29 luglio 2011


Un nuovo 1929

Il 24 ottobre del 1929 le borse del pianeta crollarono. Quali differenze ci sono tra la crisi del 1929 e quella del 2008? È determinante saperlo per cercare di prevedere cosa ci aspetta nei mesi successivi.
Bisogna subito precisare che ci sono differenze sia in termini storici che strutturali.



Nel 1929 la crisi fu generata principalmente da 2 cause, analizziamole una alla volta.

1) La prima causa fu dovuta al fatto che le banche prestavano denaro per acquistare titoli. Si creò così un volano sperequativo in cui le azioni delle aziende quotate in borsa salivano e il risparmiatore non faceva altro che farsi “prestare” i soldi dalla banca per comprare il titolo oggi e rivenderlo domani nella consapevolezza che questo si sarebbe apprezzato.
La banca prestava l'intero importo dell'operazione poiché aveva la garanzia dell'azione.
Si verificarono però delle situazioni di mercato in cui la liquidità dei titoli fu talmente elevata che le banche furono costrette a chiudere di ufficio le posizioni, perché vi era il rischio che il prestito che era stato concesso non potesse più essere ripagato. Il crollo fu così imminente che molti risparmiatori si ritrovarono ad aver acquistato a debito azioni per un valore di $ 50.000 ma che dopo il crollo, pur smobilitando la posizione, riuscirono a ricavare solo $ 40.000 ritrovandosi così scoperti di $ 10.000
Quei soldi però le banche li avevano prestati non riuscendo così a rientrare il capitale investito, ecco perché molti istituti di credito fallirono.
Tra questi però quelli che crollarono non furono i grandi istituto di credito, ma al contrario furono le piccole banche le quali vennero poi acquisite dai grandi istituti in quanto sottocapitalizzate. Questa situazione portò così ad un assalto da parte dei correntisti agli sportelli bancari, nella speranza di ritirare tutto il denaro contante per salvarlo dal fallimento delle banche.


2) La seconda causa fu dovuta alla salita dei titoli azionari. Perché le azioni prima del 1929 prendevano sempre valore?
Tutto ciò fu dovuto alla esplosione economica che venne messa in essere grazie ai processi di industrializzazione di Henry Ford. L'automobile aveva creato un volano sperequativo fenomenale perché aveva generato una ricchezza che si espandeva e toccava tutti i settori: edilizio, gomme, tessuti, vetri, metalli e tutte le attività del terziario.
Le borse salivano perché si considerava che questa espansione fosse inarrestabile. Purtroppo non fu così perché l'espansione economica non riuscì a trasmettersi anche nei livelli di redditi. Quindi si arrivò che anche il piccolino che aveva il suo lavoro, andò in saturazione finanziaria, cioè non era in grado di cambiare l'automobile o qualsiasi altra cosa con la velocità che il sistema immaginava creando così quel vortice che avrebbe dovuto autogenerare ricchezza.
Tutto cominciò quindi dall'industria automobilistica statunitense che creò questa ondata di ricchezza in termini reali che si ripercosse in borsa, e come sempre, la storia della civiltà umana è legata da due sentimenti: avidità e paura. Avidità di guadagnare e paura di perdere. Questo creò prima il picco di salita e poi il picco di discesa. La storia si ripete ed è quello che sta succedendo anche adesso.
Quello che però forse pochi sanno è che l'inquietante periodo di depressione economica dopo il crash, portò 4 anni di pesantissima contrazione di fatturati, disoccupazione e inflazione galoppanti, che colpirono lo stile di vita e il benessere non solo degli americani ma anche di tutte le altre popolazioni legate all'economia statunitense.
Quel periodo di forte depressione fu superato grazie ad un intervento da parte del governo di Franklin Roosevelt, il quale varò il piano New Deal che prevedeva interventi statali da proporzioni impensabili per quei tempi, che non fece altro che rigenerare e rimettere in moto una macchina che si era inceppata.
Da questa breve cronologia dei fatti, possiamo subito capire che c'è stata una differenza sostanziale tra il 1929 e il 2008. Ecco perché quello che noi oggi ci troviamo ad affrontare non è un altro 1929 ma un nuovo 1929. Lo capiamo dal fatto che le azioni in borsa in questi anni le hanno acquistate pochissime persone e dal fatto che alcune aziende, grazie a fenomeni di delocalizzazione, hanno vantato aumenti degli utili notevoli.
Come siamo arrivati a questa nuova crisi lo vedremo in dettaglio nel prossimo articolo in cui spiegheremo le 4 macrocause che ci hanno portato a questa depressione economica e capiremo che non siamo difronte ad una crisi ma ad una vera e propria emergenza sociale.


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7 luglio 2011


L'economia del debito

In questa serie di articoli che pubblicheremo, cercheremo di spiegare come funziona, o meglio non funziona, la nostra economia.
Cercheremo di rendere chiare a tutti, anche ai meno esperti del settore, quali sono state le cause che hanno innescato questa violenta recessione manifestatasi nel 2008 e ancora in essere.
Cercheremo di spiegare che questa non è una crisi economica, come ce la vogliono presentare, ma una vera e propria emergenza sociale.

