1) Intanto possiamo tracciare un primo bilancio della vostra attività politica. Ci sono rimpianti, errori commessi? Qual è stata l'esperienza più interessante?
Se vogliamo fare un bilancio, possiamo dire subito che si tratta di un bilancio positivo se consideriamo le numerose proposte elaborate da parte di tutti gli Attivisti e poi presentate all'Amministrazione. Sono state toccate numerose tematiche: ma se poi ci concentriamo sui silenzi ottenuti come risposta alle nostre proposte, allora non possiamo essere poi così soddisfatti. Il rammarico più grande, di conseguenza, è quello di non essere riusciti quasi mai a creare un dialogo costruttivo con gli amministratori che, anche quando sono stati chiamati in causa direttamente, hanno sempre preferito risponderci per altre vie piuttosto che attraverso risposta formale, nonché in termini denigratori.
2) Oltre a riprendere i consigli, come notava il "simpatico" de-trattore, come si svolge la vostra attività di partito o meglio di "movimento"...
Oltre le simpaticherie del de-trattore,
c’è dietro un mondo che forse i più non conoscono. L’attivismo è fatto anche di sacrificio e duro, libero e gratuito impegno che comincia con il vivere il paese in quanto semplici cittadini e il fare informazione. Ovvero dare alla gente il dato e il fatto puro e semplice, cosicché possano giudicare con la propria testa. Un lavoro che passa per la consultazione costante dell’albo pretorio, consultazione degli albi dei comuni più virtuosi, discussione dei fatti che ci circondano, confronto con icittadini,l’elaborazionedi un progetto o di una proposta da presentare alla comunità e all’Amministrazione. Oppure può far scattare una collaborazione con i gruppi di paesi limitrofi o con i nostri portavoce in Parlamento. Il nostro blog ne è piena testimonianza. Attivismo e quindi cambiamento passano anche per le scelte fatte nella vita di tutti i giorni: scegliere di fare per bene la raccolta differenziata, cominciando dal proprio piccolo, preferire la bici alla macchina, leggere le etichette dei prodotti e selezionarli di conseguenza..è già una scelta politica.Attivismo è metterci la faccia, rischiando anche di essere derisi e infangati dai potenti e dagli stolti.. Essere semplicemente curiosi, porsi domande è la base del cambiamento.
3) Avete delle aspirazioni politiche? Delle ambizioni? Qualcuno di voi, per esempio, intende partecipare alleimminenti competizioni elettorali? O perfino prendere il posto dei due cittadini parlamentari? Potrà sembrarvi strano, ma nessuno di noi del gruppo di Polignano ha ambizioni di “poltrone”. Tra l’altro abbiamo spiegato più volte, anche su questo giornale, che
nel movimento non ti candidi, ma ti candidano. E nessuno di noi prova certo invidia per
Giuseppe ed
Emanuele, che stimiamo molto. È che siamo umani e ci chiediamo: ma come fanno a stare lì? A resistere e a lavorare come matti? Già fare l’opposizione fuori dal consiglio comunale ci ha temprati e messi alla prova parecchio. L’aspirazione ad “alte cariche” non è nelle nostre menti, semmai potrà essere una conseguenza di duro lavoro, ma francamente, non ci stiamo pensando affatto. Lavoriamo per Polignano, non per noi stessi.
4) Come giudicate a Polignano il rapporto tra giovani e politica?
Da parte nostra notiamo un leggero scetticismo dei giovani nei confronti della politica, ma questo non significa che non siano interessati alla stessa. Ci dispiace però constatare come alcuni nostri coetanei con una diversa idea di politica dalla nostra, che magari sono iscritti o si riconoscono in altri partiti, non riescano a farsi spazio al loro interno, non riescano a far sentire la propria voce perché messi sempre in ombra dagli “evergreen” della politica polignanese. Basta guardare i giovani di Polignano2012 che fine hanno fatto. Questa cosa ad esempio da noi non accade, sicuramente perché siamo un movimento giovane, ma anche perché l'idea che noi abbiamo è quella che ognuno quotidianamente debba interessarsi della politica in quanto “cosa pubblica” .Da noi non esistono leader sempre in primo piano.
