Il 24 ottobre del 1929 le borse del pianeta crollarono. Quali differenze ci sono tra la crisi del 1929 e quella del 2008? È determinante saperlo per cercare di prevedere cosa ci aspetta nei mesi successivi.
Bisogna subito precisare che ci sono differenze sia in termini storici che strutturali.
Nel 1929 la crisi fu generata principalmente da 2 cause, analizziamole una alla volta.
1) La prima causa fu dovuta al fatto che le banche prestavano denaro per acquistare titoli. Si creò così un volano sperequativo in cui le azioni delle aziende quotate in borsa salivano e il risparmiatore non faceva altro che farsi “prestare” i soldi dalla banca per comprare il titolo oggi e rivenderlo domani nella consapevolezza che questo si sarebbe apprezzato.
La banca prestava l'intero importo dell'operazione poiché aveva la garanzia dell'azione.
Si verificarono però delle situazioni di mercato in cui la liquidità dei titoli fu talmente elevata che le banche furono costrette a chiudere di ufficio le posizioni, perché vi era il rischio che il prestito che era stato concesso non potesse più essere ripagato. Il crollo fu così imminente che molti risparmiatori si ritrovarono ad aver acquistato a debito azioni per un valore di $ 50.000 ma che dopo il crollo, pur smobilitando la posizione, riuscirono a ricavare solo $ 40.000 ritrovandosi così scoperti di $ 10.000
Quei soldi però le banche li avevano prestati non riuscendo così a rientrare il capitale investito, ecco perché molti istituti di credito fallirono.
Tra questi però quelli che crollarono non furono i grandi istituto di credito, ma al contrario furono le piccole banche le quali vennero poi acquisite dai grandi istituti in quanto sottocapitalizzate. Questa situazione portò così ad un assalto da parte dei correntisti agli sportelli bancari, nella speranza di ritirare tutto il denaro contante per salvarlo dal fallimento delle banche.
2) La seconda causa fu dovuta alla salita dei titoli azionari. Perché le azioni prima del 1929 prendevano sempre valore?
Tutto ciò fu dovuto alla esplosione economica che venne messa in essere grazie ai processi di industrializzazione di Henry Ford. L'automobile aveva creato un volano sperequativo fenomenale perché aveva generato una ricchezza che si espandeva e toccava tutti i settori: edilizio, gomme, tessuti, vetri, metalli e tutte le attività del terziario.
Le borse salivano perché si considerava che questa espansione fosse inarrestabile. Purtroppo non fu così perché l'espansione economica non riuscì a trasmettersi anche nei livelli di redditi. Quindi si arrivò che anche il piccolino che aveva il suo lavoro, andò in saturazione finanziaria, cioè non era in grado di cambiare l'automobile o qualsiasi altra cosa con la velocità che il sistema immaginava creando così quel vortice che avrebbe dovuto autogenerare ricchezza.
Tutto cominciò quindi dall'industria automobilistica statunitense che creò questa ondata di ricchezza in termini reali che si ripercosse in borsa, e come sempre, la storia della civiltà umana è legata da due sentimenti: avidità e paura. Avidità di guadagnare e paura di perdere. Questo creò prima il picco di salita e poi il picco di discesa. La storia si ripete ed è quello che sta succedendo anche adesso.
Quello che però forse pochi sanno è che l'inquietante periodo di depressione economica dopo il crash, portò 4 anni di pesantissima contrazione di fatturati, disoccupazione e inflazione galoppanti, che colpirono lo stile di vita e il benessere non solo degli americani ma anche di tutte le altre popolazioni legate all'economia statunitense.
Quel periodo di forte depressione fu superato grazie ad un intervento da parte del governo di Franklin Roosevelt, il quale varò il piano New Deal che prevedeva interventi statali da proporzioni impensabili per quei tempi, che non fece altro che rigenerare e rimettere in moto una macchina che si era inceppata.
Da questa breve cronologia dei fatti, possiamo subito capire che c'è stata una differenza sostanziale tra il 1929 e il 2008. Ecco perché quello che noi oggi ci troviamo ad affrontare non è un altro 1929 ma un nuovo 1929. Lo capiamo dal fatto che le azioni in borsa in questi anni le hanno acquistate pochissime persone e dal fatto che alcune aziende, grazie a fenomeni di delocalizzazione, hanno vantato aumenti degli utili notevoli.
Come siamo arrivati a questa nuova crisi lo vedremo in dettaglio nel prossimo articolo in cui spiegheremo le 4 macrocause che ci hanno portato a questa depressione economica e capiremo che non siamo difronte ad una crisi ma ad una vera e propria emergenza sociale.
