Visualizzazione post con etichetta trivellazioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta trivellazioni. Mostra tutti i post

10 settembre 2017


Ricerche petrolifere nei mari pugliesi. Si faccia ricorso contro i decreti


Una mozione per impegnare la Giunta a promuovere un ricorso contro i decreti del Governo che autorizzano le ricerche del petrolio nei mari pugliesi e per dare mandato all’Avvocatura Regionale di redigere un parere propedeutico al ricorso contro il decreto ministeriale del 9 agosto 2017 è stata depositata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.

Fino ad ora abbiamo sentito solo l‘assessore regionale Caracciolo timidamente parlare di ricorso al TAR per quanto riguarda il permesso rilasciato per le prospezioni a largo di Santa Maria di Leuca ma niente di ufficiale e nulla per quanto riguarda Bari, anch’essa interessata da autorizzazioni per le prospezioni. E il Sindaco Vitto, invece? Tanto legato al turismo da tenere ancora la delega per sé e impegnato in prima linea, almeno a suo dire, nel difendere la bellezza del nostro mare cosa sta facendo di concreto per difenderlo?

BLU - 07.09.2017


Sono due i permessi rilasciati dal ministero dell’Ambiente per la ricerca di petrolio nei mari pugliesi: uno a largo di Bari “d 80 F.R-.GP” alla Global Petroleum Limited e il secondo a largo di Leuca “d 89 F.R-.GM” alla Global MED LLC. Contemporaneamente, il Ministero dei Beni culturali ha rilasciato parere favorevole anche ad un altro permesso di ricerca in procedura VIA, alla Global MED LLC. “d 90 F.R-.GM” sempre a largo di Leuca.
La scorsa amministrazione targata sempre Vitto in aula parlava del decreto Sblocca Italia ammettendo candidamente che fosse sconsiderato e che i propri parlamentari di riferimento, abitando a Roma, forse non si rendessero conto di ciò che avevano approvato..come se fosse tutto normale. Questa volta si muoveranno davvero per bloccare l’ennesimo scempio perpetrato ai danni dei nostri territori o scatteranno giusto qualche foto con dei cartelli in mano?


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

19 ottobre 2016


Vitto, che fine ha fatto la tessera del PD?


Le dichiarazioni dell’Assessore Mariella Annese in merito alla ricerca di idrocarburi lungo la costa adriatica ci hanno lasciato “esterrefatti”. La scorsa settimana sulle pagine de “La Voce del Paese”, infatti, l’esponente tecnico della Giunta Vitto ha puntato il dito contro i cittadini che non si sono recati alle urne in occasione del referendum del 17 aprile scorso. Ma all’addossare precipuamente le colpe di un Adriatico, nuovamente in pericolo, all’astensionismo elettorale non ci stiamo. L’Assessore Annese dimentica alcuni aspetti.


FAX - 15.10.2016


Dimentica, ad esempio, che il problema nasce con l’approvazione del decreto Sblocca Italia, approvato violentemente con l’apposizione della questione di fiducia da parte di chi? Da parte del Partito (anti)Democratico. Proprio il partito del suo capo ovvero del Sindaco Domenico Vitto. L’Assessore dimentica che proprio il Partito (anti)Democratico del suo Sindaco Domenico Vitto ha bocciato un emendamento presentato dal M5S in cui si chiedeva di considerare l’airgun un ecoreato. Se tale emendamento fosse stato approvato, a quest’ora avremmo scongiurato quantomeno un ulteriore pericolo. Annese, poi, dimentica che proprio il Partito (anti)Democratico del suo Sindaco Domenico Vitto incitava gli italiani a non andare a votare e, per avere la certezza di disarcionare il referendum, ha deciso di non accorpare il voto referendario con quello delle amministrative facendo sperperare 300 milioni di euro agli italiani in un giorno. L’Assessore dimentica che proprio il suo Sindaco Domenico Vitto e tutta la sua maggioranza hanno deciso di non tenere neanche un comizio durante la campagna elettorale. L’Assessore ha omesso di ricordare che proprio il suo Sindaco Domenico Vitto ha disertato la conferenza stampa del documentario ‘Petrolio’ girato a Polignano a Mare e patrocinato dal Comune stesso e, come se non bastasse, l’Assessore dimentica che proprio il suo Sindaco Domenico Vitto ha boicottato la proiezione del documentario stesso a Polignano. Se non ci fosse stato il Movimento 5 Stelle, i polignanesi non avrebbero mai visto quel documentario. È troppo comodo, per l’Assessore Annese, nonché per il Sindaco Vitto, dare la colpa agli italiani se oggi il nostro mare è in pericolo: forse non si è accorta che il nemico dell’Adriatico lo ha in casa ed è il Partito (anti)Democratico.

BLU - 22.10.2016


Il PD è il responsabile del disastro e non si comprende che fine abbia fatto la promessa del Sindaco Vitto di strappare la tessera come promesso nel consiglio monotematico tenutosi a giugno 2015.
Ora, l’Assessore Annese, sa con chi prendersela. Ci auguriamo che, nella prossima riunione di Giunta, lo rammenti al suo Sindaco Domenico Vitto.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

28 luglio 2016


Petrolio - il documentario a Polignano a Mare



Era stato promosso dal Sindaco Domenico Vitto, con tanto di promesso Patrocinio del Comune di Polignano, ma il documentario “Petrolio” lanciato in concomitanza con la campagna referendaria no-triv dello scorso aprile non ha mai ottenuto alcun sostegno dall’Amministrazione di centrosinistra alla guida del paese. Nonostante le reiterate richieste, infatti, il documentario (autoprodotto per dare voce a tutti coloro che reputano la scelta del puntare ancora sulle trivellazioni come priorità un errore) non ha raccolto che silenzi dal Primo Cittadino e dalla sua Giunta. Domenico Vitto non si è neppure presentato alla conferenza stampa di presentazione che si tenne a Bari il 7 aprile scorso.

