23 dicembre 2011


Rifiuti Zero: riflessione n° 1

Attuare la strategia rifiuti zero a Polignano è possibile. L'abbiamo dimostrato il 14 dicembre scorso, alla conferenza “Volere è Potere! Rifiuti Zero? Si Può !!!”, presentando un piano alternativo e dettagliato tecnicamente, la cui fattibilità è ampiamente dimostrata dai progetti realizzati in altri comuni.



L'amministrazione, però, sembra essere intenzionata a seguire la strada tracciata fino ad oggi, cioè quella di assegnare ad una ditta esterna la gestione del servizio per ben 6 anni, più 1 di eventuale proroga.
Questa ci sembra una scelta poco responsabile da parte dell'amministrazione perché un'amministrazione uscente, non può prendere decisioni per conto di altri a 4 mesi dalla fine del suo mandato. Farlo solo perché la legge lo permette non l'assolve da un punto di vista etico, morale e della più elementare correttezza politica. Come dire: “Io decido quello che voglio, poi sono cavoli vostri per altri 6 anni”.
Dai risultati ottenuti fino ad oggi, è evidente che l'attuale modello di gestione dei rifiuti è fallimentare. Cambiare è inevitabile.
La gara non ci garantisce più efficienza a minor costo. Perché questo è il vero nodo da sciogliere: qual è l'opzione che permette di raggiungere una gestione efficiente con costi più bassi per l'ente pubblico e soprattutto tariffe meno care per i cittadini?

Secondo noi la scelta migliore è quella di creare una società in house a totale capitale pubblico.

La vittoria del «Sì» al referendum del 12-13 giugno scorso ha tagliato la testa al toro. Il 1° quesito referendario ha appunto fatto decadere l'obbligo di vendere le azioni delle Spa pubbliche entro fine anno. Chi afferma il contrario mente, consapevolmente o inconsapevolmente!

L'art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000, prevede il ricorso ad Enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni).
La legge lo permette e la dimostrazione è data dal movimento Acqua Bene Comune.
C'è un'aspettativa popolare, che si è manifestata nel referendum, che non va delusa. Non esiste un dogma, la differenza la fanno le persone e i modelli. Esistono società pubbliche, come al comune di Ponte nelle Alpi, con costi industriali al di sotto di quelli stabiliti dalle gare.

Sostenere, da parte di chi opera nelle istituzioni, che tutto ciò che è pubblico funziona male, è un atto grave di autoaccusa.
Chiediamo dunque all'amministrazione di rivedere le sue posizioni. Perché non camminare nel solco tracciato dai comuni virtuosi?

Il MoVimento 5 Stelle annuncia che è partita l'operazione “Fiato sul Collo” con la quale ci autonominiamo “pungolatori a fin di bene” nei riguardi dell'amministrazione. Vogliamo collaborare, criticare, denunciare, divulgare, condizionare, proporre, riproporre, quando sarà il caso boicottare...etc...etc... Il fine ultimo è quello di migliorare la qualità della vita di tutti, noi compresi, ed è per questo che ci sentiamo coinvolti.


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11 dicembre 2011


Rifiuti Zero. Polignano a Mare 14 dicembre 2011


Venerdì 9 dicembre siamo stati alla conferenza sui rifiuti che si è tenuta a Modugno. Come ospite c'era Paul Connett, ideatore della Strategia Rifiuti Zero. E' stato come trovare un'oasi dopo aver camminato per ore nell'arido deserto.
Per la serata erano stati invitati tutti i sindaci della provincia di Bari, ma questi hanno pensato bene di disertare la conferenza. Forse erano impegnati a svendere alcune proprietà dei cittadini o a fare qualche appalto per l'ennesima colata di cemento.
Noi c'eravamo e, il 14 dicembre presso la sala congressi del Comando di Polizia Municipale alle ore 19.00, presenteremo un piano alternativo di raccolta rifiuti per la nostra città. Chiediamo ai cittadini la massima partecipazione, rischiamo di incenerire il futuro dei nostri figli.

Evento facebook



Di seguito riportiamo l'intervista che abbiamo rilasciato a Polignanoweb.

"La teoria secondo cui è possibile eliminare i rifiuti prodotti dal nostro mondo consumistico, eliminando molte spese e riciclando gran parte del materiale è oramai applicabile.
Questa filosofia ecologica trae spunto da un concetto naturale che prevede che in Natura nulla si crea e nulla si distrugge, per cui anche ciò che viene considerato scarto, nel mondo fisico e naturale, diviene la base per un altro processo, secondo un ciclo infinito. Al contrario ciò che viene prodotto dall’uomo si inceppa spesso sul bisogno di distruzione del rifiuto o sulle modalità per gestirlo. Il rifiuto è un errore della produzione.
In poche parole, il programma Zero Rifiuti si basa su una corretta gestione delle risorse. Il compito principale del programma è dunque quello organizzativo ed intende influire in modo deciso sulle abitudini dei consumatori.
Chi pensasse che la teoria del “rifiuti zero” sia solo un ennesimo programma di raccolta differenziata e riciclo si sbaglia di grosso. La teoria è molto più lungimirante. E si fonda su un processo fatto di piccoli passi che si possono riassumere in tre parole chiave: riduci, ricicla, riusa.



Il programma economico Rifiuti zero si basa su alcuni processi sostanziali come quelli di coinvolgere la comunità e di ristrutturare il processo di smaltimento rifiuti.
Per far ciò è importante lavorare su diversi fronti come:
- realizzazione di piani di prevenzione del rifiuto che coinvolgano le aziende.
- rieducazione della classe dirigente e dei cittadini per una corretta concezione del rifiuto come risorsa.
- attuazione della raccolta differenziata dei rifiuti per arrivare a riciclare almeno il 90% di ciò che si usa
- creazione di centri di riparazione di materiali usati
- individuazione di processi costruttivi che riducano il deperimento delle merci e di beni di consumo oltre che il ritiro di materiali esausti.

A detta di coloro che l’hanno adottata e ideata, la teoria Zero Waste è ampiamente praticabile.
Quella che lanciamo è una sfida per Polignano. Un paese che raggiunge un penoso 17% di differenziazione può e deve cambiare sistema. Non c'è niente da inventare, basta copiare dai comuni italiani, dislocati da nord a sud, che hanno attuato la Strategia Rifiuti Zero, ottenendo in brevissimo tempo risultati eccellenti.
Il conferimento in discarica è una voce di costo che pesa in misura del 49,92% del costo complessivo del servizio e che sostanzialmente il comune non controlla né è in grado di condizionare essendo la discarica gestita dalla ditta Lombardi di Conversano e attuando un metodo di raccolta che ha scarse possibilità di incidere sulla riduzione di rifiuto indifferenziato.
Cambiare metodo di raccolta è per noi una scelta logica, con forti implicazioni culturali, economiche, etiche. Una scelta civile necessaria e coerente con la visione che abbiamo di provare a costruire e praticare un’idea di futuro desiderabile per la nostra terra e per noi che di passaggio la viviamo."
 
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5 dicembre 2011


Volere è potere! Rifiuti zero? Si può!!!


Conferenza sul tema rifiuti nel territorio di Polignano a Mare

L'associazione Polignano R-Evolution, espressione del MoVimento 5 Stelle, ha organizzato una conferenza sulle problematiche relative alla gestione dei rifiuti, con una proposta alternativa al metodo ancora in uso, obsoleto e con pesante impatto ambientale, da sottoporre al giudizio dei cittadini e degli organi competenti.

L'appuntamento è per mercoledì 14 dicembre 2011 alle ore 19.00 nella sala convegni del Comando di Polizia Municipale in via Martiri di Dogali, 2.

Interverrà l'ingegnere Giuseppe Deleonibus.

Invitiamo tutti i cittadini a partecipare ad un'iniziativa tesa a migliorare la qualità della vita.


Polignano a Mare, lì 05.12.2011

EVENTO FACEBOOK



 






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24 novembre 2011


Comunicato stampa sulla questione trivellazioni nel basso Adriatico

Sono davvero rammaricato per quello che state vivendo qui in Puglia, da Mola di Bari a Brindisi, circa le trivellazioni della Northern Petroleum. Vorrei lanciarvi un messaggio: resistete ad oltranza, non piegatevi! Il mare è di tutti, ed è una grande risorsa da non spiegare!”.
Vinicio Capossela

"Quello che sta accadendo è demenziale, non posso pensare che un giorno aprendo la finestra invece di questo paesaggio meraviglioso avrò davanti una piattaforma petrolifera
Lucio Dalla



Partiamo dalle parole di due famosi cantautori, per ribadire il nostro NO alle trivellazioni in Adriatico e quindi il pieno appoggio al Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” .

