreco di circa 191 euro al mese: 2.328 euro l’anno!
Visto il silenzio immotivato sulla nostra richiesta di aderire alla campagna nazionale Obbedienza Civile (fatta sia alla vecchia che alla nuova Amministrazione), e l’aver deliberatamente ignorato la possibilità di modificare lo Statuto Comunale dichiarando l'acqua bene pubblico, non ci resta che interrogare il Palazzo di Città con una domanda più semplice e banale, così magari da ottenere risposta: ma a voi non interessa proprio nulla dell'acqua?

Noi ci auguriamo che almeno in questa occasione l’attuale Amministrazione dimostri che l'appoggio al Referendum non fu solo di facciata e strumentale al consenso, per cui ci auspichiamo che intervenga nell’immediato per evitare tutto questo spreco. In fondo, è sufficiente solo inserire un pedale o un rubinetto alla fontanella!
In tempi di forte crisi idrica e di forte siccità nel mondo, lo spreco d’acqua risulta eticamente inaccettabile, se non un “reato o addirittura un crimine ambientale”.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."