FAX - 23.07.2016

Forse il Sindaco sarà stato folgorato sulla via di Damasco da un’apparizione renziana che coinciderà con favori nel suo amato PD alle prossime tornate elettorali, di certo non ci saremmo aspettati un così repentino passo indietro sulle posizioni precedentemente prese dal Primo Cittadino, financo disposto a stracciare la tessera del Partito Democratico se non fossero state bloccate le autorizzazioni nell’Adriatico. Non ci restava che sostenere noi la proiezione di questo documentario d’inchiesta, firmato da Silvio Giannini, sulle concessioni governative per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi nel nostro mare. Almeno così Polignano potrà mantener fede al proprio patrocinio.
L’appuntamento, rigorosamente gratuito ed aperto a tutti i cittadini, è per sabato 30 luglio in piazza San Benedetto a Polignano, con inizio alle ore 21.30.

https://www.youtube.com/watch?v=EpBcck-Tirg


BLU - 29.07.2016


LA VOCE DEL PAESE - 29.07.2016


FAX - 06.08.2016



Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

21 giugno 2016


Trivelle: crolla la bugia dei posti di lavoro ma Vitto non molla il PD


Renzi lo ripeteva come un mantra per far fallire il referendum sulle trivelle: “Se vince il Sì, a rischio migliaia di posti di lavoro”. Il Governo dipingeva scenari apocalittici, con l’intero comparto degli idrocarburi in ginocchio nell’ipotesi di una vittoria dei No Triv. I sostenitori della consultazione del 17 aprile scorso invece battevano un altro tasto: il settore è in crisi nera di suo e non sarà il referendum a incidere. Chi aveva ragione? Basta dare un’occhiata a quello che sta succedendo a Ravenna per farsi un’idea.
Le trivelle non creano posti di lavoro, anzi li perdono con un’emorragia impressionante. Da inizio anno sono già 600 i posti di lavoro persi. Le tre big, Halliburton, Baker Hughes e Schlumberger hanno già ridotto il personale di oltre il 50% e stanno proseguendo nel percorso di riduzione. A fine mese probabilmente si fermerà pure l’Atwood Beacon, cioè l’ultimo impianto di perforazione che sta operando nella zona. Un record, visto che a Ravenna non era mai accaduto che tutti gli impianti fossero fermi. Renzi quindi ha mentito.

BLU - 18.06.2016


E Vitto, come si porrà adesso che è crollato anche il mito dei posti di lavoro? Quando lanciò l’hashtag #difendiamolabellezza disse che era pronto ad “autosospendersi dal PD nel caso in cui Renzi non avesse cambiato idea sulla questione trivelle”. Adesso che è caduto anche il mito dei posti di lavoro straccerà la tessera del PD o continuerà a prendere in giro i polignanesi?
Intanto, da Palazzo di Città dopo le promesse di Patrocinio comunale, ancora nessuna risposta ai realizzatori del documentario “Petrolio” che attendono invano da tempo il sostegno tanto decantato dal Sindaco Vitto e poi ritirato in un emblematico silenzio. Il Primo Cittadino è stato forse folgorato sulla via di Damasco da un’apparizione renziana che coinciderà con favori nel suo amato PD alle prossime tornate elettorali?!


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

22 aprile 2016


Intervista rilasciata a "La Voce del Paese" - 21.04.2016



1) Alla luce del risultato, forse è vero che il referendum è stato inutile?
Nessun referendum è inutile. Ogni qualvolta che i cittadini sono chiamati ad esprimersi si mette in atto la democrazia. Certo, se poi come Renzi, si ha paura della volontà dei cittadini allora si cerca in tutti i modi di boicottare lo strumento referendario. Noi non possiamo che ringraziare i polignanesi che non hanno dimenticato cosa rappresenta la democrazia per un popolo e si sono recati alle urne, permettendo al nostro Comune un dignitoso superamento del quorum. Ancora grazie!

2) Come mai non avete affisso manifesti su Polignano?
Poiché si trattava di un argomento trasversale abbiamo preferito dare appoggio al “Comitato per il Sì” a livello regionale e quindi utilizzare un unico manifesto senza simboli di partito. I nostri portavoce regionali M5S hanno versato una quota per sostenere il referendum come deciso in Regione Puglia: alcuni consiglieri dei partiti, invece, hanno prima detto sì e poi si sono tirati indietro. Dimostrazione di come questa campagna referendaria è stata condotta da taluni in maniera solo apparente..

3) Ora che succede con il quorum non raggiunto? Quali conseguenze sia politiche, che pratiche?
Le lobby del petrolio saranno proprietarie dei giacimenti fino a loro esaurimento e siccome smontare una piattaforma comporta dei costi enormi, emungeranno annualmente il minimo possibile per evitare l’esaurimento del giacimento stesso. In sostanza Renzi ha fatto l’ennesimo regalo alle lobby. Tra l’altro, a detta dei comitati No-Triv, gli italiani rischiano di pagare una multa salata all’UE per via di un conflitto con la normativa europea sulla libera concorrenza.


LA VOCE DEL PAESE - 22.04.2016

4) Emiliano si è scontrato duramente con Renzi ed è guerra nel PD. Al prossimo referendum confermativo c'è il rischio che il governo cada?
Renzi ha detto che se gli italiani dovessero bocciare la sua “schiforma” costituzionale, lui è pronto ad andare a casa. L’occasione, dunque, è troppo ghiotta per gli italiani. Con un voto potranno liberarsi di un Governo che in due anni ha fatto solo provvedimenti per le banche e neanche uno per i 9 milioni di poveri, per i disoccupati o per i pensionati.

5) Polignano è stata prima in provincia di Bari per affluenza. Questo risultato sarà pure merito del sindaco e dell'amministrazione che ha invitato apertamente i cittadini al voto, e a votare SI....
Quindi è anche merito di Flavio Insinna, Ficarra e Picone, Nino Frassica e tutti gli artisti italiani che hanno invitato a votare Sì. Un amministratore ha il dovere di informare i propri cittadini. L’Amministrazione Vitto cosa ha fatto? Aveva promesso di fare un convegno specifico e non l’ha fatto. Non era presente neanche alla presentazione del documentario “Petrolio” (patrocinato dal Comune di Polignano!) e non ha neanche organizzato una proiezione del film stesso. Il M5S è da tre anni che cerca di fare informazioni con il tour “Giù le mani dal nostro mare” che ha visto tra le tante tappe nazionali anche Polignano. Vitto non ha avuto il coraggio neanche di tenere un comizio pubblico. Effettivamente per chi ha promesso tanto e non ha mantenuto nulla è difficile poi andare nelle piazze, meglio restare al calduccio sotto le coperte del PD: sai com’è, potrebbe scapparci qualche poltrona più…confortevole.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

19 aprile 2016


Referendum: 15 milioni di elettori sono un segnale confortante di cambiamento


Polignano ha un grande quorum, ha votato il 55% degli aventi diritto. Per questo vogliamo ringraziare tutti i polignanesi che il 17 aprile, si sono recati alle urne mandando un bel segnale al governo dei petrolieri. Tutto questo, nonostante il silenzio a dir poco imbarazzante di Mister #difendiamolabellezza.
Ci rincresce constatare la latitanza dell’Amministrazione Vitto su un tema così importante per lo sviluppo del nostro paese. Il sindaco-assessore al turismo aveva promesso di fare un convegno specifico e non l’ha fatto. Non era presente neanche alla presentazione del documentario “Petrolio” (patrocinato dal Comune di Polignano!) e non ha neanche organizzato una proiezione del film stesso. Vitto per non scontentare la segreteria nazionale del PD e magari precludersi la carriera non ha avuto il coraggio neanche di tenere un comizio pubblico a favore del “SI”. Forse perché per chi ha promesso tanto e non ha mantenuto nulla è difficile andare in piazza? Noi, invece, abbiamo tenuto una agorà informativa in Piazza ed è da tre anni che cerchiamo di fare informazione con il tour “Giù le mani dal nostro mare”, che ha visto tra le tante tappe nazionali anche Polignano.