Polignano R-Evolution, espressione del Movimento 5 Stelle a Polignano a Mare, è in piena sintonia con gli intenti del comitato, ritenendo inutile la creazione di altri comitati locali che servirebbero soltanto a disperdere energie. La soluzione migliore sarebbe aderire e cercare altre adesioni a quello già esistente al fine di unire le forze.

In piena crisi economica, riteniamo necessario salvaguardare l'ambiente utilizzando i nostri sforzi nella ricerca di soluzioni energetiche rinnovabili e non inquinanti.
La logica del petrolio (e dei combustibili fossili in genere) inglobata nell'attuale sistema economico è arrivata al capolinea (superamento del picco di Hubbert), quindi riteniamo che l'unica via percorribile sia quella delle energie rinnovabili.

Siamo interessati ad un incontro da fissare al più presto, con chiunque (comitati e singoli cittadini) sia interessato alla questione petrolio.


Polignano a Mare, lì 24/11/2011


Polignano R-Evolution
Movimento 5 Stelle



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22 novembre 2011


Rischi e pericolosità ambientali a Polignano


Abbiamo intervistato il Dott. Vito Pellegrini, geologo polignanese, in merito alla situazione geologica del territorio di Polignano a Mare, al fine di evidenziarne le criticità.


Le ultime catastrofi in che misura sono ascrivibili all'azione dell'uomo, e in che misura sono esclusivamente fenomeni naturali?

Negli ultimi 10 anni (almeno), a fronte di un totale di piogge annue praticamente costante, si registra un intensificarsi delle precipitazioni con tendenza degli eventi a concentrarsi in brevi intervalli di tempo con altezze di pioggia maggiori; in pratica, il tutto si traduce in un aumento del volume d’acqua meteorica che la rete idrica deve drenare durante e dopo gli acquazzoni.
In molti casi, comunque, gli eventi piovosi non presentano un carattere effettivamente “eccezionale”, in quanto, come viene evidenziato da adeguate analisi statistiche delle precipitazioni storiche, si tratta di condizioni meteo che ciclicamente possono interessare un territorio (ad esempio ogni 50-100-200-500 anni).
Questa considerazione dovrebbe far capire come in realtà non sia la pioggia la vera causa delle tragedie, al contrario, le motivazioni sono da ricercare nello scarso adattamento e adeguamento dell’uomo ai pericoli del territorio che occupa: mancanza di tutela del territorio e dell’uso del suolo, negligenze nella gestione dei rischi, scarsa mitigazione delle pericolosità ambientali, realizzazione di opere eccessive e/o assenza sistematica della manutenzione ordinaria, mancanza di educazione e informazione della popolazione, sono solo alcune delle cause antropiche che possono essere menzionate.

In caso di eventi simili nel territorio di Polignano, quali potrebbero essere le zone a rischio?

Sul nostro territorio le acque meteoriche sono incanalate nelle lame o drenate verso le aree depresse del terreno (doline), quindi, sono soprattutto queste zone, e in primo luogo lo sbocco a mare delle lame, a rappresentare un pericolo per la popolazione. Altre zone a rischio potrebbero essere situate a monte della ferrovia e della strada Statale, che possono fungere da sbarramento per l’acqua, mentre, nel centro abitato le zone a rischio sono indubbiamente il sottopasso di via Castellana (come del resto gli altri sottopassi presenti), l’area del parcheggio San Francesco, e di Quintavalle.
 

Quali altri pericoli ci potrebbero essere nel nostro territorio? 

Ulteriori pericoli per il territorio di Polignano sono legati ai dissesti che interessano il litorale e le grotte marine, il cui innesco potrebbe essere appunto favorito da abbondanti precipitazioni, e in particolare, merita attenzione l’elevato rischio crolli della falesia del Centro Storico. Fortunatamente il resto del territorio è praticamente privo di fenomeni franosi, ma, al tempo stesso, è pur sempre un terreno di natura carsica quindi soggetto a crolli di cavità in ambiente terrestre; infine, non sono nemmeno da trascurare i pericoli legati all’inquinamento della falda idrica e del mare, cosi come, gli effetti non proprio positivi di alcune pratiche agricole.

In che modo il nostro territorio andrebbe sistemato per evitare disastri?

Bisognerebbe attuare una oculata gestione del territorio, sempre in accordo con le esigenze dei cittadini, che punti sia a preservare il paesaggio e l’ambiente naturale che a ridurre l’impatto negativo di eventi calamitosi sulla popolazione (ad esempio con la sottoscrizione di polizze obbligatorie prima di edificare). Rimanendo nell’ambito della gestione dei rischi idraulici, si dovrebbe innanzitutto partire da una definizione dettagliata dei pericoli e delle zone a rischio, per poi procedere con eventuali opere di sistemazione e regimazione delle acque, quanto più possibile integrate e a minimo impatto per l’ambiente; inoltre, bisognerebbe prevedere ad un’adeguata manutenzione ordinaria del territorio, alla rimozione di ostacoli e/o possibili sbarramenti per le acque, e nei casi estremi, anche ad azioni di riduzione della vulnerabilità delle zone a rischio (per la presenza ad esempio di asili, scuole, servizi, attività produttive, ...).

In particolare, il nostro litorale attualmente presenta problemi dal punto di vista statico?

Per quanto riguarda il pericolo legato ai crolli del litorale, in primo luogo si dovrebbe agire sistemando e consolidando il Centro Storico. Al contrario, sono richiesti scarsi interventi (se non addirittura nulli) per il resto della costa alta e soprattutto non urbanizzata. Per mitigare questo specifico rischio del Centro Storico le soluzioni tecniche possono essere differenti, principalmente, si potrebbe agire con iniezioni di cemento, con dei tiranti nell’ammasso roccioso, con rinverdimenti, fino a predisporre barriere frangiflutti; ognuna di queste soluzioni rappresenta una seria alternativa, comunque, da valutare attentamente e considerando ogni possibile effetto negativo sulle varie componenti ambientali e antropiche.






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21 novembre 2011


Intervista a Tommaso Romanazzi "Agriconea"



Abbiamo incontrato Tommaso Romanazzi, titolare dell'Azienda Agricola “Agriconea” di Putignano. Tommaso è l'imprenditore che portò a Polignano il latte crudo alla spina bocciato però dai polignanesi che hanno dimostrato poca sensibilità alle tematiche dell'ambiente e dell'alimentazione. In altri paesi l'iniziativa sta proseguendo.
Quello dei latticini è un mercato sconosciuto alla gente, la quale crede sempre di comprare un prodotto fresco, genuino e salutare, ma purtroppo non sempre è così.
Recenti sono le cronache in cui è emerso che sono stati “sequestrati 70 kg. di mozzarelle blu da un supermercato a Turi.” (Fonte: http://putignanoweb.it/cronaca/1914-mozzarelle-blu-i-campioni-al-zooprofilattico-di-putignano.html)
Ma non crediate che acquistando latticini da caseifici o da negozi di alimentari si possa stare tranquilli.  
 

