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21 giugno 2019


Dopo 80 giorni, il Comune rimuove finalmente la posidonia



Era il 30 marzo scorso quando la consigliera comunale Maria La Ghezza (M5S) presentò una interrogazione indirizzata al Sindaco Domenico Vitto per ricordare alla Giunta di centrosinistra come la costa di Polignano stesse subendo, anche quest’anno, gli effetti della posidonia spiaggiata che non consente una piena fruizione del demanio marittimo “pubblico” dovuto soprattutto agli effetti della decomposizione di queste biomasse vegetali che diventano sgradevolmente odorose. Una situazione che appariva lampante e insostenibile soprattutto sulla spiaggia di Santa Caterina, sul litorale di Cozze Nere, spiaggia dedicata alla libera e pubblica balneazione, specialmente per i polignanesi, che fino a questa mattina era invasa da biomasse al punto da non consentirne l’accesso al mare.

E dopo ‘appena’ 80 giorni dalla interrogazione 5 Stelle, proprio mentre durante il consiglio comunale Maria La Ghezza ricordava al Sindaco la problematica, il Primo Cittadino/Assessore al Turismo mi ha annunciato che la pulizia sarebbe avvenuta in queste ore: purtroppo, ha affermato Vitto, non riuscivano a trovare la ditta per eseguire i lavori. Una risposta davvero particolare. A Mola hanno saputo organizzare un progetto con cui riutilizzano questa biomassa in agricoltura: lo suggeriamo da anni a quest’Amministrazione ma l’opzione non è stata mai presa in considerazione. A Ginosa, Comune amministrato dal Sindaco Vito Parisi (M5S), ogni anno provvedono, con doverosa programmazione, alla pulizia dell’arenile e alla sistemazione delle passerelle in modo da assicurare a cittadini e turisti la piena e regolare fruizione del mare e della spiaggia, anche agevolando chi ha disabilità. A Polignano, invece, pare che scopriamo di stare sul mare ogni anno a maggio...

VDP - 21.06.2019

BLU - 21.06.2019



Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
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1 aprile 2019


Il Comune deve rimuovere la posidonia spiaggiata



La costa del Comune di Polignano a mare anche quest’anno ha subito gli effetti della posidonia spiaggiata che non consente una piena fruizione del demanio marittimo “pubblico” dovuto soprattutto agli effetti della decomposizione di queste biomasse vegetali che diventano sgradevolmente odorosi. In particolare ciò accade sul litorale di Cozze Nere, spiaggia dedicata alla libera e pubblica balneazione, specialmente per i polignanesi, che risulta invasa da queste biomasse al punto da non consentirne l’accesso al mare.
Una situazione insostenibile e che è visibilmente peggiorata con la realizzazione dell’ampliamento del porto turistico. Ovviamente non vi è una certezza scientifica di causa-effetto ma è ciò che tutti i polignanesi hanno potuto constatare in questi anni. In vista dell’oramai prossima stagione turistica, la nostra consigliera Maria La Ghezza ha presentato una interrogazione all’Amministrazione Vitto per invitare il Comune a provvedere alla rimozione delle biomasse vegetali perché il rifiuto insiste in area libera non oggetto di concessione a terzi.
Le “Linee Guida per la gestione delle Biomasse Vegetali Spiaggiate”, infatti, precisano che le biomasse vegetali spiaggiate sono inquadrabili fra “i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua”, rientrando di fatto nella categoria dei rifiuti urbani. Questa particolare tipologia di rifiuti, pertanto, secondo l’interpretazione della stessa Regione Puglia parrebbe più coerentemente associabile, anche per loro stessa natura, nella definizione che include nei rifiuti urbani “i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali”. Le stesse Linee Guida, infine, stabiliscono che ai concessionari è fatto obbligo di intervenire limitatamente alla spiaggia in concessione e, pertanto, toccherebbe al Comune liberare le altre aree dalla posidonia.
Ricordiamo che la normativa comunitaria e nazionale in materia attribuisce un notevole valore ecologico alla posidonia perché contribuisce a proteggere le spiagge dall’erosione. È una riserva trofica e una fonte di carbonio e nutrienti nonché costituisce l’habitat naturale per molti organismi, favorendo la formazione delle dune embrionali. Ciò, però, va conciliato con quelle che rappresentano le esigenze dei bagnanti polignanesi e della fruizione turistica dei litorali. La circolare n. 8123/2006 dispone tre possibili strategie di intervento: mantenimento in loco delle banquettes, spostamento degli accumuli in altre zone della medesima spiaggia o in altre vicine, rimozione permanente e trasferimento in discarica. Quest’ultima opzione è la modalità dai costi maggiori, sia in termini economici sia ecologici, interamente a carico della collettività in misura sia diretta sia indiretta; da realizzarsi solo quando nessun’altra soluzione è attuabile. In realtà, però, una ulteriore alternativa con una modalità di gestione eco-compatibile delle biomasse spiaggiate è stata realizzata, nell’ambito dei progetti Life+, proprio dal vicino Comune di Mola di Bari. Il progetto PRIME (Posidonia Residues Integrated Management for Ecosustainability) finanziato dalla Comunità Europea ha previsto l’impiego agronomico della posidonia. Insomma come si faceva un tempo ma con delle linee guida ben precise per avviare a compostaggio questa biomassa senza gravare sulle tasche dei cittadini. Una opzione che proponiamo all’Amministrazione Vitto dal 2015 ma sinora è rimasta inascoltata.