FAX - 23.04.2016


A livello nazionale il referendum sulla durata delle concessioni alle trivelle non ha raggiunto il quorum. Alle urne si è presentato il 32,15 per cento degli elettori, che scende al 31,18 se si tiene conto del (non) voto degli italiani residenti all’estero. In totale si tratta di 15 milioni 806.788 elettori. Tanti, nonostante la disinformazione di certa stampa e tv nazionale e l’invito di Renzi e Napolitano a non esercitare il diritto di voto: un dato che non farà dormire sonni tranquilli al Presidente del Consiglio visto che il 40% delle scorse elezioni europee, di cui tanto si vanta, al confronto “pesa” solo 11 milioni di voti. Anche in vista del referendum costituzionale confermativo (dove questa volta non sarà necessario raggiungere il quorum per renderlo efficace) Renzi rischia di perdere la sua scommessa e di andare a casa, con questi 15 milioni di voti a lui contrari. Insomma, il vento sta cambiando.
Questa battaglia è stata vinta dalle lobby del petrolio, che saranno proprietarie dei giacimenti in mare entro le 12 miglia fino a loro esaurimento e siccome smontare una piattaforma comporta dei costi enormi, emungeranno annualmente il minimo possibile per evitare l’esaurimento del giacimento stesso. Ma la “guerra” non è finita ed i comitati No-Triv ci fanno sapere che gli italiani rischiano di pagare una multa salata all’UE per via di un conflitto con la normativa europea sulla libera concorrenza. Nessun referendum, ovviamente, è inutile e ogni qualvolta i cittadini sono chiamati ad esprimersi si mette in atto la democrazia. Il Movimento 5 Stelle si batte da sempre per l’abolizione del quorum nei referendum, perché negli strumenti di democrazia diretta solo chi partecipa deve contare e decidere e perché non è giusto che il 18,82% di astenuti, con la sua assenza alle urne, decida alla fine quale debba essere la politica energetica del nostro Paese.

BLU- 23.04.2016


Quello del 17 aprile ci dice che più di 15 milioni di cittadini vogliono un modello di sviluppo energetico differente. Il M5S ha già un piano energetico nazionale, frutto di un anno e mezzo di lavoro con esperti e confronti, e lo ha presentato giovedì scorso alla Camera dei Deputati. Siamo pronti a dimostrare che con le tecnologie oggi disponibili è già possibile cambiare il Paese e liberarlo in pochi anni dal predominio di carbone ed inceneritori per arrivare ad un 2050 senza petrolio. “Non si può battere chi non molla mai”.


Giuseppe L’Abbate
Emanuele Scagliusi
Read More

11 aprile 2016


Referendum trivellazioni: venerdì 15 comizio di L'Abbate e Scagliusi


Le cronache internazionali dalla Francia (disastro Total nel fiume Loira) alla Tunisia (fuoriuscita di petrolio da una piattaforma a soli 120 km da Lampedusa) nonché la discesa in campo di molti personaggi dello spettacolo stanno iniziando a far circolare finalmente la voce che domenica 17 aprile ci sarà il cosiddetto referendum sulle trivellazioni in mare. Ciò nonostante gli escamotage messi in atto dal Governo (come il mancato accorpamento con le Elezioni Amministrative che costa agli italiani la bellezza di 300 milioni di euro!) ed i richiami a disertare le urne da parte del Premier Matteo Renzi che ci si augura ripercorra il cammino del “tutti al mare” di craxiana memoria (quando fu smentito seccamente dagli italiani che bocciarono la sua linea).

BLU - 09.04.2016


Se il PD nazionale rema contro il referendum, il PD locale oltre i selfie, le chiacchiere e gli hashtag #difendiamolabellezza in realtà non fa molto per promuovere questo appuntamento che reputiamo importante per inviare un chiaro messaggio al Governo sulle politiche energetiche del Belpaese. Manifesti in giro non se ne vedono e provvederemo noi, nonostante fosse in capo al comitato promotore creato dalla Giunta Vitto, ad attaccarli nelle plance. Inoltre, alla presentazione del documentario ‘Petrolio’, tenutasi giovedì mattina a Bari, non ha partecipato nessun esponente della maggioranza nonostante il patrocinio comunale mentre il M5S era presente con il portavoce Giuseppe L’Abbate ed i consiglieri regionali Laricchia e Bozzetti.

FAX - 09.04.2016


Non ci resta che augurarci un cambio di rotta della sonnecchiante Amministrazione Vitto sul referendum del 17 aprile nonché di invitare tutti i cittadini al comizio che i parlamentari Scagliusi e L’Abbate terranno in piazza Aldo Moro, a partire dalle ore 20.00, il prossimo venerdì 15 aprile.
Vi aspettiamo! Sempre che Vitto si ricordi di montare il palco…


BLU - 15.04.2016


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

31 marzo 2016


Come fa Vitto a difendere la bellezza restando nel PD?


Era il “lontano” 17 giugno 2015, quando in una affollata sala consiliare di Polignano, gli esponenti politici regionali e locali (tra cui anche il neo-Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano) promisero battaglia contro lo “Sblocca Italia” voluto da Matteo Renzi e dal PD nazionale ed a tutela dell’Adriatico dal pericolo delle trivellazioni. Tra loro, a farsi fotografare con il cartello #difendiamolabellezza anche il neo-eletto consigliere regionale Marco Lacarra (PD), candidato sostenuto fortemente dal Sindaco Domenico Vitto che gli portò in dote 711 preferenze da Polignano. In parlamento ha fatto eleggere ai propri concittadini esponenti come Gero Grassi che hanno votato a favore dell’embargo russo che sta danneggiando la nostra agricoltura o lo Sblocca Italia con cui si incentivano le ricerche di idrocarburi nel nostro mare, in Regione ha detto ai polignanesi di dare il proprio voto a Lacarra che oggi si scopre essere tra i sostenitori dell’astensione al referendum del prossimo 17 aprile. Quello che non capiamo è cosa continui a starci a fare nel PD il Sindaco Vitto: ogni voto dato al Partito Democratico sembra poi, nei fatti, un colpo inferto agli interessi dei polignanesi…

BLU 02.04.2016

FAX 26.03.2016


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

13 marzo 2016


Polignanesi partecipate al Referendum NoTriv!


Il 17 aprile 2016 i cittadini italiani verranno chiamati alle urne per esprimere il proprio voto sulle trivellazioni in mare. Nel quesito referendario si chiede “Volete voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)", limitatamente alle seguenti parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?".