Sulle cronache abbiamo letto come “i N.A.S. Di Bari hanno sequestrato una tonnellata di prodotti caseari presso un noto caseificio di Putignano”, il quale aveva la “cattiva” abitudine di effettuare “il reso dei prodotti dai supermercati della zona e di rimpastarli poi con latte fresco per rimetterli sul mercato. Per cui il prodotto era un misto tra scaduto e fresco.” (Fonte: http://putignanoweb.it/cronaca/2612-sequestro-dei-nas-per-il-riciclo-di-prodotti-scaduti.html)

Un'altra scarsa lezione di moralità l'abbiamo avuta da un caseificio a Noci, in cui “il Nucleo antisofisticazione dei carabinieri ha sequestrato 60 tonnellate di cagliata conservate in celle frigorifere e prive di etichettatura. Tale cagliata avrebbe consentito di produrre circa 90 tonnellate di mozzarelle con una procedura più rapida e molto meno costosa di quella tradizionale. Sarebbe stato infatti sufficiente immergere la cagliata congelata in acqua bollente per procedere alla filatura, mentre nel procedimento classico la cagliata, mescolata ai fermenti lattici, viene lasciata riposare per tre-quattro ore prima della lavorazione.” (Fonte: http://www.baritoday.it/cronaca/noci-sequestro-caseificio-11-maggio-2011.html)

Insomma decidere di comprare i latticini da caseifici o negozi di alimentari non è di per sé garanzia di qualità. Abbiamo il diritto di conoscere la filiera completa della lavorazione del latte. In mancanza di una legge che obblighi a specificare sul prodotto tale filiera, è compito nostro chiedere ai punti vendita informazioni approfondite sul prodotto, compresa la destinazione dell'invenduto.
Uno dei punti di forza dei piccoli esercizi può essere sicuramente la qualità e la filiera corta, almeno per la maggior parte dei prodotti, perché a parità di qualità, appunto, il consumatore sceglie certamente e giustamente il prezzo più basso.
Per uscire dalla crisi certamente non bisogna scimmiottare gli ipermercati, ma trovare prodotti di qualità sul territorio, spiegando ai consumatori le differenze dal prodotto della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) a quello delle piccole aziende del nostro territorio, sempre che ci garantiscano qualità, dichiarino la filiera e siano disponibili ad accogliere visitatori.

P.S. = Se volete rendervi conto di cosa rischiamo di introdurre nel nostro organismo, date uno sguardo a questo servizio di “Striscia la Notizia”.
Vi ricordiamo che maltrattare gli animali è un reato severamente punito dalla legge, inoltre, le carni di animali maltrattati e stressati contengono tossine che danneggiano il nostro organismo. Per non parlare del senso di ripulsa che ci prende nel vedere quelle immagini.

 
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17 novembre 2011


H2 Accadia



Segui la diretta streaming venerdì 18 novembre a partire dalle ore 10:00

Soffia il vento sul Subappennino Dauno e le pale eoliche girano. A centinaia. Girano tutte? Non proprio, basta percorrere in una mattina di tramontana il regio tratturo lungo il crinale per rendersi conto, a vista, che la metà sono ferme. Centinaia di Mw inutilizzati, una miniera di energia.
L’idea di H2 Accadia è semplice, accumulare questa energia sotto forma di idrogeno e restituirla ad un territorio prima abbandonato e spopolato e, ora, trasformato in una centrale elettrica a cielo aperto, senza guadagnarci nulla. Neanche la corrente elettrica che produce.
Si tratta di un’anteprima; il problema dell’accumulo dell’energia elettrica discontinua prodotta dalle rinnovabili presto si porrà ovunque, con la loro diffusione. Lo stesso fenomeno sta per verificarsi in altre zone per il fotovoltaico, che ha superato ormai in potenza l’eolico coprendo le campagne a
macchia di leopardo, fra ulivi secolari e vigneti.
Eppure le energie rinnovabili sono la grande occasione del sud, del Mediterraneo. E’ qui la nuova energia, sole e vento sono il nostro petrolio, il nostro carbone.
Occorre organizzare il secondo tempo delle energie rinnovabili, uscire dalla speculazione e dalla devastazione del territorio, restituire l’energia alla nostra economia. Le parole chiave sono: accumulo, generazione distribuita, autoproduzione di energia.
Il Comune di Accadia, nel Subappennino Dauno, e l’Università dell’Idrogeno di Monopoli hanno stretto un patto, siglando un Protocollo d’intesa. Si sta organizzando uno straordinario esperimento di “economia dell’idrogeno”a partire dall’energia inutilizzata “non prodotta” dalle pale eoliche per difficoltà della rete ad assorbirla.
L’idrogeno verrà prodotto ad Accadia e parzialmente utilizzato in loco, mediante la realizzazione di un distributore per autobus e di un idrogenodotto attraverso il paese, che consentirà di collegare abitazioni e strutture comunali, unitamente all’antico quartiere medievale da ristrutturare e far rivivere.
Il resto della produzione verrà inviata alle città di Taranto e Napoli, che hanno aderito al progetto.
Taranto è una città fra le più penalizzate in Europa a causa dell’inquinamento industriale e Napoli ha molto sofferto per via dei rifiuti urbani. Organizzare progetti a emissioni zero in queste città ha un valore di “risarcimento” e un forte carattere simbolico. Altre adesioni saranno benvenute.
In questi giorni le principali notizie sono relative alla crisi economica e alle disastrose alluvioni causate da vere e proprie”bombe d’acqua”.
La natura e l’economia ci presentano il conto per il debito e per i mutamenti climatici dovuti alla nostra attività industriale basata sui combustibili fossili. Occorre lavorare per l’alternativa, una nuova rivoluzione energetica è alle porte.
Soffia il vento, vento del sud. Vi aspettiamo ad Accadia.

 
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7 novembre 2011


Le palme, il punteruolo... ed altre amenità


Nei giorni scorsi, passeggiando per Polignano siamo stati colpiti da un odore pungente, acre, quasi nauseante. Inizialmente non capivamo quale fosse il problema, ma, passando per Piazza Trinità, abbiamo visto degli avvisi su ridicoli pezzi di carta che dureranno due giorni, appesi alle palme, in cui si avvertiva la cittadinanza dei trattamenti fatti con insetticidi.
La cosa ci ha lasciato perplessi e ci siamo posti alcune domande: quali insetticidi saranno stati utilizzati? Chiedendo in giro abbiamo saputo che sono stati utilizzati 3 potenti insetticidi tra cui Karate Zeon e Rogor.
Davvero questo trattamento porrà fine al problema del punteruolo rosso e non ne creerà altri visto l'uso massiccio che se ne sta facendo?
I pesticidi sono assolutamente efficaci per uccidere gli insetti, ma non risolvono il problema e non cambiano le condizioni che ne favoriscono la proliferazione. Ad ogni stagione saremo punto e daccapo. La semplice uccisione degli insetti invece di risolvere il problema di fondo, porta all’uso ripetuto e scriteriato di potenti veleni.
La cosa che più ci ha allarmato è che in quella piazza ed in tanti altri luoghi dove ci sono palme, si vedono spesso bambini che giocano ignari del pericolo. Come ben si sa, i bambini a causa dei loro comportamenti inconsapevoli, sono più esposti ai gravi danni che queste sostanze possono comportare. Gli stessi danni si estendono certamente anche agli animali domestici e a quelli liberi in natura come ad esempio gli uccelli. Nei cani, in particolare, il rischio reale è di sviluppare tumori in tempi brevi.
L'Amministrazione Comunale non dovrebbe avere a cuore la salute dei propri cittadini?
Ne eravamo convinti ma, evidentemente, ci sbagliavamo. Forse salvare le palme, tra l'altro piante non autoctone (qui si aprirebbe un altro lungo discorso che comprende gli assurdi prati inglesi ed altre mode del c...o), è più importante?
Ci risulta che sono state piantate altre palme dopo che il fenomeno punteruolo rosso era in corso e ben conosciuto. Se è vero siamo alla follia o qualcosa di peggio. Speriamo che, almeno a questo punto, si smetta di piantare ulteriori palme ma si opti per piante autoctone, sicuramente più longeve e “rassicuranti”. Se gli ulivi e le querce esistevano già al tempo di Ulisse, qualcosa vorrà pur dire. La selezione naturale è una macchina perfetta, siamo noi che abbiamo spesso delle defaillances.

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31 ottobre 2011


Gli IGNAVI si evolvono

I cosiddetti IGNAVI sono una categoria di peccatori incontrati da Dante Alighieri nell'Antinferno .
Questi dannati sono coloro che, nella vita terrena non agirono né in direzione del bene né nel male , non osarono mai avere una propria idea, ma si adeguarono sempre ai flussi delle maggioranze.

Non a caso Dante definisce queste anime come coloro "che mai non fur vivi".
Traspare da queste parole il massimo disprezzo del poeta verso tali peccatori.
Non siamo certamente noi a stabilire cos'è il bene e cos'è il male e tanto meno vogliamo usare un linguaggio da predicatori idoneo ad altre epoche storiche. Abbiamo riportato il pensiero di Dante sull'ignavia, soltanto per rimarcare che la mancata partecipazione dei cittadini su problematiche che li riguardano, rallenta o affossa la possibilità di trasformazione della società.
Anche nel Medioevo schierarsi e partecipare alla vita del Comune erano considerate azioni fondamentali nella vita di un cittadino.


