6 marzo 2012


Da piccolo avevo paura del buio, adesso dell'illuminazione


Parliamo di 8,8 milioni (circa 17 miliardi di vecchie lire) di euro in 22 anni. Questo è il costo dell'illuminazione pubblica che il Comune di Polignano a Mare dovrà sostenere secondo il bando pubblicato.

Sappiamo che i LED sono particolarmente interessanti per le loro caratteristiche di elevata efficienza luminosa e di affidabilità. Questo bando però, come altri dell'ultimo periodo, non ci lascia dormire sonni tranquilli.

La prima domanda che sorge leggendolo più attentamente, riguarda il fatto di aver imposto, a priori, l'uso della tecnologia LED alla ditta appaltatrice.
Perché?
Si suppone che questa scelta sia nata in seguito ad un poderoso studio fatto dall'Amministrazione sulle diverse tecnologie esistenti, in grado di efficientare al massimo gli impianti di illuminazione. Non è detto, però, che l'efficientamento si ottenga soltanto con la tecnologia LED. Ci sono aziende che lo fanno utilizzando altri sistemi, come variazioni di tensione, utilizzando il telecontrollo, altre tecnologie in continua evoluzione. Perché non aprire le porte a tutte le soluzioni per confrontarle l'una con l'altra e fare un'attenta valutazione di costi/benefici e di sostenibilità ambientale?



Abbiamo visto che è stato redatto uno studio di fattibilità in merito, come mai non è pubblico ma è disponibile solo dopo aver versato una quota di € 20,00?
Sappiamo che è consentito, ma ci sembra inopportuno e in direzione contraria alla trasparenza, oltre ad essere l'ennesima maniera sempliciotta per fare cassa.
Inoltre, sempre per il principio di trasparenza e per garantire che non ci siano conflitti di interesse, non sarebbe meglio conoscere chi ha redatto tale studio?
Trattandosi di soldi pubblici, e quindi dei cittadini, la trasparenza deve essere una regola.

Il bando richiede che il capitale minimo dell'Azienda appaltatrice sia di € 130.000. È vero che bisogna favorire l'adesione delle aziende locali, ma in questo caso ci sembra che un'azienda troppo piccola non possa dare quelle garanzie economiche e di know how che sono necessarie, per essere certi che il vincitore della gara sia in grado di fornire il supporto nei 22 anni di sviluppo del servizio.

Il fine ultimo di un Comune (quindi di una comunità) non deve essere il risparmio fine a se stesso ma quello di razionalizzare con intelligenza tutte le voci di spesa per dare ai cittadini, a parità di finanziamenti ricevuti, più servizi.

Qual è il risparmio previsto sul consumo di energia elettrica, visto che la tecnologia LED prevede risparmi consistenti? E poiché non si prevede un risparmio consistente, dove sono i servizi aggiuntivi per la popolazione che, almeno, compenserebbero i cittadini del mancato - forte - risparmio ?

Risulta difficile giudicare un bando senza studiare prima il piano di fattibilità con l'ausilio di esperti del settore. Si rischia di sprecare soltanto chiacchiere. A questo punto siamo costretti a richiedere, di tasca nostra, il piano suddetto per dare giudizi più precisi e fare proposte più vantaggiose per la comunità.

Insomma, questo bando come altri, sembra fare acqua da tutte le parti, ma la cosa che ci preme dire è che, come per il bando sui rifiuti, l'Amministrazione a 4 mesi dalla scadenza del mandato, ha deciso di tagliare fuori la futura Amministrazione, ipotecando il futuro del paese. Francamente ci sembra una scelta poco responsabile e con motivazioni di dubbia natura.
Su progetti così importanti qual è la necessità di anticipare le decisioni soltanto di qualche mese per poi scaricarne la gestione ad altri? Perché tutta questa fretta nel dare appalti?