BLU 12.03.2016


Bisogna essere chiari ed obiettivi nel dire che questo referendum non fermerà lo sfruttamento petrolifero nei nostri mari, ma sarà sicuramente un ‘primo passo’ verso l'obiettivo che ci siamo proposti di raggiungere: puntare sulle rinnovabili per il piano energetico nazionale del futuro, come tutti gli impegni internazionali ci suggeriscono. È necessario, infatti, ricominciare a pensare al mare come una risorsa inestimabile per il nostro Paese da preservare assolutamente, essendo in sé fonte di sviluppo della nostra economia attraverso altri cruciali settori come pesca e turismo.



Purtroppo ci ritroviamo con un unico quesito referendario a causa di un Partito Democratico che, timoroso della volontà popolare, ha cercato di porre rimedio nell’ultima Legge di Stabilità con emendamenti ad hoc che hanno costretto la Consulta a lasciare in discussione solamente una domanda. Un Partito Democratico che ha anche costretto gli italiani a 300 milioni di soldi pubblici spesi in più, non facendo coincidere referendum e amministrative in un election day.
Pertanto, il 17 aprile invitiamo tutti i cittadini come sempre a partecipare attivamente alle scelte della politica andando a votare e barrando il ‘sì’.

LA VOCE DEL PAESE - 11.03.2016


FAX 02.04.2016


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

25 febbraio 2016


Trivellazioni: Il referendum si terrà il 17 aprile


Nonostante le innumerevoli richieste e le interpellanze tenutesi in Aula a Montecitorio, il Presidente della Repubblica Mattarella ha firmato il decreto che stabilisce la data del referendum sulle trivellazioni al 17 aprile prossimo. Una scelta, quella del Governo Renzi, che non fa altro che sottolineare l’immenso timore di sconfitta del PD nazionale nonostante le trivellazioni non interessino neppure, per ovvie ragioni geografiche, tutte le regioni italiane.
Il Quirinale, così come lo stesso ministro Alfano, si sono nascosti dietro la mancanza di una legge per non fissare l’election day in concomitanza con le elezioni amministrative, causando un buco di bilancio nelle casse dello Stato italiano pari a 300 milioni di euro.

BLU - 20.02.2016


Oramai è evidente a tutti l’intento di Matteo Renzi di boicottare un referendum contro quello Sblocca Italia votato dagli stessi parlamentari della maggioranza guidata dal PD. Noi faremo la nostra parte e invitiamo sin da ora i cittadini polignanesi ad informarsi ed informare sul quesito al centro del referendum. Purtroppo, però, al contrario di ciò che ha affermato qualche politicante locale, questo appuntamento fondamentale per inviare un messaggio forte e chiaro antitrivellazioni al Governo centrale, non servirà assolutamente a bloccare l’iter procedurale di rilascio dei permessi al largo della nostra Polignano.
La speranza è che accada ciò avvenuto alle Tremiti, dove la Petroceltic finita all’interno di una interrogazione parlamentare dei portavoce Giuseppe L’Abbate ed Emanuele Scagliusi, ha rinunciato alle concessioni perché non più convenienti.
Attendiamo di comprendere, infine, il parere dell’Amministrazione Vitto a guida PD con un Partito Democratico sempre più bipolare: da un lato pro-triv, dall’altro anti-triv all’evenienza. Il nostro Sindaco cosa intende fare oltre i selfie?!


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

20 dicembre 2015


Trivellazioni: l'insensato cantare vittoria di Emiliano


Solo due settimane dopo che la Cassazione ha dato l’ok ai Referendum contro le trivellazioni nei nostri mari, da Roma giunge notizia che il Governo ha presentato degli emendamenti alla Legge di Stabilità in discussione in Parlamento riguardo la ricerca di idrocarburi in mare. Si tratta di una modifica che sembra avere proprio l’obiettivo di far saltare i referendum (comunque più completi e risolutivi del problema, una volta per sempre, rispetto agli emendamenti del Governo) nel caso in cui si manifestasse il fenomeno della ‘abrogazione bloccante’ e cioè una modifica normativa precedente ai Referendum. La Corte Costituzionale, applicando quanto sancito dalla sentenza della stessa del 16-17 maggio 1978, n. 68, valuterà se nelle nuove disposizioni introdotte con la Stabilità 2016 sono stati modificati i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente e i contenuti normativi essenziali dei singoli precetti. In caso positivo il Referendum non si effettuerà più, in caso negativo il Referendum si effettuerà sulle nuove disposizioni legislative.

BLU 18.12.2015


Questa modifica in Stabilità, così come l’eventuale svolgimento del Referendum rappresentano sconfitte per il PD e per il Governo Renzi, evidentemente ‘colti sul fatto’. Ci sorprende, dunque, l’esultanza del Presidente Emiliano per una vittoria a metà che limita la volontà popolare dei referendum, invocata proprio dalle Regioni che, in attesa che la Corte Costituzionale si esprima, dovrebbero chiedere chiarezza sull’interpretazione degli emendamenti governativi alla Stabilità invece di esultar presto.
Cosa cambia per Polignano? Assolutamente nulla. I permessi di ricerca e prospezione al largo delle nostre coste, infatti sono tutti oltre le 12 miglia e non vengono intaccati minimamente dall’esito delle ultime decisioni in merito alle trivellazioni. Per quelle, l’unica speranza, è il ricorso che la Regione Puglia ha presentato dopo una nostra strenua battaglia per il coinvolgimento dell’avvocatura regionale e dopo numerose pressioni dei nostri consiglieri in via Capruzzi.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

30 ottobre 2015


Trivellazioni: mentre la Croazia rinuncia e Renzi raddoppia, Vitto che fa?!


La Croazia per salvaguardare le sue coste ha sospeso i progetti per le piattaforme per la ricerca del petrolio nel mare Adriatico e penso che dovrete anche voi in Italia e sull’altra sponda del nostro mare prendere in considerazione questa eventualità. Questo è un grande pericolo per il mare Adriatico”. A pronunciare queste parole è il delegato dell’Ambasciata di Croazia in Italia LlijaZelalic, nel corso del convegno che si è tenuto mercoledì sulla Fregata Maestrale ad Ortona (Chieti) che ha aggiunto “la risorsa del turismo è una risorsa più importante da sviluppare per i Paesi che si affacciano in questo mare. Il petrolio esiste in altri posti. Noi stiamo lavorando per costruire un porto a Fiume per lo sviluppo del ‘natural gas’ e lo sfruttamento dell’energia verde”. Insomma, anche dall’altra parte dell’Adriatico hanno sposato il motto “Giù le mani dal nostro mare”.
Un motto che unito allo slogan “difendiamo la bellezza” del Sindaco del Partito Democratico Domenico Vitto non sono stati minimamente presi in considerazione dal premier Matteo Renzi (PD). Nonostante ben 10 regioni si siano schierate contro le trivellazioni preparando il ricorso alla Consulta, su cui ha fortemente spinto in consiglio regionale pugliese il M5S, il Governo Renzi ha, infatti, dato l’ok ad altre due Valutazioni d’Impatto Ambientale per permessi di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel mar Jonio (d 73 e d74 F.R. –SH).
Ci chiediamo se il Sindaco Vitto nonché il neo-assessore all’Ambiente Mimmo Lomelo siano ancora intenzionati a difendere la bellezza della nostra Polignano. In Regione, i nostri consiglieri hanno dovuto fare un pressing asfissiante sulla Giunta Emiliano per ottenere la partecipazione della Puglia ai ricorsi ma di quell’Amministrazione disposta a tutto e di quel Primo Cittadino che avrebbe strappato la tessera del Partito Democratico, o forse più democristianamente si sarebbe solamente autosospeso, se ne sono perse le tracce.
Rimane un mistero cosa ci fa ancora il Sindaco Domenico Vitto in un PD che, nonostante anche gli altri Paesi che si affacciano sull’Adriatico dicano no alle trivelle, continua a dare permessi di ricerca di idrocarburi in Puglia.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