Siamo nel 2011 e gli IGNAVI non sono più quelli descritti dal Sommo Poeta, ma hanno subito una mutazione antropologica.
Non solo sono indifferenti a tutto, ma si adoperano con solerzia a rompere i c******i a chi sta faticando per produrre qualche cambiamento in positivo. Li potremmo definire IGNAVI EVOLUTI.
Ci rendiamo conto che molti ritengono che esista una via individuale alla soluzione dei propri problemi, senza capire che i suoi problemi sono anche quelli degli altri e si risolvono in maniera collettiva o semplicemente, non si risolvono.

Gli IGNAVI devono “portare il pane a casa”, non si espongono, non prendono mai posizione e si riconoscono dalle loro risposte.
Gli IGNAVI EVOLUTI (vedi sopra) non si limitano all'indifferenza, ma creano problemi in modo strumentale per portare acqua al proprio mulino. Si arrampicano sugli specchi e non danno mai una spiegazione consequenziale agli interlocutori.

Se dici loro che ti stai organizzando per rendere l'acqua un bene comune grazie ad una proposta di modifica allo statuto comunale, e che chiunque ha la volontà di farlo è ben accetto, loro ti rispondono: “Ma è solo un codicillo, non è importante e c'è il
referendum che ha abrogato le leggi in materia”.
Il referendum, però, ha creato un vuoto legislativo in cui gli ignavi sguazzano. Non pretendiamo di spostare gli altri sulle nostre posizioni, ma almeno seguano l'esempio di altri comuni (vedi Napoli) .





Esistono poi gli IGNAVI EVOLUTI ANONIMI BENALTRISTI che rispondono sistematicamente ad ogni questione che tu poni con un “c'è ben altro di importante da fare”.
Potremmo continuare per ore, ma ormai avete capito l'andamento delle discussioni con questi personaggi.

La pena del contrapasso per gli ignavi, non a caso, è seguire nudi un vessillo stracciato ed essere pungolati da mosche e vespe, poichè nella vita, non sono stati pungolati da niente. In poche parole, non hanno vissuto.

La pena per gli IGNAVI moderni è peggiore, ed applicata già in vita, non hanno più un futuro, non avranno la pensione, sono condannati a vivere sotto il peso di un enorme debito pubblico che loro non hanno creato, ma non hanno fatto nulla per opporsi.
Assistono ogni giorno alla cementificazione del loro territorio, vedono peggiorare inesorabilmente le loro condizioni di vita, ma non se ne curano. Nelle urne scelgono il meno peggio o vendono il loro voto al miglior offerente.

Per quanto tempo ancora???

Noi, con i nostri limiti e le nostre possibilità, ci proviamo, speriamo che qualche ignavo si risvegli ed abbia voglia di partecipare.

 
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18 ottobre 2011


Polignano a Mare - Svizzera




Ad alcuni di noi sarà capitato di leggere o di sentir parlare di fantomatici turisti che quest’estate hanno paragonato la nostra Polignano ad una piccola Svizzera per via della pulizia (sic!) della nostra cittadina.
C’è da chiedersi se si trattasse di buontemponi, probabilmente ipovedenti o semplicemente molto ironici. Che la nostra Polignano sia bella, forse anche più della Svizzera verde, è noto a tutti. Ma sulla pulizia permetteteci di sollevare qualche dubbio.
Le foto che potete vedere sono state scattate qualche giorno fa, presso il lungomare Marco Polo (per intenderci: tra il campo sportivo e il nuovo ‘ponte’), che come tutti sanno è la meta preferita di chi vuole passeggiare o fare jogging: in ogni caso un luogo pieno di gente, e soprattutto turisti.
È bene precisare che le foto sono state scattate in un giorno di vento. Questo, lungi dal peggiorare una situazione già critica di suo, ha forse migliorato le cose spazzando via i rifiuti più piccoli (finiti con ogni probabilità nel nostro bellissimo mare). I bidoni caduti, invece, sono una realtà abituale anche nei giorni di brezza leggera, probabilmente per opera del solito teppista o forse perché si tratta di strutture leggerissime, fatte praticamente di fil di ferro, che chissà come sono state ritenute idonee per la location da parte di chi ha progettato il tutto (dimostrando, per altro, un senso del gusto assai poco sviluppato).
 


È chiaro, questo è solo un angolo (e che angolo!) della nostra amata città. Ma sappiamo tutti come stanno le cose nella gran parte degli altri angoli meravigliosi che dovrebbero fare la nostra fortuna, ed invece fanno la nostra vergogna. Tanto per fare un esempio, basta uscire di qualche centimetro dai confini urbani, andando verso Casello Cavuzzi, per rendersi conto di cosa giace ai lati delle strade o nei campi. Uno schifo (concedeteci il termine), eppure abbiamo avuto il coraggio di lasciarlo là bene in vista anche in occasione della Targa Crocifisso.
Ora, è bene rendersi conto che i problemi sono due: da un lato la diseducazione di cittadini e non che nel 2011 continuano ancora a gettare per terra i rifiuti, come se fossimo nel medioevo. Per questo servirebbe un cambiamento culturale profondo, un’educazione al senso civico, che non possiamo delegare ad altri, ma che spetta a ciascuno di noi nel proprio piccolo. Dall’altro lato, è evidente che a Polignano non esiste alcun piano efficace di gestione dei rifiuti (e questo, ammettiamolo, lo sapevamo già un po’ tutti).
Resta il fatto che la situazione è sempre più inaccettabile, ed è arrivato (e da tempo) il momento di fare qualcosa sul serio.
Noi il 20 settembre abbiamo protocollato la richiesta di ottenere alcuni dati relativi all'attuale raccolta rifiuti, perché vogliamo presentare una piano di raccolta diverso da quello attuale. Ad oggi non abbiamo ottenuto ancora risposta.
Speriamo di ottenerla in questi giorni, a meno che non si preferisca essere paragonati a Napoli, piuttosto che alla Svizzera.




 
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3 ottobre 2011


Modifica statuto comunale, persa in un bicchier d'acqua ???


Onofrio Torres, Presidente del Consiglio del Comune di Polignano a Mare, ha risposto alla lettera aperta che gli abbiamo indirizzato attraverso il blog. E' un gesto importante, non frequente da parte di chi rappresenta le Istituzioni. Torres ci ha subito contattati telefonicamente dicendo che non è mai stata protocollata la richiesta di modifica dello statuto comunale, da parte dei consiglieri di opposizione, da quando lui ha assunto il mandato.
Eppure in merito a un nostro vecchio post, Nicola Menna, allora coordinatore del Comitato per il Sì, ci rispose che "La richiesta è nelle mani dei consiglieri comunali che devono protocollarla per i prossimi consigli comunali, che sono una rarità a Polignano inoltre è sempre il presidente del Consiglio che fa l'ordine del giorno."

A questo punto le riflessioni sono due:

1) se i consiglieri hanno protocollato la richiesta, e chissà come al comune è andata persa, si facessero avanti con la copia protocollata;
2) i partiti di opposizione si sono presi gioco dei cittadini creando un comitato che servisse solo a dargli un po' di visibilità. E questa dovrebbe essere l'alternativa di governo?

Ecco i consiglieri comunali appartenenti al "COMITATO PER IL SI" :

Sig. Mario MAZZONE - PD
Rag. Domenico VITTO - PD
Sig. Angelo FOCARELLI - PD
Sig. Saverio TEOFILO - Italia dei Valori
Dott. Domenico LOMELO - I Verdi


fonte: http://www.comune.polignanoamare.ba.it/index.php?id=0|1&idS=59

A loro chiediamo che fine ha fatto la richiesta di modifica dello statuto comunale. Se non dovesse saltare fuori la copia protocollata, sarà evidente la presa per i fondelli attuata ai danni dei cittadini.

La dichiarazione che l'acqua è un bene pubblico deve essere sancita nello statuto, sull'acqua non si transige.
Vigileremo finché non si passerà dalle parole ai fatti.

 

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28 settembre 2011


Lettera aperta al Presidente del Consiglio


"Egregio Presidente del Consiglio,

in relazione alla nostra richiesta di modificare lo Statuto Comunale, nella parte che riguarda la definizione dei servizi pubblici comunali privi di rilevanza economica, facciamo rilevare che non abbiamo ancora ricevuto risposta. Sono trascorsi 3 mesi dalla richiesta e, ritenendo che la collaborazione, il confronto con i cittadini, con le associazioni e con tutto ciò che si muove in maniera partecipata siano linfa vitale per la democrazia, invitiamo Lei, come persona e per il ruolo che riveste, ad inserire la nostra richiesta nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale. Diamo per scontato che i consiglieri di opposizione facenti parte del Comitato per il Sì al referendum, abbiano protocollato la richiesta come promesso."

