14 settembre 2013


Settimana corta a scuola: quando le scelte sono calate dall'alto

Sarebbe stato sufficiente il coinvolgimento di tutti i genitori per non scatenare una discussione che vedrà sempre scontenti. Le motivazioni sul risparmio energetico non reggono per il M5S che propone alternative



Tra pochi giorni tutte le scuole pugliesi, come da calendario regionale e secondo le modalità deliberate nei singoli Consigli d’Istituto, riapriranno i battenti, ma quello che sta accadendo a Polignano desta malcontento. Infatti,a partire dal prossimo anno scolastico, le scuole primarie di Polignano e, a quanto pare, anche la scuola secondaria di I grado del gruppo Don Bosco, adotteranno la settimana corta: dalle 30 ore settimanali si passa a 27 distribuite in cinque giorni.
Da un lato avremo una più semplice gestione degli orari degli insegnanti, dei collaboratori scolastici ed un “presunto” risparmio dei consumi di elettricità e riscaldamento. Dall’altro, abbiamo alunni con i loro ritmi e famiglie con le proprie esigenze. In una cittadina come la nostra, si potrebbe ovviare alle diatribe semplicemente coinvolgendo più persone interessate possibili, evitando di calare queste scelte dall’alto. La realtà polignanese è a vocazione agricola o, al massimo, commerciale, con genitore impegnati nei campi, nelle aziende ortofrutticole e negli esercizi commerciali. Non tutte le famiglie hanno la possibilità di affidare i propri figli ai parenti o permettersi di pagare ludoteche o baby-sitter.  
Dal punto di vista didattico significa sottoporre gli alunni a tempi troppo lunghi, ben lontani dalle capacità d’attenzione, dai ritmi di apprendimento dei fanciulli di questa fascia d’età. Lasciare tra i banchi bambini di cinque anni e mezzo dalle 8 alle 13.30 potrebbe essere troppo. Senza parlare del fatto che bisognerà gestire la questione “compiti a casa”: gli insegnanti in qualche modo dovranno recuperare le attività che non riescono a svolgere con un tempo scuola ridotto.
Una decisione simile, sebbene deliberata dal Consiglio d’Istituto, pare nata più negli uffici di presidenza che tra le famiglie. Sarebbe stato opportuno quantomeno fare un sondaggio tra i genitori per capire se un cambiamento del genere avrebbe portato vantaggi o disagi tra l’utenza. Una opzione che avrebbe evitato gli attriti che stanno portando i genitori della scuola primaria Don Bosco alla raccolta firme per ripristinare l’orario su 6 giorni settimanali.
 Diverso è il caso di chi preferisce optare per il tempo pieno: 40 ore settimanali spalmate in cinque giorni; la settimana corta è una scelta del genitore e i tempi sono più distesi (dalle 8 alle 16 circa). La parola d’ordine, dunque, è “condivisione”.  
Ma anche sul versante risparmio energetico, proponiamo alternative differenti. Già in passato avevamo invitato le scuole polignanesi a prendere esempio dal varesotto e dal Salento: ridurre la spesa energetica, anche più del 50%, nominando tra i ragazzi i “guardiani della luce”, in grado di vigilare sullo spreco di elettricità, spegnendo la luce quando le lezioni sono finite e aprendo le tende se necessario. Da loro è oramai realtà quotidiana, raccontata nel libro “La mia scuola a impatto zero” del Pres.Ass. Comuni Virtuosi Marco Boschini, che possiamo tranquillamente copiare.