24 ottobre 2015


No Triv: anche la chiesa scende in campo


Dopo la campagna anti trivellazioni “Giù le mani del nostro mare” portata avanti sulle spiagge pugliesi questa estate (per il secondo anno), continua il percorso regionale del tema con il pressing del M5S. I testi dei quesiti referendari No Triv che la Puglia, assieme ad altre 9 regioni italiane, ha depositato in Cassazione sono stati, dunque, consegnati dal pres. Loizzo al mons. Francesco Catucci, arcivescovo di Bari-Bitonto. Lo stesso monsignore ha sottolineato il principio dell’autodeterminazione delle comunità locali, il diritto ad esprimersi sul futuro del proprio territorio in linea con gli insegnamenti di ecologia integrale, ambientale e sociale che il Papa Bergoglio ha impartito con l’enciclica “Laudatosi’”.
Un messaggio che speriamo giunga direttamente ai parlamentari del PD affinché facciano pressioni sul premier Renzi e lo inducano a comprendere che la Puglia non ha bisogno di trivelle per lo sviluppo futuro della propria economia ma di ben altro.
Read More

10 ottobre 2015


Il pressing del M5S porta la Puglia al referendum


Dopo il tour estivo “Giù le mani dal nostro mare”, organizzato per il secondo anno dagli Attivisti M5S sulle spiagge della Puglia, non si ferma il pressing sulla questione trivelle. La Puglia, infatti, è tra le 10 regioni italiane che hanno approvato i quesiti referendari contro le trivellazioni. E per evitare un insuccesso come quello dei referendum promossi da Civati con la sua lista “Possibile”, siamo riusciti a far approvare all’unanimità dal consiglio regionale un ordine del giorno che impegna la Regione Puglia ad investire in una seria campagna di promozione “No Triv”, al fine di spingere i cittadini a partecipare al referendum. Una battaglia contro le trivellazioni che dura da oltre 2 anni, che ha coinvolto migliaia di pugliesi e che ha avuto il suo culmine la scorsa settimana quando il consiglio regionale ha votato a favore del referendum.
Non avrebbe senso, infatti, promuovere un referendum se non lo si pubblicizza adeguatamente in modo tale da raggiungere il quorum.
Non pervenuto, invece, il consiglio comunale di Polignano: che fine hanno fatto le promesse di partecipazione a manifestazioni, la paventata sospensione dal Partito Democratico del Primo Cittadino e la strenua difesa della nostra bellezza?! Ci aspettiamo, laddove i quesiti vengano accolti dalla Corte Costituzionale, di vedere tutte le forze politiche impegnate anche fisicamente, scendendo in strada attraverso gazebi e campagne informative per portare a termine vittoriosamente questa battaglia in difesa del nostro mare e della nostra economia. Un traguardo che dobbiamo alla nostra terra, al nostro futuro e a quello dei nostri figli.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

26 settembre 2015


La Puglia dice sì al referendum sulle trivelle, ma il comportamento di Emiliano fa sorgere già i primi dubbi


Dopo Basilicata, Molise, Marche e Sardegna anche la Puglia delibera la propria adesione al referendum contro le trivellazioni nei mari italiani fortemente volute dal Governo Renzi. E se nei prossimi giorni si attendono le annunciate adesioni di Sicilia, Abruzzo, Veneto e Campania, la prossima scadenza è fissata per il 30 settembre quando i quesiti, approvati dalle Regioni, saranno presentati presso gli uffici della Corte di Cassazione. Un risultato che per noi è il frutto di una campagna d’informazione durata oltre due anni e che ha toccato le spiagge dal Gargano al Salento con il tour “Giù le mani dal nostro mare”. Ma se tutta l’assise regionale compatta ha votato “sì” al referendum, non sono mancati i dissidi ed i sospetti che partono addirittura dalla Basilicata dove, il segretario regionale dei Radicali Maurizio Bolognetti, già ospite a Polignano per la presentazione del suo libro, e alcuni movimenti anti-trivelle come “Mo’ Basta” sono convinti che, nella foga referendaria, ci sia qualcuno, da qualche parte, che sta agendo non in perfetta buona fede. E proprio per mettere di fronte alle proprie responsabilità il Presidente Michele Emiliano, i consiglieri regionali M5S hanno caldeggiato l’inserimento di un ordine del giorno con cui impegnare la giunta ad una campagna di comunicazione sul tema subito dopo l’ok della Consulta: richiesta prontamente respinta nella riunione dei capigruppo.
Si tratta dell’ennesima riprova che questa iniziativa referendaria, una volta nelle mani di Emiliano e compagni, rischia di divenire soltanto uno specchietto per le allodole. I cittadini sono stati chiari: il futuro dell’economia dei nostri territori mal si concilia con le trivelle volute da Renzi. Emiliano farà davvero e concretamente tutto ciò che è nei suoi doveri per contrastare il PD pro trivelle o ingaggerà la solita sceneggiata di partito?! Noi vigileremo e manterremo il fiato sul collo a tutela dei pugliesi e del loro futuro lavorativo.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

31 luglio 2015


Dal primo agosto prende il via il tour anti trivelle


Una serie di manifestazioni “no-triv” in ben quattro regioni del sud Italia. Partirà da Bari, con la conferenza stampa del primo agosto, infatti il tour 2015 anti trivellazioni del Movimento 5 Stelle che celebrerà il “No Triv Day” il giorno successivo per poi passare dalla Puglia in Basilicata, Calabria e Sicilia. Saranno presenti, in rappresentanza delle quattro regioni nelle quali si svolgeranno le manifestazioni i deputati M5S Mirella Liuzzi (Basilicata), Claudia Mannino (Sicilia), Paolo Parentela (Calabria), Giuseppe Brescia e Giuseppe L’Abbate (Puglia). Alla conferenza stampa parteciperanno, inoltre, i neo-eletti consiglieri regionali, i portavoce al Comune di Bari nonché i tanti attivisti M5S, tutti insieme a difesa dei mari italiani.
Sono sempre più numerosi i permessi di prospezione accordati dal Ministero dell’Ambiente alle multinazionali del petrolio nei nostri mari. Noi ci opporremo con forza affinché vengano preservate tutte quelle altre attività economiche in grado di garantire reddito ai cittadini del sud Italia, preservando la nostra storia, la nostra cultura ed il nostro ambiente.
Per maggiori informazioni e per le date del tour visitate il sito www.giulemanidalnostromare.it


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More

18 giugno 2015


Trivellazioni: subito ricorso al TAR!