Il comitato Polignano R-Evolution


Vedi anche il post Acqua Pubblica - doppia faccia???

 
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21 settembre 2011


Al via la sperimentazione dell’idrogeno da fonti rinnovabili: Taranto città simbolo

Segui la diretta streaming dell'evento a partire dalle ore 10:00



Nel maggio 2005 fu organizzato a Taranto il primo convegno della nascente Università dell’Idrogeno. Il titolo era: "Dai combustibili fossili all’economia dell’idrogeno, Taranto città simbolo".
Ora, 6 anni dopo, la Fondazione H2U – The Hydrogen University, ormai convenzionata con tutte le Università di Puglia, lancia sempre da Taranto il primo esperimento concreto di economia dell’idrogeno fra la Puglia e la Campania, in collaborazione con i Comuni di Napoli e di Accadia.
Lo sviluppo rapido ma caotico delle energie rinnovabili in queste due regioni ha creato, a cavallo fra Puglia e Campania un vero e proprio "giacimento" di energie rinnovabili (eolico) non gestito dalla rete elettrica. Lo stesso problema si porrà presto anche in altre zone e anche in relazione al fotovoltaico, ma è già presente in maniera molto consistente nelle località indicate.
Si tratta del problema dell’accumulo dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, tipicamente discontinue, problema strategico se si pensa di sostituire seriamente i combustibili fossili.
Taranto è forse la città europea che emette più anidride carbonica ed è senz’altro fra le più colpite, in termini sanitari, dai vecchi combustibili fossili, carbone e petrolio.
Fra poco più di due mesi il Protocollo di Kyoto, mai decollato, non ci sarà più. Il nuovo accordo che dovrebbe sostituirlo, per ora, non c’è. Gli Stati del pianeta riconoscono che il problema del riscaldamento globale esiste, ma non fanno nulla per limitare drasticamente le emissioni di gas climalteranti.

 



Occorre far partire dalla cittadinanza le nuove tecnologie pulite, con l’ausilio dei Comuni che sono le istituzioni pubbliche più vicine ai cittadini.
Oggi i Comuni di Taranto, Napoli e Accadia avviano una importante sperimentazione con H2U, l’Università dell’Idrogeno, fra Puglia e Campania, per realizzare impianti, nel campo della mobilità e del patrimonio edilizio, totalmente puliti, basati sulle energie rinnovabili come fonte primaria e sull’idrogeno come accumulo e vettore di energia.
Il progetto operativo prevede di realizzare ad Accadia, Comune del Subappennino Dauno dove sono presenti numerosi parchi eolici e dove è presente energia di origine rinnovabile non gestita dalla rete elettrica, un impianto industriale per la produzione dell’idrogeno, in un edificio recintato messo a disposizione dal Comune situato in posizione strategica.
Questo idrogeno verrà utilizzato in due tipologie di impianti: il settore dei trasporti, a partire dal trasporto pubblico (e quindi distributore di idrogeno e veicoli quali autobus) e il settore stazionario, dove si tenderà a realizzare impianti collegati in isola secondo l’architettura della generazione distribuita e delle nuove reti intelligenti (smart grid). Il calore prodotto dai vari impianti sarà utilizzato in cogenerazione e trigenerazione.
Queste tipologie di impianti verranno realizzate ad Accadia (stazione degli autobus e un quartiere urbano), a Taranto (distributore di idrogeno in prossimità della Pineta comunale Cimino e isola centrata sulla Scuola Edile del quartiere Paolo VI), a Napoli (distributore d’idrogeno per autobus e generazione distribuita localizzata sugli impianti sportivi cittadini).
Queste attività saranno precedute da un Protocollo d’intesa, dalla realizzazione di un business plan, e avranno carattere sperimentale, con un periodo di sperimentazione di almeno 6 mesi. Altre città e territori potranno aggiungersi alla sperimentazione.
Nella stessa occasione la Fondazione H2U lancia H2 NET, società cooperativa per azioni gestita via Internet a cui tutti i cittadini potranno partecipare, allo scopo di realizzare il principio della autoproduzione dell’energia.
La cittadinanza di Taranto e quella di Napoli hanno molto sofferto a causa dell’inquinamento e dei rifiuti, ed è quindi molto opportuno avviare di qui la sperimentazione di nuove tecnologie ad emissioni zero.
Tutto questo avviene mentre il costo dei carburanti ha raggiunto il costo più elevato degli ultimi 27 anni, e una crisi economica strutturale colpisce l’intero occidente.
Le nazioni Mediterranee dovranno essere mantenute? E’ assurdo, basta guardare una cartina geografica tematica per comprendere che le energie rinnovabili, quelle della nuova economia, sono tutte qui. Da queste bisogna ripartire; dalle città più penalizzate, Taranto e Napoli, deve nascere la nuova economia dell’idrogeno. Il sud deve dimostrare le sue grandi potenzialità.

 
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20 settembre 2011


I "Senza Vergogna"




"Quale Italia vogliamo?” - “Il problema Sanità” - “La persona prima dello Stato”, tutti temi interessanti quelli trattati venerdì 16 e sabato 17 settembre a Polignano a Mare, se non fosse che a discuterne c'erano proprio quelli che hanno contribuito e contribuiscono a distruggere l'Italia.
Sì, perché su quel palco si sono susseguiti personaggi come Casini, Fitto, Fioroni, Bonanni della CISL, il ministro Meloni, tutta gente che vive sulle spalle dei contribuenti i quali forse hanno pagato anche questa manifestazione. Avete letto proprio bene, e vi spieghiamo perché.
L'evento è stato organizzato dall'associazione “Il Domani d'Italia”, la quale non è altro che il giornale lanciato ultimamente dall'On. Fioroni del PD. Presumibilmente, la testata non camperà d’aria, ma dovrebbe ricevere i contributi all'editoria che foraggiano la maggior parte dei giornali italiani. Il condizionale è d'obbligo da usare, dato che sul sito ufficiale del governo è pubblicato l'elenco di tutte le testate che ricevono i contributi e gli importi degli stessi, aggiornato fino al 2009, e poiché Il Domani d'Italia è stato lanciato nel 2011, per avere la conferma definitiva dovremo avere solo un po' di pazienza. Ma, come si dice, a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.
Sapete ogni anno quanto succhiano i giornali alle casse dello stato? Ben 1 miliardo di euro, alla faccia della crisi!!!
Non è finita qui, perché se i nostri politici possono partecipare a destra e a manca a tutte le manifestazioni è anche grazie al milione di euro che si spartiscono i partiti sotto la voce di rimborsi elettorali. Da Wikipedia “l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con quest’ultima modifica l’aumento è esponenziale. Con la crisi politica italiana del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, poiché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV e alla XVI Legislatura”.
Insomma fare informazione è cosa buona, ma se fatta con i soldi dei cittadini è meglio.

 



La finanziaria lacrime e sangue ha tagliato di tutto, ma queste due spese sono rimaste al loro posto. La casta sa bene che senza i nostri soldi scomparirebbe. Sono dei morti che camminano tenuti in vita dai loro medium ovvero i media.
A questo punto ci chiediamo: ma come possono questi mitili risolvere i nostri problemi se loro sono il problema?
È per questo che chiediamo ai cittadini di scendere in campo in prima persona, abbandonare i vecchi schemi di destra e sinistra perché ormai non esistono più. Ogni cittadino deve essere informato e la vera informazione senza filtri, può reperirla solo in rete.
L'idea del movimento è nuova ed innovativa, non abbiamo più bisogno dei partiti perché i progetti li condividiamo e discutiamo in rete, dove ci sono migliaia di esperti che possono migliorarli. In rete ognuno vale uno.