5) Cosa vi ha colpito in negativo di questo consiglio comunale? Qual è la vostra delusione più grande, da attivisti e da cittadini polignanesi?
La delusione più grande di questa Amministrazione è
l’ottusità. Il non voler vedere oltre il sub-ordinario, il non voler essere ampiamente trasparenti e comunicativi con la cittadinanza, l’esser spesso stata cieca e sorda nei confronti non solo nostri e delle nostre proposte ma delle lamentele e le richieste della gente in generale. Gli incontri che abbiamo fatto con l’Amministrazione sembravano, lì per lì, essere proficui e costruttivi, ma nei fatti l’Amministrazione ne ha prodotto poco o nulla. Certo,
la battaglia sulla trasparenza degli atti online, almeno, possiamo giudicarla una nostra vittoria per la comunità, ma c’è ancora molta strada da fare.
6) Il vostro reportage nei quartieri di Polignano ha prodotto qualche effetto?
(Settimana Europea della Democrazia Locale) Si ha prodotto effetti, come in contrada Sant’Anna Vagno, dove dopo l'incontro ed aver raccontato sui giornali i problemi di quel quartiere, i cittadini hanno ottenuto che i terreni abbandonati e incolti venissero ripuliti nonché il ripristino della segnaletica orizzontale e verticale che precedentemente era assente. Siamo solo rammaricati della totale assenza dell’Amministrazione, debitamente invitata, all’ultimo incontro svoltosi nella sala consiliare. Sarebbe dovuto essere un momento non solo di riepilogo, ma di confronto e di sintesi tra amministratori e cittadini, tecnici e non tecnici: chissà quante soluzioni avremmo potuto trovare assieme!
7) Quali altre iniziative intendete avviare nel futuro?
La cosa fondamentale è continuare a fare i Cittadini con la “C” maiuscola e cioè controllare l’operato dell’Amministrazione e proporre soluzioni alternative. Se lo facessero tutti, oggi vivremmo in un paese ben diverso. D’altronde si tratta o no dei nostri soldi? Quale datore di lavoro lascerebbe le chiavi della propria azienda ai dipendenti senza controllarne l’operato? A maggior ragione dinanzi a risultati disarmanti e disastrosi? E allora perché noi dobbiamo lasciare le chiavi della nostra città senza controllare? Questa è l’azione fondamentale che dovrebbe essere fatta, da tutti.
8) Dicono che non avete "santi" che vi proteggano. In effetti alle comunali non siete entrati in Consiglio. Credete sia un limite questo?
Siamo per uno stato laico, “santi” di ogni genere non ci interessano. È stato un limite non avere un consigliere? Certo, lavorare da fuori ci ha reso le cose difficili, a cominciare dall’accesso agli atti, ma siamo comunque riusciti con caparbietà (e
un esposto) quanto meno a migliorare questo aspetto per garantirlo a tutti i polignanesi, non solo a noi. È un limite non avere “santi”per poter entrare in consiglio? Beh il consiglio non è certo il paradiso, vogliamo entrare in consiglio solo e soltanto con l’appoggio dei cittadini liberi, pensanti e partecipanti. Il voto di scambio è la morte della politica, quindi di tutti gli aspetti civici e sociali che ci circondano, è il più grosso problema italiano al pari della disinformazione di massa: o capiamo questo o non andremo mai avanti. Noi combattiamo, civilmente, per questo.
9) Quali sono le priorità che secondo voi dovrebbe affrontare questaAmministrazione nel 2014?
Ancora non sono chiare le loro di priorità. Ma se cominciassimo da una più larga condivisione delle cose che concernono la res pubblica saremmo già a metà dell’opera. Come le scelte sul turismo, la formazione sulla raccolta differenziata, l’alleggerimento del peso fiscale, la salvaguardia del paesaggio e dei prodotti locali..
Leggi anche:
30 proposte dal M5S, 30 silenzi da Vitto
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."