Tra il 3 e il 12 giugno 2015, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (noto con l’acronimo MATTM), di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), ha rilasciato ben nove autorizzazioni con esito favorevole alla Valutazione di Impatto Ambientale per la ricerca di idrocarburi lungo la costa adriatica e ionica pugliese. Queste le procedure conclusesi positivamente:
1 - “Prospezione geofisica 3D Adriatico Meridionale nell’ambito dei permessi di ricerca FR 39 NP e FR 40 NP
2 - “Permesso di ricerca idrocarburi d66 F.R.-NP
3 - “Permessi di prospezione d 1 B.P.-S.P. e d 1 F.P.-SP” (Polignano)
4 - “Permesso di ricerca idrocarburi d65 F.R.-N.P.
5 - “Istanza di permesso di ricerca idrocarburi in mare denominato d60 F.R.-NP
6 - “Istanza di permesso di ricerca idrocarburi in mare denominato d61 F.R.-NP” (Polignano)
7 - “Permesso di prospezione di idrocarburi liquidi e gassosi d 2 F.P-.PG" (Polignano)
8 - “Permesso di ricerca idrocarburi d 149 DR-NP” (Polignano)
9 - “Permesso di ricerca idrocarburi d 79 F.R.-EN

Un vero e proprio assalto ai mari della Puglia!

Tutti e nove a firma del ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti (UDC), sentito il suo collega Dario Franceschini (PD), del Governo di Matteo Renzi (PD). Le autorizzazioni n. 3 e n. 7 sono state concesse, rispettivamente il 3 ed il 12 giugno 2015: la prima per due zone del Mare Adriatico centrale e meridionale, con un'estensione rispettivamente di 14.128 Km2 e 16.169 Km2, separate dalle isole Tremiti. Questa autorizzazione è stata data alla Spectrum Geo Limited. La seconda riguarda una superficie immensa, pari a 1,4 milioni di ettari di mare dinanzi alle coste adriatiche pugliesi, concessa alla società Petroleum Geo-services Asia Pacific PTE Ltd. Procedura, quest’ultima, su cui l’associazione Polignano R-Evolution presentò osservazioni nel febbraio 2012: osservazioni fatte proprie dall’Amministrazione Bovino ed inviate alla Regione Puglia ed al Ministero dell’Ambiente. Il «permesso di prospezione» è un titolo non esclusivo che consente attività consistenti in rilievi geografici, geologici, geochimici e geofisici eseguiti con qualunque metodo e mezzo, escluse le perforazioni meccaniche di ogni specie, intese ad accertare la natura del sottosuolo e del sottofondo marino e viene effettuato con una campagna di prospezione geofisica con il metodo della sismica a riflessione con la tecnica dell'airgun. L'area di intervento di questo progetto è sovrapponibile anche con i restanti progetti di ricerca. Le altre autorizzazioni con esito favorevole del Ministero dell’Ambiente, invece, riguardano permessi di ricerca esclusivi. Il Comune di Polignano a Mare è interessato, in primo luogo, dall’autorizzazione n. 6 e dalla n. 8 dell’elenco precedente (rilasciate lo scorso 8 e 12 giugno) che permettono, rispettivamente, la ricerca di idrocarburi in mare a nord-est di Monopoli e Fasano, per una superficie complessiva di 711,6 kmq e, poi, in un’area ubicata ad est di Monopoli, Fasano ed Ostuni, su una superficie di 264,20 kmq. Tutti i permessi sono stati rilasciati affinché si realizzino con la tecnica dell'airgun. La notizia ha suscitato immediatamente clamore nel nostro Paese ed in tutta la Regione Puglia e si è subito manifestata la netta contrarietà dell’opinione pubblica locale in tutto il suo fragore. Anche lo stesso Sindaco di Polignano, Domenico Vitto (PD), ha espresso la propria opposizione alla scelta del Governo del suo stesso Partito Democratico, lanciando la campagna su Facebook #difendiamolabellezza no alle trivellazioni a largo della nostra costa nonché la petizione su change.org diretta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “ritirare le autorizzazioni concesse per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi off-shore a largo delle coste pugliesi”.

VittoRenzi
  
In qualità di portavoce pugliesi del Movimento 5 Stelle (alla Camera, al Senato, in Europa e con i neo-eletti consiglieri regionali) abbiamo chiesto immediatamente alla Regione Puglia, al Presidente pro-tempore Nichi Vendola (SEL) ed al neo-eletto ed in attesa di nomina Michele Emiliano (PD), e alle amministrazioni contrarie un gesto di concretezza, ricorrendo al TAR contro l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente entro i termini stabiliti dalla legge per ognuna delle autorizzazioni.   Il Primo Cittadino di Polignano ha indetto un incontro nella sala consiliare comunale sul tema, che si terrà mercoledì 17 giugno 2015, invitando tutti i parlamentari pugliesi, i sindaci dei comuni costieri interessati e i rappresentanti della Città Metropolitana e della Regione Puglia, confidando che “ogni forma di espressione del dissenso possa avere efficacia solo in un’ottica di sinergia tra tutti gli enti e soggetti coinvolti nella difesa e valorizzazione della Regione Puglia, del suo territorio, della sua popolazione e soprattutto dei suoi beni ambientali". Un invito che abbiamo accolto positivamente e con piacere. Nell’incontro, ribadiremo ciò già richiesto alla Regione Puglia: ovvero il ricorso al TAR sulle autorizzazioni. Faremo fronte comune con tutti coloro che dimostreranno – CON I FATTI – di volersi opporre a questi permessi di ricerca di idrocarburi, andando oltre qualsiasi incoerenza che, purtroppo e troppo spesso, i politici locali (e non) hanno dimostrato nel tempo. Faremo fronte comune, nonostante lo scorso anno siamo rimasti soli nel manifestare tutta la nostra opposizione alle richieste di trivellazioni a largo delle coste pugliesi ed anche al primo appuntamento del nostro tour no-triv “Giù le mani dal nostro mare”, tenutosi a Monopoli (BA), non abbiamo purtroppo notato la partecipazione di tutti quei politici polignanesi che ora si dichiarano contrari. Ma non c’è problema, sappiamo perfettamente che vi sono differenti modi di fare politica: c’è chi si mantiene coerente e, quotidianamente, cerca di fare informazione tra la cittadinanza non abbassando mai la guardia e chi, invece, preferisce piuttosto ripulirsi la coscienza a giochi fatti.


