21 settembre 2012


Vi piace tanto il golf? Trasferitevi in Irlanda!

Dura la vita dell'attivista, ma quante soddisfazioni ci regala la carta stampata! Appena qualche giorno fa abbiamo scoperto di essere dei “Ragazzini demagoghi in cerca di pubblicità” e di “ostinarci con la politica dei no”. A cosa sarebbero dovuti questi complimenti? Alla nostra partecipazione al coordinamento “Custodiamo le Coste” insieme ad altre associazioni e cittadini della zona del Sud-Est barese. Tutti insieme, precisiamo, ci battiamo contro l'ennesimo scempio ambientale che si sta per abbattere sulle nostre coste, precisamente su uno degli ultimi tratti di costa non ancora cementificato (il tratto da San Giovanni a Cozze).

Carta degli elementi del paesaggio (clicca per ingrandire)

Dopo i complimenti, in questa intervista si afferma che con due hotel, una spa e un campo da golf (omettendo le 244 ville private) la struttura porterebbe lavoro. Ci chiediamo a chi sono stati promessi questi posti di lavoro? Con quali mansioni? Quali contratti?
Per la manovalanza ci saranno solo le briciole, lavoro stagionale (3 mesi all'anno), schiavizzato, ricattato, sottopagato (chiedete ad un qualsiasi cameriere) ed in più precario (se va bene con un contratto da apprendista, da co.co.pro. o magari in nero!). Queste mega-strutture private si comportano da idrovore aspirando risorse naturali (acqua, territorio e accessi al mare) e restituendo un piccolo contributo per l'economia locale e un grande  profitto per gli speculatori. Il turista non esce dalla struttura se non per un gelato e una pizzetta. Il campo da golf, inoltre, è una delle strutture sportive che maggiormente penalizza l'ambiente: numerosi studi hanno evidenziato l’impatto ambientale devastante che può derivare dalla costruzione e, soprattutto, dalla  sua ordinaria manutenzione.

Sempre il nostro amico smemorato (244 ville!), nell'intervista afferma che il progetto è stato ridimensionato “si è passato dai 330 mila metri cubi di cemento iniziali, alla metà”, non so voi, ma anche questi 115 mila metri cubi di cemento restanti non ci tranquillizzano. E' notizia di questi giorni che perfino il governo dei tecno-burocrati si appresta a varare un DDL “Salva suolo” per “garantire equilibrio tra terreni edificabili e agricoli”. Equilibrio che nell'agro di Polignano sembra già fortemente compromesso come dice la stessa Regione Puglia, con uno studio riportato su un sito istituzionale: “A partire dalla seconda metà degli anni '70 del secolo scorso ha così avuto inizio una crescita urbana che ha comportato incrementi di suolo urbanizzato in alcuni casi superiori al 300% (nel caso di Cassano delle Murge e di Polignano a Mare)”.

Inoltre, in quella zona ci sono accessi al mare inibiti che devono essere ristabiliti al più presto, al di là della questione Parco dei Trulli. Una alternativa che riteniamo valida è quella dell'Ecomuseo, prevedendo un percorso che comprenda la vicina zona archeologica di Madonna di Grottole (ricordiamo che anche i trulli ed i muretti a secco sono testimonianza della nostra cultura e tradizione, non a caso nella vicina Alberobello sono stati dichiarati patrimonio UNESCO).

Chiediamo il mantenimento del divieto assoluto di realizzazione di queste megastrutture all'interno di aree protette e di pregio ambientale. E auspichiamo una presa di posizione ufficiale dell'attuale Amministrazione Comunale e del Sindaco nei confronti di questa speculazione, ponendo fine ad un silenzio già troppo prolungato. Ricordiamo che nel 2010 i componenti dell'attuale maggioranza che allora erano all'opposizione, votarono contro questo progetto, si spera con convinzione, e non “perché dovevano fare l'opposizione”, così come insinua il soggetto intervistato.


Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio."