21 novembre 2011


Intervista a Tommaso Romanazzi "Agriconea"



Abbiamo incontrato Tommaso Romanazzi, titolare dell'Azienda Agricola “Agriconea” di Putignano. Tommaso è l'imprenditore che portò a Polignano il latte crudo alla spina bocciato però dai polignanesi che hanno dimostrato poca sensibilità alle tematiche dell'ambiente e dell'alimentazione. In altri paesi l'iniziativa sta proseguendo.
Quello dei latticini è un mercato sconosciuto alla gente, la quale crede sempre di comprare un prodotto fresco, genuino e salutare, ma purtroppo non sempre è così.
Recenti sono le cronache in cui è emerso che sono stati “sequestrati 70 kg. di mozzarelle blu da un supermercato a Turi.” (Fonte: http://putignanoweb.it/cronaca/1914-mozzarelle-blu-i-campioni-al-zooprofilattico-di-putignano.html)
Ma non crediate che acquistando latticini da caseifici o da negozi di alimentari si possa stare tranquilli.  
 

Sulle cronache abbiamo letto come “i N.A.S. Di Bari hanno sequestrato una tonnellata di prodotti caseari presso un noto caseificio di Putignano”, il quale aveva la “cattiva” abitudine di effettuare “il reso dei prodotti dai supermercati della zona e di rimpastarli poi con latte fresco per rimetterli sul mercato. Per cui il prodotto era un misto tra scaduto e fresco.” (Fonte: http://putignanoweb.it/cronaca/2612-sequestro-dei-nas-per-il-riciclo-di-prodotti-scaduti.html)

Un'altra scarsa lezione di moralità l'abbiamo avuta da un caseificio a Noci, in cui “il Nucleo antisofisticazione dei carabinieri ha sequestrato 60 tonnellate di cagliata conservate in celle frigorifere e prive di etichettatura. Tale cagliata avrebbe consentito di produrre circa 90 tonnellate di mozzarelle con una procedura più rapida e molto meno costosa di quella tradizionale. Sarebbe stato infatti sufficiente immergere la cagliata congelata in acqua bollente per procedere alla filatura, mentre nel procedimento classico la cagliata, mescolata ai fermenti lattici, viene lasciata riposare per tre-quattro ore prima della lavorazione.” (Fonte: http://www.baritoday.it/cronaca/noci-sequestro-caseificio-11-maggio-2011.html)

Insomma decidere di comprare i latticini da caseifici o negozi di alimentari non è di per sé garanzia di qualità. Abbiamo il diritto di conoscere la filiera completa della lavorazione del latte. In mancanza di una legge che obblighi a specificare sul prodotto tale filiera, è compito nostro chiedere ai punti vendita informazioni approfondite sul prodotto, compresa la destinazione dell'invenduto.
Uno dei punti di forza dei piccoli esercizi può essere sicuramente la qualità e la filiera corta, almeno per la maggior parte dei prodotti, perché a parità di qualità, appunto, il consumatore sceglie certamente e giustamente il prezzo più basso.
Per uscire dalla crisi certamente non bisogna scimmiottare gli ipermercati, ma trovare prodotti di qualità sul territorio, spiegando ai consumatori le differenze dal prodotto della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) a quello delle piccole aziende del nostro territorio, sempre che ci garantiscano qualità, dichiarino la filiera e siano disponibili ad accogliere visitatori.

P.S. = Se volete rendervi conto di cosa rischiamo di introdurre nel nostro organismo, date uno sguardo a questo servizio di “Striscia la Notizia”.
Vi ricordiamo che maltrattare gli animali è un reato severamente punito dalla legge, inoltre, le carni di animali maltrattati e stressati contengono tossine che danneggiano il nostro organismo. Per non parlare del senso di ripulsa che ci prende nel vedere quelle immagini.