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Gazzetta del Mezzogiorno del 15 luglio 2015 |
Puntualmente, come ogni anno da quando i lavori al porto turistico di Polignano hanno preso avvio (forse mera coincidenza o, piuttosto, causa diretta), si ripresenta il problema dello spiaggiamento della
posidonia nelle calette del nostro paese. Accadde lo scorso anno a
Ponte dei Lapilli dove, dopo la nostra denuncia, i cospicui banchi di posidonia che ostacolavano l’ingresso in acqua furono rimossi e sistemati in numerosi bustoni di plastica nera al di sotto del ponticello borbonico. Accade quest’anno alla spiaggetta del porto, letteralmente
invasa dalle alghe. Una situazione insostenibile che ha portato
Pasquale Tuccino a lanciare un appello-minaccia: “
se non mi ridate la mia spiaggetta, faccio lo sciopero della fame!”.
La
normativa comunitaria e nazionale in materia attribuisce un notevole
valore ecologico alla posidonia perché contribuisce a
proteggere le spiagge dall’erosione. È una riserva trofica e una fonte di carbonio e nutrienti nonché costituisce l’habitat naturale per molti organismi, favorendo la formazione delle dune embrionali. Ciò, però, va conciliato con quelle che rappresentano le esigenze dei bagnanti polignanesi e della fruizione turistica dei litorali. La
circolare n. 8123/2006 dispone tre possibili strategie di intervento:
mantenimento in loco delle banquettes, spostamento degli accumuli in altre zone della medesima spiaggia o in altre vicine, rimozione permanente e trasferimento in discarica. Quest’ultima opzione è la modalità dai costi maggiori, sia in termini economici sia ecologici, interamente a carico della collettività in misura sia diretta sia indiretta; da realizzarsi solo quando nessun’altra soluzione è attuabile.
Lo scorso anno l’Amministrazione Vitto dichiarò di aver ottenuto un finanziamento di ben
40.000 euro per ripulire le spiagge dalla posidonia. In realtà, però, una ulteriore alternativa con una modalità di gestione eco-compatibile delle biomasse spiaggiate è stata realizzata, nell’ambito dei progetti Life+, proprio dal vicino Comune di Mola di Bari. Il progetto “
Posidonia Residues Integrated Management for Ecosustainability”
P.R.I.M.E.,
finanziato dalla Comunità Europea, ha previsto l’impiego agronomico della posidonia.
Invitiamo l’Amministrazione Vitto a fare presto per riconsegnare la spiaggia ai polignanesi ed ai turisti, a cui non viene offerto assolutamente un bello spettacolo e suggeriamo, al contempo, di seguire le
linee guida redatte nell’ambito del progetto PRIME così da avviare al compostaggio questa biomassa, non gravando sulle tasche dei cittadini come ogni anno, sia attraverso fondi diretti comunali sia per il tramite di finanziamenti di altri enti che rappresentano sempre tasse dei polignanesi. Ma forse è chiedere troppo ad un’Amministrazione che ha un Assessore al Turismo, nelle vesti di Sindaco, ed uno all’Agricoltura praticamente fantasmi.
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
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