In riferimento alla serata di sabato 17, segnaliamo:
1 - Nel pubblico si avvertiva una certa insofferenza, in seguito ad affermazioni vergognose fatte dal Fioroni e dalla Meloni. Riferiamo soltanto le più gravi: il Fioroni, in sintesi, sosteneva che guadagnava di più a fare il medico e che è meglio che un parlamentare sia ricco così non è spinto a rubare.
Rispondiamo:
- Fioroni può anche tornare a fare il medico, gli italiani non si dispereranno per questo.
- Il Parlamento è pieno di ricchi ladri e di ladri ricchi, quindi non è vero quello che sostiene.
- Fioroni ha offeso milioni di italiani che vivono con cifre modeste definendoli potenziali ladri.

2 - La Meloni, insieme al Fioroni (i due andavano d'amore e d'accordo su tutto), sostenevano che la prima riforma da fare è quella dell'allungamento sensibile dell'età pensionabile, viste le aspettative di vita e per garantire un futuro alle giovani generazioni. Alle rimostranze del pubblico che chiedeva "e le vostre pensioni?", rispondevano che quella è poca roba, non influisce più di tanto etc...etc...Il moderatore Magistà, spudorato, invitava i due di cui sopra a non dar retta al pubblico, a non ascoltarlo. Roba da salire sul palco e.....
Rispondiamo:
- Intanto non si tratta di poca roba e ci vuole la faccia come il c.... per chiedere sacrifici agli altri e non voler toccare i privilegi da dittatura africana di cui godono.
- La storia delle aspettative di vita sa tanto di bufala, non ha alcun fondamento scientifico perché si basa sulle soglie raggiunte oggi, per il futuro dipenderà tutto dalla qualità della vita, dagli inquinanti, dagli alimenti e da tante altre variabili anche a livello planetario. In verità vorrebbero che la gente morisse prima di andare in pensione! Figuriamoci se i padri e le madri non sarebbero disposti a lavorare qualche anno in più se fossero sicuri che il risparmio andrebbe ai propri figli, in verità sanno già benissimo che quei risparmi faranno una brutta fine.
Facciamo una proposta: i risparmi che si realizzano con la riforma delle pensioni vengano per legge automaticamente trasformati in contributi previdenziali per inoccupati, disoccupati e fasce bisognose.

 

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12 settembre 2011


Una cozza è per sempre

40 persone, 12 ore di pullman, andata e ritorno Bari-Roma, per posare una cozza ciascuno davanti alla Camera dei Deputati.

Arrivare davanti a Montecitorio e trovare una marea di gente che sembrava abbracciarti e darti coraggio per quel gesto simbolico che stavamo facendo, ci ha fatto palpitare il cuore. Abbiamo provato contentezza ma allo stesso momento rabbia e disgusto per quelle "cozze" che stavamo depositando e che rappresentavano personaggi della politica corrotta. Tutti insieme, a fianco di persone che non conoscevamo ma che condividevano le stesse idee, a urlare slogan contro quei rappresentanti politici che ormai non ci rappresentano più e in quel momento avere la sensazione che tutti insieme ce la possiamo fare a ricostruire una Italia migliore.

Migliaia di persone dalla Sicilia, dalla Sardegna , da Bolzano, da Aosta e da tutta Italia hanno affrontato anch'essi lo stesso viaggio per un gesto simbolico di grande significato: siamo stanchi di tutti questi soggetti attaccati come cozze al Parlamento!




Tutti noi del Movimento 5 Stelle con forza, chiarezza, ordine e senza far mai mancare ironia ed allegria abbiamo chiesto che fine han fatto le 350.000 firme raccolte in un sol giorno quattro anni fa al primo "V day". (Perchè fa tanta paura parlare di un parlamento solo di incensurati? Perché fare il politico deve essere un mestiere per tutta la vita?)

A sinistra Roberto Fico candidato sindaco M5S Napoli
Al centro Giuseppe L'Abbate Polignano R-Evolution
A destra Giovanni Favia consigliere regionale M5S Emilia Romagna







La nostra richiesta?
Qualsiasi italiano può diventare parlamentare a patto che sia incensurato e che non si radichi alla poltrona (massimo 2 legislature), concetti semplici, democratici.

Questo giorno di "rivendicazione" lo abbiamo sognato da molto, da molto aspettavamo di ritrovarci tutta l'Italia insieme per manifestare, per confrontarci come era stato un anno fa a Cesena, a Woodstock 5 stelle.
Abbiamo srotolato le bandiere e ci siamo mescolati a tutta la migliore Italia.

Loro certo, i signorotti del palazzo non ci hanno risposto e neppure di giornalisti non se ne è visti tanti, ma di certo noi non ci fermeremo, non demorderemo e ogni giorno saremo sempre di più.





Noi di Polignano R-Evolution siamo riusciti a scambiare due battute direttamente con Grillo e gli abbiamo parlato del piano energetico che stiamo per lanciare con il Prof. Nicola Conenna. Un nuovo modo di fare energia, dove ognuno diventa produttore e consumatore allo stesso tempo, senza monopolisti.


 
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6 settembre 2011


Sul referendum anti-porcellum…



Noi non firmeremo per il referendum “anti-porcellum” e non allestiremo banchetti per la raccolta delle firme.

Sia chiaro, non pensiamo che questa legge elettorale sia la migliore, ma questo referendum a nostro avviso è inefficace e inutile per i motivi che andremo ora a spiegare.

Il referendum abrogativo proposto, di fatto, non risolve nulla ed è probabilmente incostituzionale; nel caso non lo fosse e venisse accolto, potrebbe riportare al “mattarellum”, modificandone alcuni aspetti a nostro avviso non sostanziali. L’istituto referendario abrogativo è un sistema di rimedio, uno strumento “zoppo”, come per stessa ammissione del Forum dei Movimenti per l’Acqua, nonostante sia stato usato contro la Ronchi, poiché lo strumento d’elezione dovrebbe essere la proposta popolare.
Nel 2007 la Legge di Iniziativa Popolare del Forum sull’acqua pubblica - 410.000 firme raccolte - è stata ignorata, e così si dovette optare per il referendum. Le leggi di iniziativa popolare, a differenza dei referendum, propongono i loro obiettivi attraverso una serie di linee guida che il parlamento e i giuristi andranno ad esplicitare e concretizzare in una successiva Legge (DLGS).

 


Una nuova legge elettorale è già disponibile, è la legge “Parlamento Pulito“: una proposta di iniziativa popolare che prevede l’elezione diretta dei candidati, un massimo di due mandati, nessun condannato definitivo eleggibile.

A noi interessa una legge elettorale nella quale i cittadini possano esprimere la loro preferenza, ma non sui candidati scelti dalle segreterie di partito (cosa che succedeva con i collegi uninominali della legge Mattarella).

In tempi di “vacche magre” come questi, perché poi, ci chiediamo senza capire, buttare altri soldi in un ulteriore referendum quando una legge è già pronta nelle “cantine” del Senato, gratis?!?

La Costituzione è chiarissima, il popolo, con 50 mila firme, può presentare un progetto di legge. Una volta presentate le proposte di legge di iniziativa popolare ad un Presidente delle due camere, questi deve accertare la regolarità ai sensi degli articoli 48 e 49 della successiva Legge n. 352 25 maggio 1970 e, dopo tale accertamento, le proposte di legge debbono essere calendarizzate per essere esaminate in Parlamento; tutto questo non è mai stato fatto e questo è un gesto gravissimo, anti-democratico e codardo.

La posizione del Movimento 5 Stelle nazionale, si è esplicitata in alcune linee di indirizzo generale sul tema: come sempre è lasciata ad ogni Movimento locale la più ampia possibilità di espressione e questa è la nostra posizione in attesa di un confronto più approfondito; di certo, concordiamo tutti nel non aderire a questo referendum.

Quattro anni fa abbiamo chiesto il voto di preferenza e c’era il tempo per qualsiasi forza politica parlamentare di usare la LIP già depositata come arma per imporre la discussione EX NOVO di una Legge Elettorale, ma ciò non è stato fatto: che forse il voto di preferenza e l’esclusione dei condannati spaventino egualmente ogni partito irremovibilmente insediato in parlamento?

Ancora, oltre alle contraddizioni già sottolineate, ci chiediamo: quale senso ha il ricorso alla mobilitazione popolare se non forse quello, per SEL e per IDV (il PD salterà sul carro in corsa come successo per l’acqua?), di riacquistare il contatto diretto e la partecipazione dei cittadini che i partiti ‘classici’ da tempo stanno perdendo?

