23 febbraio 2012


Asbestosi verbale

Ricordate la mega grandinata dell'8 giugno scorso? Come dimenticarla, ha turbato i sogni di molti polignanesi. E tutti i danni che provocò? Quelli li stiamo, ahinoi, ancora pagando.
Tra tutti i danni provocati, denunciammo presso il Comando dei Vigili Urbani quelli subiti dalla tettoia della stazione ferroviaria, poiché sembrava fatta di eternit (amianto).
Durante la conferenza sui rifiuti (in cui proponemmo all'Amministrazione e ai cittadini un piano alternativo di gestione integrata dei rifiuti stessi), tenutasi il 14 dicembre scorso, dal pubblico si levò una richiesta di chiarimento in merito al pericolo amianto, relativo alla tettoia della stazione.
La dottoressa Maria Centrone, dirigente del Comune, tranquillizzò tutti sostenendo che la tettoia in causa non conteneva amianto perché un ispettore della ASL l'aveva rassicurata in merito (vedi video in allegato).


 


Per maggiore chiarezza, il 17 febbraio 2012 abbiamo fatto richiesta di copia di documentazione che certificasse l'assenza di amianto (Ricordiamo l'amianto è stato messo aI bando con l'emanazione della Legge 257/1992 e che la cattiva manutenzione dei manufatti in fibra di amianto provoca la dispersione nell’area di filamenti di amianto provocanti, con l’inalazione da parte dell’uomo, il mesotelioma, un tumore che si manifesta anche in soggetti che abbiano inalato piccole quantità di amianto, dipendendo il suo verificarsi non dalla quantità di fibre di amianto assorbita, bensì dalla reattività dei singoli individui. L’amianto ancora oggi ha un pesante impatto sanitario sulla popolazione: ogni anno in Italia si registrano tra le 2.000 e le 4.000 morti a causa della sua esposizione professionale, ambientale e domestica).
La Comandante, gentilmente, ci risponde che la ASL – SPESAL, comunicò verbalmente (sic!) che “la rimozione delle tettoie in eternit dalla stazione ferroviaria e la conseguente bonifica del sito dall'amianto è avvenuta parecchi mesi addietro”. Il tutto, ripetiamo, verbalmente e dopo ben 3 richieste scritte da parte del Comando dei Vigili Urbani.
Intanto, noi vorremmo sapere se la gente deve morire di asbestosi soltanto “verbalmente” o che gli si conceda almeno uno straccio di certificazione.
Ripetiamo che, nonostante la mancanza di documenti scritti, la Comandante durante la conferenza sui rifiuti sostenne, assumendosene la responsabilità, che nella stazione ferroviaria di amianto non c'era traccia.
Insomma, la questione a noi risulta nei seguenti termini: la Comandante fa 3 richieste alla ASL di documentazione cartacea, la ASL per ben 3 volte non trasmette alcun documento ma, qualche personaggio fantomatico, verbalmente, comunica che non ci sono problemi.
La Comandante, scoraggiata, desiste dal fare altre richieste. Eppure un amministratore pubblico (includendo anche ogni amministratore politico) dovrebbe ben sapere che è stato attribuito effetto vincolante alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea dove, nel capo V dedicato ai diritti di cittadinanza, viene espressamente previsto il diritto di accesso ai documenti: «Ogni cittadino dell'Unione nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di accedere ai documenti delle istituzioni, organi e organismi dell’Unione, a prescindere dal loro supporto»; inoltre, il nuovo articolo 15 del TFUE, posto nel Titolo II “Disposizioni di applicazione generale”, stabilisce «Al fine di promuovere il buon governo e garantire la partecipazione della società civile, le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione operano nel modo più trasparente possibile».
Tutelare vuol dire difendere, salvaguardare, proteggere. Queste tre funzioni, di rilevanza triunivoca in quanto a risultato, assumono significati diversi quando ci si riferisce ai contenuti che possono assumere in tema di tutela della salute dell’individuo come un fondamentale diritto. La ormai universalmente accertata pericolosità dell’amianto e il suo massiccio utilizzo in tutti i settori economici e produttivi del nostro Paese, per oltre un cinquantennio, ha reso indispensabili misure volte a proteggere la salute pubblica. Infatti le caratteristiche proprie del materiale e il suo costo contenuto ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale, con estese e svariate applicazioni in edilizia, in ambito domestico e nei mezzi di trasporto.
Questo rende necessario l’intervento delle Istituzioni dello Stato, al fine di porre in essere attività di Tutela della salute attraverso misure di Prevenzione e Protezione dai Rischi relativi. Attraverso interventi capaci di garantire la tutela dell’uomo e dell’ambiente i quali possono agire su due livelli: uno mirato a ridurre o eliminare il danno manifesto, l’altro diretto a ridurre o eliminare la presenza dell’entità che costituisce il rischio o le cause che possono attivare i rischi identificati; nel primo caso si parla di misure di protezione, che non impediscono il prodursi dell’evento dannoso, ma attenuano solo i suoi effetti;e nel secondo di misure di prevenzione, che tendono ad eliminare la frequenza degli eventi non desiderati.
In risposta alla nostra richiesta, la Comandante sostiene che la nostra “Associazione può acquisire l'esito delle analisi effettuate al materiale rimosso rivolgendosi alla ASL/BA o direttamente a RFI”.
Noi ringraziamo per l'autorevolezza che immeritatamente ci viene riconosciuta ma, vi sembra normale che un'associazione possa ottenere ciò che un Ente Pubblico, un Comune non riesce ad ottenere?
Ci teniamo a sottolineare le gravissime responsabilità della ASL e di RFI e non sottovalutiamo quelle della Polizia Urbana per l'atteggiamento ultimo che sa di rinunciatario.
In ogni caso noi ci proviamo, abbiamo inviato infatti alla ASL richiesta di documentazione del caso. Se non avremo risposte solleveremo la questione a livelli istituzionali più alti. Passiamo ora dalla modalità “verba volant” alla modalità “scripta manent“!

P.S. Abbiamo appena inviato per raccomandata alla ASL competente la richiesta di documentazione relativa al caso. Copia della richiesta è stata consegnata anche alla Comandante della Polizia Municipale per conoscenza.