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Bisogna subito precisare che ci sono differenze sia in termini storici che strutturali.
Nel 1929 la crisi fu generata principalmente da 2 cause, analizziamole una alla volta.
1) La prima causa fu dovuta al fatto che le banche prestavano denaro per acquistare titoli. Si creò così un volano sperequativo in cui le azioni delle aziende quotate in borsa salivano e il risparmiatore non faceva altro che farsi “prestare” i soldi dalla banca per comprare il titolo oggi e rivenderlo domani nella consapevolezza che questo si sarebbe apprezzato.
La banca prestava l'intero importo dell'operazione poiché aveva la garanzia dell'azione.
Si verificarono però delle situazioni di mercato in cui la liquidità dei titoli fu talmente elevata che le banche furono costrette a chiudere di ufficio le posizioni, perché vi era il rischio che il prestito che era stato concesso non potesse più essere ripagato. Il crollo fu così imminente che molti risparmiatori si ritrovarono ad aver acquistato a debito azioni per un valore di $ 50.000 ma che dopo il crollo, pur smobilitando la posizione, riuscirono a ricavare solo $ 40.000 ritrovandosi così scoperti di $ 10.000
Quei soldi però le banche li avevano prestati non riuscendo così a rientrare il capitale investito, ecco perché molti istituti di credito fallirono.
Tra questi però quelli che crollarono non furono i grandi istituto di credito, ma al contrario furono le piccole banche le quali vennero poi acquisite dai grandi istituti in quanto sottocapitalizzate. Questa situazione portò così ad un assalto da parte dei correntisti agli sportelli bancari, nella speranza di ritirare tutto il denaro contante per salvarlo dal fallimento delle banche.
2) La seconda causa fu dovuta alla salita dei titoli azionari. Perché le azioni prima del 1929 prendevano sempre valore?
Tutto ciò fu dovuto alla esplosione economica che venne messa in essere grazie ai processi di industrializzazione di Henry Ford. L'automobile aveva creato un volano sperequativo fenomenale perché aveva generato una ricchezza che si espandeva e toccava tutti i settori: edilizio, gomme, tessuti, vetri, metalli e tutte le attività del terziario.
Le borse salivano perché si considerava che questa espansione fosse inarrestabile. Purtroppo non fu così perché l'espansione economica non riuscì a trasmettersi anche nei livelli di redditi. Quindi si arrivò che anche il piccolino che aveva il suo lavoro, andò in saturazione finanziaria, cioè non era in grado di cambiare l'automobile o qualsiasi altra cosa con la velocità che il sistema immaginava creando così quel vortice che avrebbe dovuto autogenerare ricchezza.
Tutto cominciò quindi dall'industria automobilistica statunitense che creò questa ondata di ricchezza in termini reali che si ripercosse in borsa, e come sempre, la storia della civiltà umana è legata da due sentimenti: avidità e paura. Avidità di guadagnare e paura di perdere. Questo creò prima il picco di salita e poi il picco di discesa. La storia si ripete ed è quello che sta succedendo anche adesso.
Quello che però forse pochi sanno è che l'inquietante periodo di depressione economica dopo il crash, portò 4 anni di pesantissima contrazione di fatturati, disoccupazione e inflazione galoppanti, che colpirono lo stile di vita e il benessere non solo degli americani ma anche di tutte le altre popolazioni legate all'economia statunitense.
Quel periodo di forte depressione fu superato grazie ad un intervento da parte del governo di Franklin Roosevelt, il quale varò il piano New Deal che prevedeva interventi statali da proporzioni impensabili per quei tempi, che non fece altro che rigenerare e rimettere in moto una macchina che si era inceppata.
Da questa breve cronologia dei fatti, possiamo subito capire che c'è stata una differenza sostanziale tra il 1929 e il 2008. Ecco perché quello che noi oggi ci troviamo ad affrontare non è un altro 1929 ma un nuovo 1929. Lo capiamo dal fatto che le azioni in borsa in questi anni le hanno acquistate pochissime persone e dal fatto che alcune aziende, grazie a fenomeni di delocalizzazione, hanno vantato aumenti degli utili notevoli.
Come siamo arrivati a questa nuova crisi lo vedremo in dettaglio nel prossimo articolo in cui spiegheremo le 4 macrocause che ci hanno portato a questa depressione economica e capiremo che non siamo difronte ad una crisi ma ad una vera e propria emergenza sociale.
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