 
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31 agosto 2011


Parlamento pulito. In pullman da Bari a Roma il 10 Settembre

Per evitare la catastrofe economica e ripartire, è necessario fare tre cose:
1) cambiare la legge elettorale,
2) avere un governo di salute pubblica senza i condannati che legiferano.
3) ritornare alle urne.

Sabato 10 Settembre saremo tutti a Roma, di fronte a Montecitorio con Beppe Grillo per chiedere ai nostri politici di discutere la proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" che chiede 3 cose semplicissime:

1) cacciare i condannati in via definitiva dal parlamento
2) introdurre il voto di preferenza
3) introdurre un limite massimo di 2 legislature ai politici.




E' stato organizzato un pullmann che partirà da Bari, il costo è di € 30,00. In linea di massima il programma sarà il seguente:

- partenza prevista per le ore 02.00 del 10/09/2011 dall'extramurale Capruzzi (zona stazione);
- arrivo in mattinata a Roma presso il luogo di sosta dei bus all'ingresso della città;
- raggiungimento di Montecitorio mediante la metropolitana (costo circa € 3,00 a/r);
- rientro previsto a Bari nel medesimo giorno alle ore 23.00 circa.

Chiunque volesse partecipare può inviarci una mail a polignanorevolution@gmail.com oppure contattare il Sig. Vincenzo Madetti (membro dell'associazione amici di beppe grillo Bari) al numero 348.3558173, vi saranno comunicate disponibilità e modalità di pagamento. Siete cortesemente invitati a comunicarci la vostra partecipazione velocemente visti i tempi ristretti.

Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
 
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29 agosto 2011


Si va a Montecitorio...



Ricordate il 2007? Quando a sollevare la questione “morale” sulla presenza di condannati in parlamento furono circa 350.000 cittadini italiani firmatari della legge di iniziativa popolare “Parlamento Pulito“?

Rinfreschiamoci la memoria. La proposta consisteva (e consiste) in:

- nessun condannato deve sedere in Parlamento a rappresentanza dei cittadini;
- ciascun parlamentare deve esercitare per massimo due legislature;
- abolizione della legge elettorale attuale e ripristino della votazione per preferenza diretta.

Allora l’iniziativa fu ignorata dai media, o al massimo tacciata di giustizialismo qualunquista. Oggi, che il calderone della crisi e’ saltato, che si sentono da più parti rombare i tamburi della rivolta, sono tutti pronti a rispolverare un’etica della politica fino a ieri evidentemente “non necessaria”.

In realtà la strada è già stata chiaramente indicata: perchè non considerare finalmente le proposte che da 4 anni, senza giustificazioni, attendono considerazione in parlamento?




E’ questo che andremo a chiedere sabato 10 settembre 2011 a Roma, davanti a Montecitorio. Ci stiamo organizzando, stiamo cercando di fare dei pullman per l’andata e il ritorno. Se vuoi partecipare insieme a noi facci avere notizie quanto prima scrivendo a polignanorevolution@gmail.com, segnalandoci i tuoi dati. Pubblicheremo sempre su questo blog maggiori informazioni.

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I Maya avevano ragione

Dopo aver spiegato le principali cause macroeconomiche che hanno portato all'attuale crisi, chiudiamo la nostra rubrica con quest'ultimo articolo in cui cercheremo di spiegare quali risvolti sociali avremo nel prossimo futuro.

Ci aspetta una medicina molto amara. Gli italiani non si immaginano minimamente che cosa li aspetterà al ritorno dalle vacanze. Si dovrà dire basta alla Sanità tutto gratis, ai piani di prepensionamento, al costante aumento dei costi della Pubblica Amministrazione.

Ci attende un pesante ridimensionamento del welfare e la possibilità di licenziamenti nella Pubblica Amministrazione.

Poi arriverà la mazzata dell'Agenzia delle Entrate. E cioè la patrimoniale e i prelievi coatti dai depositi. Aumenterà la tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, entro l'anno sarà reintrodotta l'ICI sulla prima casa e una super-patrimoniale sulla seconda casa, e non si esclude anche un'imposta per tassare le giacenze liquide sui conti correnti.





Queste sono le parole di Eugenio Benetazzo, un noto economista che è riuscito a prevedere la crisi già nel 2005.

Come abbiamo capito quindi, siamo alla fine di un'epoca e questa è una cosa importante che è meglio sottolineare. La fine di un'era significa che entro breve, noi saremo coinvolti in un cambiamento di vita importante. Nel 2012 scadrà una mole di obbligazioni da rinnovare superiore circa 3 volte alla media degli ultimi anni. I Maya avevano ragione...



Ora se questo cambiamento noi lo assecondiamo e ci prepariamo, probabilmente riusciremo ad affrontarlo senza traumi.

La nostra società è strutturata in maniera sbagliata, le merci percorrono mediamente 5000 km (le nostre patate ad esempio vanno in Germania e poi ritornano), questo perché il sistema di oggi è basato su una economia che non ha più l'Uomo come punto cardine. Il sistema economico attuale sovrasta le nostre vite rendendole problematiche.

Oggi però ha raggiunto il suo limite in quanto è un sistema basato sul debito. Questo debito proviene essenzialmente dal mezzo di scambio che noi utilizziamo, ovvero dalla moneta, perché l'emissione della stessa avviene creando debito. Questo ovviamente porta al fatto che più produciamo più abbiamo bisogno di moneta, e più abbiamo bisogno di moneta più ci indebitiamo.

A un certo punto però questo gioco arriva al capolinea. Nel 2007 il debito mondiale è arrivato al suo limite strutturale ed è crollato, è stato ripreso ed oggi ha raggiunto il suo secondo limite.



Tutto ciò è voluto da un sistema che pone il profitto, e quindi la sopraffazione degli uni contro gli altri, come scopo primario e che si basa su degli squilibri: deve necessariamente trovare delle sacche nel mondo in cui produrre a basso costo e rivendere a molto di più. Tutto ciò produce le conseguenze che oggi stiamo pagando.

Ora cambiare lo stile di vita nei prossimi mesi (attenzione non parliamo di anni ma di mesi) sarà importantissimo, perché tante cose stanno cambiando: persone che perdono il lavoro, amministrazioni che vedono ridotti i proventi dallo stato, non dando più servizi alla comunità e chiedendo nuove tasse.

È arrivato il momento di cambiare registro, oppure questo sistema nel suo tracollo ci travolgerà come sta facendo in Grecia.

Bisogna cercare di recuperare il buon senso nell'economia e nelle imprese organizzando le comunità, perché se la comunità non si farà carico di quelli che sono le persone che staranno peggio sarà un grande problema nel prossimo futuro.

Quali sono quindi le misure da adottare immediatamente?

Per prima cosa abbiamo introdotto lo SCEC che è un buono locale che consente di mettere fine al drenaggio monetario che la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) purtroppo compie. Nel senso che noi produciamo il nostro reddito sul territorio poi andiamo alla GDO che lo sparge nei quattro angoli del mondo. Si comporta praticamente come un grande aspiratore che porta via ricchezza, la quale invece deve restare sul territorio organizzando le attività. Lo SCEC consente inoltre di recuperare le attività artigianali e l'agricoltura.

Un'altra cosa importante è quella di organizzare i comuni all'efficienza energetica per la riduzione dei bilanci. Il consumo energetico è infatti uno dei maggiori costi delle amministrazioni. È calcolato che ristrutturando gli immobili rendendoli efficienti energeticamente, si metterebbero in moto 250 miliardi di euro e si creerebbe circa 1 milione di nuovi posti di lavoro.

Bisogna organizzare le comunità tramite gruppi di acquisto, ad esempio dell'energia elettrica in modo da avere dei prezzi vantaggiosi e lavorare per tagliare le dipendenze con i monopolisti, ad esempio delle telecomunicazioni. Attraverso queste azioni si viene così a sviluppare la solidarietà reciproca e si recuperano i rapporti umani.

Queste sono solo alcune misure che bisogna intraprendere subito per cambiare il sistema e rendere la vita più umana basandola sulla felicità.

Bisogna ritrovare il senso di stare insieme e di aiutarci gli uni con gli altri. In questo momento di cambiamento dobbiamo farlo e affrontare la situazione con consapevolezza e coscienza.

 

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12 agosto 2011


La tonnara sociale

Le 4 principali tematiche macroeconomiche che hanno generato la crisi del 2008 sono: la politica sociale degli Stati Uniti d'America, le conseguenze del WTO, la politica monetaria degli USA e gli effetti della titolarizzazione del debito. Nel precedente articolo abbiamo descritto le prime 2 adesso discutiamo le altre.



