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7 giugno 2014


Palme trattate, ma avvisi (ancora) poco chiari

Dopo le segnalazioni degli Attivisti 5 Stelle di nove mesi fa, vi sono miglioramenti ma non si informano i cittadini sui “tempi di rientro” che mettono a repentaglio la salute dei polignanesi, i quali potrebbero respirare sostanze tossiche

A settembre denunciammo la superficialità con cui venivano informati i cittadini sui trattamenti effettuati alle palme per proteggerle dal famigerato “Punteruolo Rosso”. Se 8 mesi fa i cartelli disponevano solamente di una indicazione su tre, questa volta ne manca solamente una. Dunque, ci sono voluti 8 mesi per comprendere che è necessario segnalare la data in cui è stato effettuato il trattamento ed il nome del prodotto utilizzato. Ci auguriamo di non dover attendere così tanto tempo per vedere indicato anche il ‘tempo di rientro’, ovvero il tempo dopo il quale si può tornare sul luogo trattato senza rischiare di intossicarsi”. Il PAN (Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), approvato lo scorso febbraio, infatti prescrive che: “È fatto obbligo di avvisare la popolazione attraverso l’apposizione di cartelli che indicano, tra l’altro, la sostanza attiva utilizzata, la data del trattamento e la durata del divieto di accesso all’area trattata. La durata del divieto di accesso non deve essere inferiore al tempo di rientro eventualmente indicato nell’etichetta dei prodotti fitosanitari utilizzati e, ove non presente, nelle aree frequentate dai gruppi vulnerabili non può essere inferiore a 48 ore. Nelle aree interessate non possono essere utilizzati prodotti fitosanitari che abbiano tempi di rientro superiori a 48 ore”. Chiediamo, pertanto, all’Amministrazione Vitto di fare chiarezza, informando i cittadini e tutelandone, così, la salute. Respirare prodotti tossici non dovrebbe essere piacevole per nessuno.

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25 settembre 2013


Punteruolo e palme velenose

 
I trattamenti periodici che, ormai da anni, si effettuano alle palme per proteggerle dal famigerato Punteruolo rosso (Rhynchophorusferrugineus), devono essere correttamente indicati nelle tabelle appese alle piante trattate. Purtroppo, però, manca chiarezza nei cartelli delle palme appartenenti al verde urbano pubblico che sollevano più dubbi e timori che chiarimenti, lasciando i cittadini interdetti e preoccupati.
L’unica scritta sui cartelli, infatti, è “Palme trattate”. Un avviso insufficiente a garantire una corretta e necessaria informazione. Vanno indicati: la data e possibilmente l’ora in cui è stato effettuato il trattamento, il nome commerciale e/o il principio attivo ed il “tempo di rientro”, cioè il tempo dopo il quale si può tornare sul luogo trattato senza rischiare di intossicarsi. Queste informazioni sono, a maggior ragione, valide per i trattamenti in ambienti urbani, nei quali, com’è ovvio, si debbono utilizzare presidi sanitari a bassissima tossicità per l’uomo e breve tempo di rientro.
Sarà da verificare, dunque, se la mancanza di informazioni è dovuta alla negligenza della ditta che provvede alla gestione del verde o, peggio ancora, un atto voluto, perché mirato a nascondere l’utilizzo di fitofarmaci sconsigliati per i trattamenti in ambienti urbani o, addirittura, proibiti.
Chiediamo all’Amministrazione Vitto di fare chiarezza e informazione a tutela della salute di tutti i polignanesi.  
 
http://www.decorourbano.org/zone-verdi/polignano-a-mare/via-pompeo-sarnelli/22144/

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8 novembre 2012


Gestione del verde a Polignano

Abbiamo ricevuto segnalazioni da alcuni cittadini che lamentano una gestione scriteriata del verde urbano.


Iniziamo dalle isole di traffico che a Polignano vengono realizzate con metodi scarsamente eco-sostenibili, poiché si utilizzano piante esotiche facilmente attaccabili dai parassiti e che richiedono quindi trattamenti “pesanti” e costosi. Si potrebbero abbattere i costi ed ottenere un risultato molto più valido dal punto di vista estetico ed ambientale. Basterebbe delimitare l'area dell'isola di traffico con un semplice cordolo (e non con delle pietre) e piantare al centro uno o più alberi del nostro territorio (ulivo, quercia, carrubo, etc.).

 

Altro motivo di “smarrimento” per i cittadini che di verde un po' se ne intendono, sono quei metodi “ad capocchiam” con cui si effettuano le potature.
Qualcuno avrà notato che le potature delle palme sono state fatte nel mese di luglio. Niente di più sbagliato! Il punteruolo rosso ha la capacità di sentire i feromoni sprigionati dal taglio e diventa molto attivo con le alte temperature. Ne consegue un intenso e continuo uso di insetticidi tossici ed i trattamenti vengono fatti con potenti e costosissime dosi di sostanze chimiche, inquinando il suolo.
Suddetti insetticidi producono sostanze tossiche volatili che vengono inalate da chiunque si trovi in quell'area (uomini, bambini, animali). Le piante autoctone, invece, non hanno bisogno di trattamenti chimici, sono molto più resistenti e, se permettete, sono anche molto più belle da vedersi.
Delle palme e del punteruolo rosso abbiamo già scritto qualcosa nel post “Le palme, il punteruolo... ed altre amenità


Esempio visibile di una potatura stile Attila è quella effettuata agli eucalipti.
L'immagine allegata parla da sola!! Fino a qualche giorno fa erano dei bellissimi esemplari ora ridotti a monconi che fanno tristezza. Agronomi, tecnici del settore ed esperti potatori asseriscono che quel tipo di potatura, detta capitozzatura è, di solito, un metodo devastante che si pratica solo in casi estremi.
Anzitutto, va detto che la potatura delle piante legnose costituisce una pratica colturale importante e delicata, che richiede particolari competenze, i cui effetti si ripercuotono profondamente sull'habitus della pianta con conseguenze spesso irreversibili.
Esistono diverse tipologie di potatura: di allevamento, di rimonda del secco, di risanamento, di sfoltimento, di contenimento, di ristrutturazione, di mantenimento.
Sulle piante adulte di Eucalipto ornamentale si dovrebbe effettuare principalmente la potatura di mantenimento, a fine inverno-inizio primavera oppure in tarda estate-inizio autunno, per mantenere una forma sana e duratura, eliminando i rami incrociati o disordinati
” ha dichiarato un agronomo da noi interpellato.
È ovvio che un parere specifico, richiede l’analisi di tutti gli elementi del caso concreto.
A proposito, la legna ottenuta dalla potatura dove va a finire?
Da un'Amministrazione con due agronomi al suo interno ci si aspetterebbe maggiore attenzione su temi di loro competenza.

P.S. Di seguito riportiamo il parere tecnico rilasciato dall'agronomo Dott. Manuel Roppo, sulle corrette tecniche di potatura degli esemplari di Eucalipto a scopo ornamentale



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