NoTrivL'Abbate

Ritenevamo e continuiamo a ritenere inammissibile che il Governo “possa immaginare di rilasciare il nulla osta alle trivellazioni per la prospezione, ricerca ed eventuale coltivazione di idrocarburi senza avere un piano energetico nazionale e senza considerare i rischi dovuti ai micidiali ‘Air Gun’ ed ai sempre possibili rischi di incidenti dovuti ai ‘Blowout’, come è avvenuto nel 2010 nel golfo del Messico. È da quando siamo in Parlamento che chiediamo un tavolo tecnico per stilare un piano energetico e per capire i reali fabbisogni del Paese”. Molti detrattori 5 Stelle, compreso purtroppo il Primo Cittadino Domenico Vitto che vede in noi non un’opportunità ma quasi degli antagonisti, continuano ad attaccarci affermando “cosa ce li abbiamo a fare due parlamentari di Polignano a Roma?!”. Beh, noi da parlamentari pugliesi cerchiamo di difendere gli interessi di tutti i cittadini della nostra amata Puglia nonché quelli di tutti gli italiani. Per questo, nell’aprile 2014, abbiamo ricordato al Sindaco Vitto della richiesta della Camera dei Deputati di audirlo in Commissione proprio sulle trivellazioni quando a Montecitorio non vi era ancora giunta alcuna comunicazione da Polignano. Il Sindaco Vitto ha raccolto l’invito e ha portato il parere positivo della sua Giunta sulla risoluzione della deputata Stella Bianchi (PD), in discussione dalle Commissioni Ambiente ed Attività Produttive, approvata il 06.08.2014 assieme alla risoluzione della deputata Claudia Mannino (M5S), proprio per rigettare le richieste in corso relative alle perforazioni off shore. Per questo, nell’autunno 2014, grazie al supporto ed alla determinazione degli Attivisti M5S di Polignano, abbiamo richiesto al Comune di approvare la mozione contro lo Sblocca Italia voluto dal Governo Renzi. Il consiglio comunale tenutosi sull’argomento trivellazioni, anche se ha preso una piega differente (ben raccontata qui), ha approvato un testo per chiedere alla Regione Puglia di fare pressioni sul Governo PD. Per questo, proprio nella conversione in legge del decreto “Sblocca Italia”, approvato con l’ennesima apposizione di fiducia da parte del premier Matteo Renzi, ci siamo opposti in tutti i modi concessici, cercando di coinvolgere gli altri parlamentari della maggioranza. Purtroppo, mentre noi votavamo contro, i deputati e senatori pugliesi (sostenuti dagli stessi politici locali ad ogni tornata elettorale) davano il proprio voto FAVOREVOLE e reputavano, dunque, di “inderogabile ed urgente interesse nazionale” promuovere la ricerca e la coltivazione di idrocarburi in terra e in mare. Tutto ciò, dimenticandosi completamente dei territori e di quei cittadini che hanno permesso loro di sedere sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama.


Trivellazioni

Una incoerenza dimostrata anche dalla Regione Puglia che, nonostante abbia manifestato la propria contrarietà alle trivellazioni, affermando che la rapida autorizzazione per la ricerca di idrocarburi nei mari pugliesi pregiudica la vocazione turistica della nostra regione, durante le due Giunte Vendola (come del resto quella guidata dal suo rivale Raffaele Fitto) hanno rilasciato nel corso degli ultimi venti anni decine di autorizzazioni favorevoli per ricerca e coltivazione di idrocarburi, d’intesa con i governi che si sono susseguiti.

Ma facciamo UN PASSO INDIETRO e cerchiamo di capire come siamo arrivati sin qui. Al contrario di quanto dichiarato dal Sindaco Vitto, le autorizzazioni rilasciate nei primi giorni di giugno dal Governo Renzi non hanno nulla a che fare con le richieste su cui, dopo nostri numerosi solleciti, lo scorso anno sono giunte le osservazioni della Giunta comunale che abbiamo accolto con piacere (dopo lo stupore di non averle viste online sul sito dedicato alla procedura perché inviate in forma cartacea. Nel 2014…). Per brevità, approfondiamo solamente una delle procedure che interessano in primo luogo le acque dinanzi la nostra Polignano, ovvero l’ “Istanza di permesso di ricerca idrocarburi in mare denominato d61 F.R.-NP” realizzata dalla Northern Petroleum Ltd. NORTHERN PETROLEUM LTD È una società di ricerca petrolifera di diritto inglese, interamente detenuta dalla Northern Petroleum Plc., quotata al mercato AIM di Londra, attiva principalmente in Inghilterra, Olanda e Italia (con sede a Londra e Roma). È già titolare di permessi di ricerca in Italia in terraferma (Longastrino, Savio, La Sacca, Punta Marina) e in mare (C.R146.NP, C.R147.NP, F.R39.NP, F.R40.NP, G.R17.NP, G.R18.NP, G.R19.NP, G.R20.NP, G.R21.NP, G.R22.NP) e ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico istanze per permessi di ricerca in terra (Cascina Alberto) e in mare (d 21 G.R-.NP, d 25 G.R-.NP, d 26 G.R-.NP, d 29 G.R-.NP, d 30 G.R-.NP, d 60 F.R-.NP, d 61 F.R-.NP, d 65 F.R-.NP, d 66 F.R-.NP, d 71 F.R-.NP, d 72 F.R-.NP, d 75 F.R-.NP, d 77 F.R-.NP, d 149 D.R-.NP, d 347 C.R-.NP, d 351 C.R-.NP, d 358 C.R-.EL, d 362 C.R-.NP). Un vero e proprio assalto ai territori ed ai mari della nostra Italia.

LA PROCEDURA
Il tutto è iniziato in data 08.09.2008 con una VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) positiva con prescrizioni rilasciata dal Governo Berlusconi il 14.10.2009. Al decreto DSA-DEC_2009-0001347 si è opposto il Comune di Ostuni (BR) con un ricorso al TAR della Regione Puglia. Ricorso accolto e che ha portato alla sentenza del Tribuna Amministrativo Regionale che ha bocciato il procedimento. Non contenta, la NP è tornata alla carica il 02.11.2010 richiedendo una nuova VIA per la realizzazione di un’indagine sismica, ovvero la prima fase del programma lavori collegato al permesso di ricerca per idrocarburi in mare (pari a 733,5 kmq a nordest di Brindisi e a est di Bari). In data 05.01.2011 sono scadute le osservazioni aperte al pubblico. La Giunta della Regione Puglia ha deliberato parere negativo (n. 2079 in data 23.09.2011) mentre il Comune di Polignano ha presentato le proprie osservazioni in data 21.11.2011. Questi pareri negativi, però, riguardando solamente l’esplorazione e la coltivazione (e non la ricerca tramite l’air gun!) sono stati esaminati e controdedotti nel parere della Commissione Tecnica VIA-VAS (CTVIA) n. 1261 del 14.06.2013. Anche gli impatti cumulativi prodotti dalle indagini sismiche nelle aree limitrofe (ricordiamo che in pratica tutto l’Adriatico è sotto assedio!) sono stati respinti dai “tecnici” perché è sufficiente la “non contemporaneità” delle operazioni per non avere ripercussioni sull’ambiente e la fauna marina. Il CTVIA ha rilasciato altri due successivi pareri: n. 1571 del 18.07.2014, in cui venivano forniti chiarimenti sugli impatti cumulativi e le misure di mitigazione sulla cetofauna, e n. 1669 del 28.11.2014 che sostituiva il quadro prescrittivo del parere n. 1261 del 14.06.2013 e positivo con prescrizioni limitatamente alla sola prospezione geofisica con tecnica air gun e rilevamento sismico 2D. Si è giunti così al decreto ministeriale del 08.06.2015.

