2 giugno 2016


Nello spot renziano per il sud mancano una "visione" e 17,5 miliardi di euro



"Gli accordi che il Presidente del Consiglio sta siglando in questo periodo con le varie regioni del Mezzogiorno d'Italia e con le Città metropolitane fanno parte della “normale amministrazione” in capo al Dipartimento per le politiche di coesione (DPC) istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in applicazione del DPCM 15 dicembre 2014. Quindi, niente di nuovo!
La legge n.122 del 30 luglio 2010 aveva, infatti, attribuito al Presidente del Consiglio dei Ministri la gestione del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC). Questo significa che il Presidente del Consiglio sta semplicemente attuando la nuova ripartizione di fondi già stanziati da delibere CIPE finalizzate al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale. Per dirla in breve, con un tweet alla Renzi per intenderci, il masterplan del Governo è un piano di marketing di vecchi fondi già stanziati dai ministeri nell'ambito della programmazione degli anni precedenti. Quali sono i fondi oggetto del masterplan? Si parla principalmente delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione programmazione 2007-2013 e riferite alle 7 regioni afferenti all’obiettivo convergenza: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. Fondi stanziati all'origine da una delibera CIPE del 2007 che, in seguito alla crisi del debito del periodo 2008-2011, sono stati ridotti rispetto alla dotazione originaria per circa 22,3 miliardi di euro per esigenze di contenimento della spesa pubblica e di controllo della finanza pubblica. Dopo un periodo in cui il Governo ha disposto una ricognizione dei progetti in corso e dello stato dei pagamenti per ogni singola regione, si è adottata una successiva delibera (n. 21/2014) con la quale, sulla base degli esiti della ricognizione, si dispone il termine ultimo per la chiusura della programmazione FSC 2007-2013 a giugno 2016.

BLU - 28.05.2016

Ecco perché il presidente del Consiglio si sta precipitando in ogni regione a sottoscrivere gli accordi, perché altrimenti si perderebbero i soldi stanziati, poi ridotti e poi “in minima parte” ripristinati. Tutto ciò dimostra l'incapacità dei governi precedenti ad utilizzare ed attuare i programmi già deliberati. Il limite di tutta la classe dirigente che ci ha condotto in questa situazione. A mancare è una visione più ampia per lo sviluppo del Mezzogiorno. Serve come primo intervento un “salvavita” per sostenere la ripresa economica introducendo misure a favore delle famiglie e delle micro e piccole imprese. Per le famiglie, soprattutto quelle al di sotto della soglia di povertà, bisogna attuare misure, come il reddito di cittadinanza, in grado di aumentare la loro capacità di soddisfare i bisogni primari. Per le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, bisogna migliorare la loro capacità di accesso al credito e valorizzare le risorse finanziarie già disponibili nell'area, da destinare principalmente al sostegno degli investimenti. Per esempio, il comma 246 all’art.1 della legge di stabilità 2015 (da noi fortemente voluto) conferisce ad ogni debitore la facoltà di spostare nel tempo la restituzione della quota capitale di mutui e finanziamenti, a garanzia invariata. Nel lungo periodo, invece servono strategie di più ampio respiro come la nostra proposta di piano energetico nazionale, strategico perché ogni modello di sviluppo e ogni civiltà si sono sempre fondati e sono stati modellati dal tipo di energia che li ha resi possibili. In definitiva, il nostro voto sul masterplan non può che essere “non pervenuto”. Quanto “venduto” per nuovo da Renzi, infatti, era già rintracciabile negli allegati alla legge di stabilità 2016 e volendo basare l’analisi sui numeri, come diceva il grande Totò, è la somma che fa il totale. Nel 2007 erano previsti circa 31 miliardi per il Sud, oggi lo spot renziano ne prevede circa 13,5: mancano all’appello 17,5 miliardi per fare ciò che si era programmato nel 2007. Ma, soprattutto, manca una visione perché questa è ordinaria amministrazione".

Giuseppe L’Abbate


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."