- Titolarizzazione del debito
Il montante di massa finanziata in questi ultimi anni è stata talmente imponente che gli istituti di credito sono arrivati a un punto di saturazione, oltre non potevano più erogare. Questo perché vi sono dei quozienti di patrimonio che stabiliscono quanto una banca può prestare in base alle proprie risorse e quando arriva ad essere satura, non può far altro che fermarsi.
Siccome il volano, in termini di erogazione di credito, volava talmente veloce per farlo fermare, le banche si sono inventate le titolarizzazioni, cioè hanno creato dei meccanismi che gli hanno consentito, tramite uno snellimento di bilanci, di continuare a far debito.
Quindi la banca ha creato le titolarizzazioni, non per liberarsi dei titoli tossici, come oggi ci raccontano, ma per continuare ad erogare sempre più credito, perché erogando si guadagna tramite le commissioni e lo spread.
Oggi la migliore rappresentazione degli effetti della titolarizzazione è data da un serpente che si morde la coda, ovvero che si autoavvelena, perché il mercato sta portando a questo tipo di dimensione.






- La politica monetaria degli USA

Dopo il 2001, e cioè dopo la caduta delle Torri Gemelle, si sono verificate le condizioni per cui il mercato sembrava arrestarsi.
Alan Greenspan (ex governatore della FED) abbassando violentemente i tassi di interesse dal 6% all'1% in neanche 2 anni non ha fatto altro che invogliare la gente e le aziende ad indebitarsi perché il denaro costava poco. Nel giro di altri 2 anni, il suo successore Ben Bernanke (attuale governatore della FED), ha iniziato a rialzarli quasi alla stessa velocità, creando così una spaventosa tonnara sociale.
Negli anni di discesa dei tassi coppie giovani, famiglie, padri di famiglie e anche aziende hanno rinegoziato e si sono indebitati, considerando che i piani di ammortamento e di rientro fossero pari a quelli degli ultimi 2 anni. Purtroppo non è stato così, perché quello che è accaduto tra il 2003 e il 2005 è stata un'epoca completamente e se stante e che probabilmente non rivedremo più. In questa rete ci sono caduti tutti, e come i tonni, sono stati percossi.
Tutto ciò ci induce a pensare che questa situazione sia stata voluta ovvero che qualcuno abbia fatto di tutto per far si che la maggior parte della gente si indebitasse per tenerli a vita con il cappio alla gola.
Questo perché quando una persona è indebitata è continuamente sotto pressione, e il continuo terrore di soccombere finanziariamente, perdendo così tutto ciò che ha costruito, lo porta a perdere la serenità. In queste condizioni nessuno ha voglia di controbattere il sistema, di studiare e di informarsi, quindi nessuno ha voglia di togliere alle banche centrali l'egemonia del sistema.

Queste sono le 4 tematiche che, tutte in epoche temporali diverse, adesso stanno producendo delle conseguenze che percepiamo tutti quanti.
Dopo il '29 una delle prime soluzioni che vennero proposte da quasi tutti gli stati per ovviare ai problemi, fu il protezionismo. Oggi però non è più possibile, perché abbiamo un pianeta privo di compartimenti stagni, quindi nessun paese può chiudersi su se stesso. Questo ci fa capire che questa crisi è molto più grave rispetto a quella del 1929.
Nel prossimo articolo spiegheremo le conseguenze che questa emergenza porterà alla nostra economia locale, e quali secondo noi potranno essere le soluzioni applicabili che ci consentiranno di uscirne quasi indenni. Vi anticipiamo che come sempre i nostri politici stanno prendendo decisioni diametralmente opposte e che purtroppo ci stanno portando verso uno scenario argentino.

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5 agosto 2011


Una casa per tutti

Continuiamo la nostra rassegna di articoli cercando di spiegare cosa ha scaturito la crisi del 2008.
Come già annunciato nel precedente articolo (“Un nuovo 1929”) l'attuale scenario economico si è presentato per una spiacevole convergenza, in termini epocali, di 4 variabili macroeconomiche distinte. Queste 4 variabili, verificatesi in momenti di mercato diversi, sono: la politica sociale degli Stati Uniti d'America, le conseguenze del WTO, la politica monetaria degli USA e gli effetti della titolarizzazione del debito. In questo articolo esamineremo le prime 2 cause, partendo da quella più lontana.



- La politica sociale degli stati uniti: La casa per tutti
Per ragioni razziali gli USA hanno una popolazione che è poco omogenea, sempre a rischio di sommosse, tumulti e profondo disagio sociale. Fin dal primo governo Reagan si era stabilito che se un individuo avesse avuto una abitazione, questo scatenava in lui 2 comportamenti sociali: quello di sentirsi ricco e quello di evitare di delinquere. Questo perché avendo una casa, un individuo può pianificare la propria vita (sposarsi, trovarsi un lavoro, ecc.).
Quella di mettere le persone in condizioni di acquistarsi una abitazione, venne così individuata come potenzialità socioeconomica. Come fece lo stato americano a far sì che ciò accadesse? Vennero create 2 agenzie federative, Fannie Mae e Freddie Mac, che si occupavano di erogare e garantire ipoteche nei confronti dell'erogazione di mutui. Lo stato quindi attraverso queste società garantiva i mutui che una banca regolarmente non avrebbe mai potuto dare.
Si è arrivato oggi al punto che circa 1 su 2 dei prestiti ipotecari rilasciati dalle banche, sono garantite da queste aziende.
Nell'estate del 2008 queste società sono state salvate dallo stato USA per due motivi principali: 1) perché altrimenti molti cittadini americani avrebbero perso la propria casa; 2) perché questi mutui americani sono in carico a circa i 3/4 del pianeta.





- Conseguenza sociali del WTO (World Trade Organization)
La crisi che stiamo vivendo parte da qui, cioè da quella scellerata manovra che appoggiarono i grandi del G7. Essa consentì al mondo intero di poter scambiare merci e servizi senza alcuni vincoli, portando a quelle spiacevoli conseguenze che abbiamo conosciuto tutti come le delocalizzazioni produttive.
Perché le delocalizzazioni hanno una diretta conseguenza con la crisi? Perché queste hanno trasferito posti di lavoro tra USA e Europa portandoli nelle due fabbriche del pianeta ovvero Cina e India. Chi occupava questi posti di lavoro, che improvvisamente sono stati polverizzati, si è dovuto reinventare la vita, trasformandosi da lavoratore a tempo indeterminato a lavoratore precario.
Con questo tipo di dinamica, nessuno può pianificare la propria vita.
Si sta interamente frantumando il tessuto socio economico. La gente è costretta a cambiare il proprio stile di vita, non potendo più risparmiare, creando così un disagio sociale legato al fatto di sentirsi inutile, di sentirsi agganciati ai genitori.
Molte coppie giovani con figli a carico, se non sono supportate economicamente dai genitori non riescono a sostenere la propria famiglia.
La possibilità di pianificare la propria vita è stato il segreto del famoso miracolo economico italiano. Infatti, il fatto che 12 milioni di persone tra pubblico e privato hanno potuto contare di un lavoro ben retribuito e certo ha permesso di risparmiare, di indebitarsi con quozienti sensati, di mandare i figli a scuola e mettere così in moto un volano che adesso si sta fermando.
Altra spiacevole conseguenza del WTO è lo sfruttamento delle popolazioni più povere, le quali producono quasi tutte le merci che oggi ci ritroviamo nei nostri negozi, costrette a lavorare a costi bassissimi e in condizioni disumane.
Il WTO però pur portando povertà, ha creato le conseguenze perché questi soggetti, anche se precari, continuassero a consumare finanziando tutti in qualsiasi modo (prestiti al consumo, leasing, ecc.) e ciò sarà la causa di un altro problema che affronteremo più avanti.
Le politiche del WTO stanno adesso investendo anche il settore alimentare, distruggendo così la provenienza e certificazione degli alimenti. Tra un po', se non già da adesso, non sapremo più cosa mangiamo.

Ci siamo limitati per adesso a descrivere le prime 2 variabili macroeconomiche, ma già lo scenario appare inquietante. Nel prossimo articolo analizzeremo le restanti 2 variabili e cercheremo di tirare qualche conclusione in merito al momento storico che purtroppo siamo costretti ad affrontare.

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