11 agosto 2018


Costa Ripagnola: l'interrogazione regionale di Antonella Laricchia (M5S)



Con la delibera del Piano Coste approvata dall’Amministrazione Vitto (PD) nel lontano dicembre 2015 e che da quasi 1.000 giorni giace inspiegabilmente nei cassetti comunali, l’attenzione per l’ancora incontaminata zona costiera a nord di Polignano è aumentata nell’ultimo periodo. Anche grazie all’opera di sensibilizzazione dei Pastori della Costa, il comitato che mira alla tutela a preservarne la naturalità, e alle passeggiate per conoscerne i luoghi spesso sconosciuti ai più perché spesso inaccessibili a causa degli accessi al mare ostruiti o del tutto chiusi. Una situazione sostenuta e concessa dalle attuali norme regionali, in assenza di un piano coste comunale. Il tratto di costa tra la località Cozze di Mola e Polignano denominato Costa Ripagnola rappresenta uno dei paesaggi costieri più affascinanti di Puglia, con un grande valore paesaggistico e ambientale, nonché storico che fanno sì che sia conosciuta più con il nome di Costa dei Trulli. Una zona che doveva essere totalmente preservata come previsto dalla legge regionale 19 del 1997 che istituisce le aree naturali protette nella Regione Puglia e che riconosceva la “Fascia costiera – Territorio di Polignano a valle della SS 16” tra quelle “aventi preminente interesse naturalistico, nonché ambientale e paesaggistico”. Ma, dopo oltre vent’anni, ancora oggi non si ha notizia degli atti attuativi necessari. Di contro, nel corso degli anni si sono susseguite, diverse proposte di varianti che hanno interessato questo territorio costiero e che prevedevano la realizzazione di campo da golf e residence, con il rischio di modificare la configurazione paesaggistica e i valori identitari e culturali dei luoghi.
Ad oggi, infatti, insistono sulla zona due proposte progettuali: una quasi tutta a monte della SS 16 della società ‘Parco dei Trulli’ e un’altra, più a nord, relativa alla società ‘Serim’ che interessa invece il territorio a valle della Statale. Entrambe prevedono la creazione di parchi urbani e stabilimenti balneari, attività turistico-alberghiere, servizi di interesse comune e altri interventi. Ma la Regione sembra stia valutando i progetti e il relativo impatto ambientale considerandoli singolarmente e non nel complesso. Ciò appare in violazione non solo del buon senso ma anche della legge regionale sulla VIA.
La legge regionale n. 11 del 2011, infatti, definisce l’impatto ambientale “l’insieme degli effetti, diretti e indiretti, a breve e a lungo termine, permanenti e temporanei, singoli e cumulativi, positivi e negativi che piani e programmi di intervento e progetti di opere o interventi, pubblici e privati, hanno sull’ambiente inteso come insieme complesso di sistemi umani e naturali”. Una situazione che ha spinto la nostra consigliera regionale Antonella Laricchia a presentare una interrogazione indirizzata al Governatore Michele Emiliano e all’assessore all’Urbanistica Alfonsino Pisicchio.
Alla Giunta regionale chiediamo pertanto se intenda procedere con le autorizzazioni e le valutazioni di impatto ambientale di entrambi i progetti senza considerarne l’incidenza complessivo cumulativa e se la Regione intenda tener conto e dar seguito alla legge regionale n. 19, istituendo così un parco regionale protetto come stabilito e promesso nel lontano 1997.

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