Cosa sta accadendo al mondo? O meglio, cosa sta accadendo all'umanità? Questi sono quesiti che ci sentiamo ripetere spesso dalle persone più avanti con l'età e che ricordano come vivevano loro 50 anni fa. Spesso ci sentiamo dire “Noi non avevamo niente ma eravamo più felici, la vita era più tranquilla, oggi c'è troppa frenesia”.
Vi siete mai chiesti il perché oggi la vita è più frenetica? Perché corriamo sempre più per pagare bollette, tasse, rate di mutui e per cercare di accumulare ricchezza?
Se ora qualcuno vi dicesse che tutto ciò non è frutto del caso o dell'egoismo dell'uomo, ma è un sistema che è stato creato appositamente, cosa pensereste?
L'economia attuale” - riprendendo le parole di Pierluigi Paoletti nel suo ultimo ebook distribuito gratuitamente “L'Economia per l'Umanità” - “è costruita come un grande imbuto o un piano inclinato sul quale qualsiasi ricchezza che viene creata, inevitabilmente scivola fino a finire in un punto ben determinato.
Il sistema odierno si fonda sullo squilibrio che viene sapientemente creato e mantenuto con cura maniacale per essere sfruttato al momento giusto, per approvvigionarsi di materie prime e sfruttare manodopera a basso costo, per avere sempre una produzione a costi inferiori, conseguendo così vantaggi incolmabili e sempre maggiori rispetto agli altri attori del mercato.

Ma entriamo più nel dettaglio cercando di spiegare come avviene tutto ciò.





Sempre dall'ebook di Paoletti si legge “Lo strumento usato per creare questi necessari squilibri è il debito infinito. Uno strumento che getta l’intera umanità, per il solo fatto di partecipare al suo gioco, dentro l’incantesimo della scarsità, facendola confrontare ogni giorno con le sue più profonde paure e fragilità, trasformando quello che potrebbe essere un paradiso in un inferno e soprattutto riducendola in schiavitù; una schiavitù moderna senza sbarre o costrizioni fisiche, ma forse per questo più dolorosa e difficilissima da smascherare.
Il principale protagonista di questo macabro scenario è il denaro. Questo infatti non è utilizzato come mezzo per semplificare gli scambi, ma viene considerato come merce e il suo prezzo è il tasso di interesse. Ora sappiamo benissimo che una merce per avere una domanda sempre più elevata e un costo sempre più elevato, deve essere rara. Questo è proprio ciò che avviene con il denaro, il quale è reso scarso proprio per aumentarne il prezzo, ovvero il tasso di interesse.
Il debito, come ben sappiamo, richiede però sempre qualcosa in più rispetto a quanto si è avuto, se poi il denaro in circolazione è scarso ecco che noi ci troviamo sempre più in affanno per onorare i nostri debiti e ci trasformiamo in essere disumani.
Per coloro che si affacciano a questa visione per la prima volta, il panorama, che si presenta quando ci si toglie gli occhiali del sistema è desolante: la vita di ognuno è diventata una continua rincorsa per reperire con sempre più fatica la nostra dose di interessi e questo comporta una rinuncia continua a pezzi importanti del nostro essere. Niente più tempo libero, letture rigeneranti, affetti sempre più trascurati e bambini che sono diventati un lusso che crescono con estranei e apparecchiature elettroniche, tv, giochi, cuffiette ecc.; si vede l’altro come un nemico che è pronto a toglierti il denaro necessario per gli interessi e la vita è diventata una continua ed esasperante lotta per la sopravvivenza.
Tutti si devono guardare le spalle da tutti, sempre e in tutti i campi e c’è sempre meno spazio per la cultura, la poesia, l’arte e la fantasia e soprattutto l’amore.
Insomma non è un’esagerazione se diciamo che ci hanno rubato l’anima !
A questo punto qualcuno si starà chiedendo: “Ma io ora cosa posso fare?”
Ognuno si deve impegnare a costruire un nuovo modello in cui l'economia serva solo per garantire a tutte le persone ciò di cui hanno bisogno. Una economia fondata sull'uomo e non sul profitto.
In quest'ottica è nato lo SCEC (Solidarietà ChE Cammina), ovvero una riduzione di prezzo che liberamente gli associati ad Arcipelago SCEC decidono di “donarsi” reciprocamente.
Con questo meccanismo dello sconto viene arginato il drenaggio di ricchezza messo in atto dalla GDO (Grande Distribuzione Organizzata).
Fondamentale è però spostare il fabbisogno alimentare della comunità dalla GDO alle merci locali, creare una visibilità ed un sistema distributivo e soprattutto attivare quella coesione sociale fra le persone che il sistema attuale ha sistematicamente distrutto per meglio operare.
Il settore della produzione agroalimentare insieme all’artigianato è quello più interessato dal riequilibrio delle economie locali. Due settori strategici e spina dorsale di qualsiasi economia, da cui dipende molto della indipendenza di una comunità che oggi sono stati lasciati a se stessi ed in balia di un fantomatico “mercato” che non ha più regole ne confini, con il rischio concreto di estinzione.
Salvare l’artigianato, l’agricoltura e la biodiversità dei nostri territori, fra le più elevate al mondo, è salvare noi stessi, le nostre radici e le generazioni future.

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6 luglio 2011


SCEC: la Guardia di Finanza è al corrente dell'iniziativa

Il comitato Polignano R-Evolution, espressione del Movimento 5 Stelle a Polignano a Mare si è recato presso il comando della Guardia di Finanza di Monopoli, mettendo al corrente il comandante dell'iniziativa che sta prendendo piede a Polignano a Mare riguardo l'accettazione e lo scambio, da parte degli esercenti associati, di buoni sconto SCEC.

Al comandante è stato reso noto l'interpello che l'associazione Arcipelago SCEC ha fatto all'Agenzia delle Entrate e della relativa risposta della stessa, che conferma la legittimità di tutta l’operazione .

Nel caso in cui qualche militare della guardia di finanza dovesse richiedere maggiori informazioni agli esercenti, questi possono contattare il ns. comitato che interverrà mostrando tutta la documentazione necessaria.
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