30 agosto 2014


Alla tassa di soggiorno preferiamo la programmazione


Il notevole afflusso di turisti nell’estate agostana polignanese riapre il dibattito sulla tassa di soggiorno. Istituita con il decreto legislativo del marzo 2011, il balzello a carico di chi soggiorna nelle strutture ricettive del territorio è destinato a “finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”. In tre anni, i Comuni che l’hanno istituito si sono mossi tra formule, modalità applicative, esenzioni tra loro molto diverse, creando una situazione a macchia di leopardo di assoluta disomogeneità, davvero poco professionale per il sistema turistico italiano. Gli stessi regolamenti approvati dalle diverse Amministrazioni variano moltissimo sia per quanto riguarda le strutture ricettive i cui ospiti vengono “tassati” e la durata del soggiorno ma anche per eventuali esenzioni dal contributo.
Questa confusione totale ha visto necessaria la creazione di un osservatorio nazionale, gestito dal centro studi Panorama Turismo di JFC, che monitora novità e modifiche in merito alla tassazione in località turisticamente rilevanti nell'intero territorio nazionale.
L’ultimo studio dell’Osservatorio Nazionale sottolinea che i turisti faticano ad accettare questa imposizione tariffaria mentre non è considerata un problema per la clientela business. Quasi un italiano su due (45,7%) terrà conto della presenza o meno della tassa al momento della prenotazione mentre solo per il 17,1% non fa differenza. Tra i tedeschi, invece, la percentuale sale al 71,4%. Gli italiani contrari a questo balzello sono addirittura il 79,6%. Ma a risentire maggiormente della tassa di soggiorno sono gli intermediari commerciali: i tour operator, infatti, per non vedersi ridurre la propria marginalità di guadagno, escludono queste località dalla loro programmazione. Ben il 94% la reputa incomprensibile nella sua formulazione mentre il 17% ha già deciso di spostare i flussi verso località turistiche “dove non è presente tale tassa”. È lo stesso responsabile dell’Osservatorio Nazionale Massimo Feruzzi a dichiarare che “la tassa di soggiorno rappresenta indubbiamente un’azione di de-marketing per le località turistiche che hanno deciso di applicarla. La confusione è soprattutto verso i tour operator esteri che non riescono a comprendere la difficile mappatura delle località che hanno introdotto tale tassa, nonché criteri e regole di applicazione”.
Punto focale dell’accettazione, però, risulta la chiarezza della destinazione delle risorse: si chiede qualcosa di visibile, percepibile, che sia in grado di cambiare in positivo anche solo un piccolo aspetto della località e che sia comunicato con competenza ed intelligenza. Caratteristiche praticamente assenti oggi in Italia. Gli incassi vengono destinati alle attività più varie, anche di spesa corrente e non sempre in linea con le finalità turistiche. Polignano è un paese che vive di solo turismo leisure, ovvero di piacere, dove è ancora altissima la percentuale di turisti italiani (seguiti proprio dai tedeschi) e dove non si ha la più pallida idea di cosa si potrebbe e dovrebbe fare con gli incassi derivanti dall’introduzione di tale tassa, data l’assoluta assenza di pianificazione e programmazione. Questo balzello non è la panacea di tutti i mali. I camper non rispettano i divieti? Mettiamo la tassa di soggiorno. Il paese è sporco? Ci vuole la tassa di soggiorno. Il nostro sembra un paese fuori controllo, in balia del traffico e del caos. Che il turismo lo subisce e si compiace solamente della popolarità riscossa da qualche servizio tv. Ma quello che davvero occorre è una pianificazione seria e un team di esperti che si occupi dello sviluppo turistico di Polignano dalla mattina alla sera. Ci rivolgiamo ancora una volta al nostro Sindaco, nonché assessore delegato al turismo: dal 1° novembre prossimo, se ci fosse una minima consapevolezza di quello che c’è da fare, dovrebbe partire la programmazione per l’Estate Polignanese 2015. Sappiamo molto bene che il primo cittadino sarà impegnatissimo in altre faccende, quindi, gli chiediamo ancora una volta e per il bene di tutti, di lasciare la delega al turismo mettendola nelle mani di qualcuno che abbia il tempo e le competenze per cominciare finalmente a tracciare le basi di una programmazione degna di tale nome. Quando capiremo cosa vogliamo fare da grandi e come immaginiamo la Polignano del futuro sapremo di cosa necessitiamo e se la tassa di soggiorno sarà proficua o meno ai nostri obiettivi.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
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5 agosto 2014