AIR GUN
In cosa consiste la tecnica “air gun” (aria compressa)? Si tratta della tecnica di gran lunga più impiegata nei rilievi sismici marini per la sua affidabilità e versatilità. Il sistema “consente di immettere energia a bassa intensità, nel maggiore rispetto del contesto ambientale possibile”, come tiene a precisare la società NP. Per generare un fronte di onde elastiche, l’air gun utilizza l’espansione nell’acqua di un volume di aria compressa. L’aria viene immessa in un camera ricavata in speciali cilindri metallici di acciaio da cui, con un sistema a comando elettromagnetico, viene liberata nell’acqua in un tempo brevissimo. L’espansione provoca l’oscillazione delle particelle dell’acqua circostante, generando un fronte di onde elastiche, che si trasmettono secondo superfici sferiche concentriche. Il tutto a danno dell’udito dei cetacei e dei delfini che fanno dell’ascolto la propria bussola nei mari (poi assistiamo ai loro “inspiegabili” spiaggiamenti) sia dei pesci, infatti si riscontra un calo del pescato nelle zone e nei periodi in cui si utilizza questa tecnica. Una pratica che poteva divenire fuorilegge grazie alla nostra legge sugli ecoreati dove, all’art. 452-quaterdecies (Ispezioni di fondali marini) era previsto che “chiunque, per le attività di ricerca ed ispezione dei fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi, utilizza la tecnica dell’air gun o altre tecniche esplosive è punito con la reclusione da uno a tre anni”. La nostra proposta avrebbe posto un definitivo stop alle ricerche di idrocarburi con gli air gun, vista la pena detentiva ma la maggioranza ha pensato bene di stralciarla dalla legge. Con tre emendamenti soppressivi, infatti, i deputati Carlo Sarro e Luca Squeri (FI), Vincenzo Piso e Alessandro Pagano (AP) ma, soprattutto, i baresi Stefano Dambruoso e Salvatore Matarrese (SC) hanno eliminato la possibilità di vietare la tecnica dell’air gun durante la seduta del 05.05.2015.

IN DEFINITIVA
Quella che emerge chiaramente è la volontà POLITICA di puntare sugli idrocarburi. Seppur la qualità del nostro petrolio sia pessima e nonostante studi abbiano calcolato in appena due anni il tempo del fabbisogno coperto dal prelievo di tutto il petrolio presente in mare e in terra in Italia, il Governo Renzi con lo Sblocca Italia ha segnato definitivamente la strada da percorrere, stabilendo come di “interesse nazionale” ed avocando a sé ogni decisione in merito alla ricerca e coltivazione di idrocarburi. Come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato, sia alla Camera sia al Senato, numerose proposte di legge per dire “stop alle trivellazioni” reputandole totalmente anacronistiche dinanzi alle prospettive energetiche che l’Europa e gli Stati più evoluti del nostro si stanno dando nonché potenzialmente dannose per l’intera nostra economia che può tranquillamente basarsi su altri settori diversi da quello estrattivo (come fa già ora!). La Regione Puglia, assieme ad altre regioni adriatiche, nel luglio 2011 aveva presentato una proposta di legge denominata “Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi in mare”, presentata poi al Senato nel 2013 da Latorre (PD). Lo stesso Latorre, uomo di D’Alema, che però ha poi approvato lo Sblocca Italia che andava in tutt’altra direzione in confronto alla sua legge sul “Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque del mare Adriatico prospicienti la regione Puglia” e condannando la sua terra a subire la spasmodica ricerca di idrocarburi delle multinazionali del petrolio.

MA LA CROAZIA?
Molti sostengono che non ha senso continuare a vietare le ricerche di idrocarburi in Italia, quando dall’altra parte dell’Adriatico i paesi dell’ex Jugoslavia perseguono il medesimo obiettivo. Anche su questo fronte, il M5S è stato in prima linea e ha scritto un appello alla Croazia per dire stop alle trivellazioni nonché ottenendo la partecipazione dell’Italia al processo croato di “valutazione ambientale strategica” (VAS).

COSA FARE DUNQUE? Come già richiesto in maniera unanime da tutti i portavoce 5 Stelle, l’unica occasione che ha la Puglia di rigettare il decreto ministeriale è quella di intraprendere la via di un ricorso al TAR. Inoltre, essendo queste autorizzazioni (come precisavamo in precedenza) relative solamente alla PRIMA FASE e, dunque, escludendo la realizzazione di pozzi esplorativi finalizzati alla verifica e all’accertamento dell’eventuale presenza di idrocarburi, gli Enti locali e l’intera comunità pugliese devono tenersi pronti per fronteggiare la nuova procedura VIA che la NP presenterà in futuro. L’assalto all’Adriatico, purtroppo, non ci lascerà in pace neppure in futuro quando giungerà anche il parere del Governo sull’ulteriore procedura su cui, lo scorso anno, l’Amministrazione Vitto, invitata dagli Attivisti M5S di Polignano, ha presentato osservazioni. Un vero e proprio attacco al nostro mare! Siamo contenti di avere nuovi alleati in questa battaglia contro il Governo del Partito Democratico ma, toccata con mano l’incoerenza del suo stesso leader Matteo Renzi, ci chiediamo se anche gli esponenti locali saranno in grado di battersi strenuamente contro il ministro dell’Ambiente Galletti e contro i loro stessi rappresentanti in Parlamento che, sinora, se ne sono infischiati!

pIATTAFORMA (1)


Ora, come nel 2012, siamo convinti che ben vengano risultati concreti dalle manifestazioni e dalle iniziative messe in campo: siamo i primi a sperarlo! È paradossale però che, chi ha contribuito a creare il problema, si spacci per chi vuole risolverlo. Vitto non tradisca ancora una volta i suoi cittadini: qualora il suo partito al Governo non rispetterà le richieste del suo territorio, strapperà definitivamente la sua tessera del PD?!

Intervento di Giuseppe L'Abbate nella riunione indetta dal Sindaco di Polignano a Mare (BA) Domenico Vitto sulle trivellazioni (17/06/2015)


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."
Read More