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29 luglio 2015


Posidonia: una possibile alternativa è l'impiego agronomico

Gazzetta del Mezzogiorno del 15 luglio 2015

Puntualmente, come ogni anno da quando i lavori al porto turistico di Polignano hanno preso avvio (forse mera coincidenza o, piuttosto, causa diretta), si ripresenta il problema dello spiaggiamento della posidonia nelle calette del nostro paese. Accadde lo scorso anno a Ponte dei Lapilli dove, dopo la nostra denuncia, i cospicui banchi di posidonia che ostacolavano l’ingresso in acqua furono rimossi e sistemati in numerosi bustoni di plastica nera al di sotto del ponticello borbonico. Accade quest’anno alla spiaggetta del porto, letteralmente invasa dalle alghe. Una situazione insostenibile che ha portato Pasquale Tuccino a lanciare un appello-minaccia: “se non mi ridate la mia spiaggetta, faccio lo sciopero della fame!”.
La normativa comunitaria e nazionale in materia attribuisce un notevole valore ecologico alla posidonia perché contribuisce a proteggere le spiagge dall’erosione. È una riserva trofica e una fonte di carbonio e nutrienti nonché costituisce l’habitat naturale per molti organismi, favorendo la formazione delle dune embrionali. Ciò, però, va conciliato con quelle che rappresentano le esigenze dei bagnanti polignanesi e della fruizione turistica dei litorali. La circolare n. 8123/2006 dispone tre possibili strategie di intervento: mantenimento in loco delle banquettes, spostamento degli accumuli in altre zone della medesima spiaggia o in altre vicine, rimozione permanente e trasferimento in discarica. Quest’ultima opzione è la modalità dai costi maggiori, sia in termini economici sia ecologici, interamente a carico della collettività in misura sia diretta sia indiretta; da realizzarsi solo quando nessun’altra soluzione è attuabile.
Lo scorso anno l’Amministrazione Vitto dichiarò di aver ottenuto un finanziamento di ben 40.000 euro per ripulire le spiagge dalla posidonia. In realtà, però, una ulteriore alternativa con una modalità di gestione eco-compatibile delle biomasse spiaggiate è stata realizzata, nell’ambito dei progetti Life+, proprio dal vicino Comune di Mola di Bari. Il progetto “Posidonia Residues Integrated Management for EcosustainabilityP.R.I.M.E., finanziato dalla Comunità Europea, ha previsto l’impiego agronomico della posidonia.
Invitiamo l’Amministrazione Vitto a fare presto per riconsegnare la spiaggia ai polignanesi ed ai turisti, a cui non viene offerto assolutamente un bello spettacolo e suggeriamo, al contempo, di seguire le linee guida redatte nell’ambito del progetto PRIME così da avviare al compostaggio questa biomassa, non gravando sulle tasche dei cittadini come ogni anno, sia attraverso fondi diretti comunali sia per il tramite di finanziamenti di altri enti che rappresentano sempre tasse dei polignanesi. Ma forse è chiedere troppo ad un’Amministrazione che ha un Assessore al Turismo, nelle vesti di Sindaco, ed uno all’Agricoltura praticamente fantasmi.


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12 settembre 2014


Ponte dei Lapilli: la posidonia conservata “contro legge”

Ricordate la posidonia che ingombrava la spiaggetta di Ponte dei Lapilli e che rendeva difficoltoso e poco piacevole ai bagnanti l’ingresso in acqua? Ora non c’è più, anzi c’è! Infatti, circa una ventina di bustoni di plastica nera, i classici da immondizia indifferenziata, ricolmi di posidonia giacciono proprio sotto il ponte della caletta. La normativa comunitaria e nazionale in materia, però, dispone ben altro. Il principio alla base è che ha notevole valore ecologico e contribuisce a proteggere le spiagge dall’erosione. È una riserva trofica e una fonte di carbonio e nutrienti nonché costituisce l’habitat naturale per molti organismi, favorendo la formazione delle dune embrionali. Ciò, però, va conciliato con le esigenze della fruizione turistica dei litorali. La circolare n. 8123/2006 dispone tre possibili strategie di intervento: mantenimento in loco delle banquettes, spostamento degli accumuli in altre zone della medesima spiaggia o in altre vicine, rimozione permanente e trasferimento in discarica. In questo caso pare si sia optato per la seconda opzione che, però, non prevede assolutamente l’inserimento e la conservazione della posidonia in bustoni di plastica.
Invitiamo l’assessore all’Ambiente Simone e il corpo dei vigili urbani a fare chiarezza su questa vicenda che appare molto strana: da un lato, così sistemati, i bustoni divengono persino un pericolo in occasione di altri acquazzoni torrenziali, dall’altro le proprietà della posidonia vengono drasticamente compromesse dalla conservazione in bustoni di plastica, probabilità non contemplata dalla normativa. Si è parlato di circa 40.000 euro a disposizione per ripulire quella spiaggetta ed è questo, dunque, il modo in cui sono stati spesi?


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