I vecchi lecci di p.zza Moro abbandonati a loro stessi

I lecci abbandonati in via Kennedy (e ne manca uno)
Completati i lavori di piazza Moro, e incassati i relativi complimenti e critiche sugli aspetti estetici e sulla scelta della vegetazione, sembrano essere andati nel dimenticatoio gli storici lecci che adornavano il perimetro della piazza old style. Circa 70 piante, infatti, furono (temporaneamente, così fu annunciato) sistemate nella fascia di terreno confinante con la statale 16, in corrispondenza di via Kennedy, nell’attesa di una decisione finale sulla loro futura collocazione. Una decisione mai avvenuta, nonostante questi lecci potavano benissimo adornare e completare la stessa zona in maniera definitiva e non poggiati nei pani di terra. Sta di fatto che, da alcune settimane a questa parte, una decina di questi grandi lecci presenta evidenti e diffusi ingiallimenti fogliari che, se non affrontati per tempo, porterebbero con ogni probabilità al disseccamento ed alla perdita delle piante.
Molto spesso la morte della pianta sopraggiunge dopo una fase di deperimento della medesima con rarefazione della chioma e seccumi più o meno diffusi. Su piante sofferenti, per giunta, frequentemente si possono generare attacchi di necrosi corticali, con disseccamenti dei germogli o rami colpiti e talora con fruttificazioni dei patogeni implicati. Le piante in stress, con diametro di 15-30 cm possono valere, in condizioni ottimali, circa 500 euro. Pertanto nel caso di disseccamento, la perdita stimata per il Comune sarebbe di circa 35.000 euro di denaro pubblico, oltre al valore paesaggistico ornamentale e le spese finora sostenute per la loro manutenzione nonché quelle relative al futuro acquisto di alberi della stessa tipologia.
In poco o nulla pare, sentendo i residenti della zona, siano consistiti i lavori di manutenzione: qualche sporadico intervento irriguo e di diserbo. Ma il Quercusilex è una specie che soffre particolarmente lo stress post trapianto, dato l’apparato radicale fittonante, tanto più quanto aumenta l’età della pianta. Ciò posto sarebbe stato opportuno completare l’operazione di trapianto, mettendo a dimora i lecci in buche efficacemente preparate a regola d’arte, non semplicemente poggiandone sul terreno, ancorché con pane di terra e dopo una superficiale sistemazione del terreno ospitante. Dopo il trapianto era necessaria, come è stata fatta, una potatura pesante per ridurre al minimo la funzionalità vegetativa durante l'estate. Tuttavia, lo squilibrio tra chioma e radici, l’irrazionale messa a dimora e le scarse cure colturali post spostamento, sono tra le prime cause del mancato attecchimento dei lecci adulti.
Dinanzi all’analisi tecnica, auspichiamo un rapido intervento dell’assessore di competenza. Amministrare non significa solamente tagliare i nastri delle opere di grande visibilità in pieno centro ma anche prendersi cura del patrimonio della comunità, prestando attenzione alle zone periferiche spesso abbandonate a se stesse.


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1 agosto 2014


IUC: IMU, TARI, TASI: il tridente svuota-tasche


Mentre a Polignano a Mare, l'Amministrazione Vitto di centrosinistra si accinge a svuotare le tasche dei propri cittadini attraverso il trio Iuc, Tari e Tasi (introdotte proprio dal PD in legge di stabilità), nelle città di Ragusa (Sicilia) ed Assemini (Sardegna), amministrate dai 5 stelle, i cittadini saranno esonerati dal pagamento della Tasi.
È proprio questo quello che avviene nelle città ben amministrate, dove il cittadino è al centro di ogni interesse. Le Amministrazioni di Ragusa ed Assemini, infatti, nell'ultimo anno di amministrazione grazie al loro virtuosismo, sono riuscite ad azzerare l’aliquota Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), evitando ai propri cittadini l'odioso balzello. L'Amministrazione Vitto invece, fino ad ora, è stata solo in grado di aumentare al massimo tutte le aliquote comunali.
Ma il risparmio per i cittadini sarebbe stato ancora maggiore, se la Giunta di centrosinistra alla guida di Polignano avesse introdotto la Tia al posto della Tarsu (come da nostra proposta), oggi i cittadini avrebbero un enorme risparmio anche sulla tassa dei rifiuti. La tariffazione puntuale, infatti, si basa sul principio del «meno rifiuti, meno paghi», per cui i polignanesi avrebbero tutti gli interessi a produrre meno rifiuti. Proprio al contrario di quello che avviene oggi dove i proventi dalla vendita dei rifiuti differenziati vanno nelle tasche della ditta appaltatrice. Della serie: «tu differenzi, io guadagno». D'altronde quel che diciamo non dovrebbe essere nuovo per questa Amministrazione, dato che in campagna elettorale promettevano una raccolta differenziata con sistema a punti per premiare i cittadini più virtuosi.
Non solo Vitto non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale, ma non è neanche in grado di copiare le buone azioni messe in atto dalle amministrazioni di centrosinistra delle altre città. Proprio pochi giorni fa, infatti, il Comune di Milano ha approvato una mozione per l'introduzione della tariffa puntuale. Non pretendiamo di avere lo straordinario da questa Amministrazione ma almeno l'ordinario. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, consentire ai cittadini di risparmiare è un obbligo più che un dovere.


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